di Marco Benedettelli
Sono dieci i femminicidi nelle Marche, commessi durante l’anno giudiziario appena trascorso.
È un dato preoccupante, il più grave per la regione, «dove altrimenti non si registrano fenomeni criminali straordinari», ha spiegato il Procuratore Generale di Ancona, Roberto Rossi, a margine della conferenza stampa sullo stato delle carceri regionali.
Il prossimo 25 gennaio, come in tutta Italia, anche nelle Marche si inaugura il nuovo anno giudiziario, con la cerimonia alla Corte di Appello di Ancona e nell’occasione si commentano i dati sulla giustizia del territorio. Come ha anticipato il Procuratore, preoccupa anche nelle Marche l’aumento di reati legati allo stalking.
Nella provincia di Ancona, le donne vittime di minacce e molestie reiterate sono aumentate, dai 424 casi nel 2023, ai 484 nell’anno giudiziario trascorso. Ci sono più denunce, con la maggiore consapevolezza sui propri diritti rispetto al tema. «La mentalità di dominio, lo stalking e la violenza purtroppo è presente anche fra le nuove generazioni».
Il dato stona in una regione come le Marche, dove c’è benessere e senza problematiche sociali, dunque «c’è ancora un forte lavoro educativo da continuare», ha spiegato il Procuratore.
Rispetto al numero dei reati totali, si registra un lieve aumento rispetto al 2023.
«Tendenza che possiamo spiegarci con il ritorno alla normalità, dopo gli anni della pandemia, quando si era registrato un abbassamento dei flussi di denunce. Ora si torna ai vecchi parametri», ha spiegato il dottor Rossi. Ma non emergono profili critici nelle Marche, non c’è un numero straordinario di rapine o a zone ad alto tasso criminale. E resta massima l’attenzione sul fronte delle infiltrazioni criminali, sempre pronte ad allungare i propri interessi sugli appalti. Maggiori dettagli verranno presentati il giorno della apertura dell’anno giudiziario. Dove già l’Anm – Associazione Nazionale Magistrati, ha annunciato proteste a difesa della Costituzione.
Tra le questione che riguardano la giustizia, resta ancora al palo il processo di digitalizzazione delle cancellerie. «La procedura è stata sospesa ad Ascoli, Fermo, Macerata dove si è tornati al momento all’analogico cartaceo. Ad Ancona invece le cose procedono meglio – ha spiegato il procuratore Rossi – Per ora il sistema è carente, non in grado di soddisfare tutte le particolarità degli atti processuali». Utilizzato in una prima fase sperimentale per l’archiviazione dei fascicoli, le applicazioni digitali non si sono ancora rivelate efficaci e anzi stanno moltiplicando i tempi di compilazione per i funzionari. «La loro messa a punto sarebbe invece una svolta importante per i tribunali», ha spiegato il Procuratore.
Sovraffollamento delle carceri: «Dove mancano gli spazi per la rieducazione, aumenta il disagio»
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