Beko, sciopero degli impiegati
e lavoratori: «Arrivato un segnale
di grande coesione del territorio» (Foto)

FABRIANO - Stamattina all’assemblea davanti alla sede centrale di via Aristide Merloni hanno partecipato con i rappresentanti di Fim, Fiom e Uilm e le Rsu sindacali anche il governatore delle Marche Francesco Acquaroli, il sindaco di Fabriano Daniela Ghergo con i colleghi del territorio, il vescovo Francesco Massara ed i consiglieri regionali di tutti gli schieramenti, anche gli europarlmentari Matteo Ricci (Pd) e Carlo Ciccioli (FdI)

Lo sciopero e l’assemblea dei lavoratori della Beko Fabriano

 

Molto partecipata stamattina a mezzogiorno a Fabriano l’assemblea davanti alla sede centrale di via Aristide Merloni dei lavoratori Beko e dei rappresentanti sindacali di Fim, Fiom e Uilm, in concomitanza con lo sciopero di un’ora degli impiegati, il settore più colpito dal piano industriale presentato dal gruppo turco-americano.

 

 

Sono 226 gli esuberi previsti, al momento, tra i colletti bianchi fabrianesi su 530 dipendenti, pari al 43% dei 600 esuberi totali previsti per gli impiegati in tutta Italia, oltre ai 68 dipendenti che rischiano il posto nello stabilimento di Melano. Con la loro adesione alla manifestazione hanno voluto esprimere solidarietà a tutte le maestranze, il governatore delle Marche Francesco Acquaroli, il sindaco di Fabriano Daniela Ghergo con i colleghi del territorio, il vescovo Francesco Massara ed i consiglieri regionali di tutti gli schieramenti, il presidente della Provincia di Ancona Daniele Carnevali e anche gli europarlmentari Matteo Ricci (Pd) e Carlo Ciccioli (FdI).

 

 

«Da questa giornata di lotta è emerso un segnale di grande coesione del territorio ed una fortissima richiesta alla Beko per un cambio di paradigma. – spiega Pierpaolo Pullini della Segreteria Fiom Cgil di Ancona – La Fiom di Ancona ribadisce la necessità di continuare la vertenza per convincere la Beko a cambiare il proprio piano, al di là di qualche aggiustamento. Allargare il perimetro delle funzioni necessarie alla sopravvivenza ed al rilancio della multinazionale, aumentare il numero di funzioni strategiche da salvaguardare. Bisogna smettere di ragionare come se le persone fossero solo dei costi da tagliare ma investirci per il futuro di Beko in Italia. Al prossimo incontro ci aspettiamo che vengano prese in considerazione le nostre proposte. Alla politica tutta chiediamo, aldilà della solidarietà, atti concreti di politiche industriali a supporto della trattativa, adesso più che mai fondamentali».I prossimi confronti al Mimit tra azienda e parti sociali sono in programma per il 14 ed il 18 marzo.

 

Matteo Ricci

«Bisogna restare uniti e coesi nella difesa del lavoro degli impiegati e degli operai, delle sedi e dei siti produttivi della nostra regione. Siamo al fianco dei lavoratori per la tutela dell’occupazione e di un distretto che ha fatto la storia della manifattura marchigiana e italiana nel mondo. Un patrimonio che difenderemo restando compatti». Sono le parole del presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli che oggi ha preso parte alla manifestazione indetta dai lavoratori di Beko tenutasi davanti alla sede di viale Aristide Merloni a Fabriano.

 

Le autorità presenti

«Siamo qui per ribadire il nostro impegno e la nostra solidarietà di fronte a una crisi grave e preoccupante – ha proseguito il presidente -. La trattativa sul piano industriale prosegue senza sosta: ora è cruciale la salvaguardia del settore impiegatizio di Fabriano e di quello della Ricerca e Sviluppo, la cui tutela è essenziale per il distretto marchigiano e dell’intero Centro Italia. Questi siti rappresentano la storia dell’industria e siamo certi che possano avere un ruolo strategico per la Beko su scala europea ed anche globale. Per questo, continuiamo a lavorare insieme al Governo ed il Mimit affinché si costruisca una soluzione sostenibile. Li ringraziamo per i passi avanti finora compiuti e per il grande impegno da subito dimostrato in questa vertenza di cui hanno compreso la portata per il nostro territorio».

 

«Gli esuberi – ha ribadito di fronte ai manifestanti Acquaroli – non sono accettabili: ci aspettiamo che Beko riveda il piano industriale garantendo una prospettiva concreta per questo territorio. Il Governo e la Regione sono pronti a mettere in campo politiche attive per sostenere l’occupazione, ma questo distretto e il patrimonio che esso rappresenta ed esprime per noi è irrinunciabile e ha ancora tantissimo da dare a livello globale».

Francesco Acquaroli

Rivolgendosi a sindacati e istituzioni, tra cui i sindaci dei territori coinvolti, ha poi concluso.«Vi ringrazio per la compattezza fin qui dimostrata: il nostro primo obiettivo è combattere per migliorare ulteriormente il piano industriale, salvaguardando tutti i posti di lavoro, che il distretto non sarebbe in grado di riassorbire, e garantendo competitività. Restiamo uniti: la nostra manifattura ha un grandissimo valore che continueremo a far valere in ogni sede».

 

«Abbiamo voluto essere qui, al fianco dei sindacati dei lavoratori della Beko, delle istituzioni del territorio e del vescovo della Diocesi Fabriano-Matelica, monsignor Francesco Massara, per ribadire la necessità di interventi volti a tutelare le Marche dai sempre più marcati processi di deindustrializzazione che stanno cancellando migliaia di posti di lavoro».A dirlo è la capogruppo regionale del Partito Democratico Anna Casini, presente questa mattina allo sciopero indetto dai sindacati della Beko con i consiglieri regionali Antonio Mastrovincenzo e Romano Carancini e i parlamentari Matteo Ricci e Irene Manzi.

 

«Crediamo – prosegue Casini – che la vertenza Beko, diventata un simbolo di questa battaglia, debba raccogliere intorno a sé tutta la società marchigiana. Lo stallo del confronto tra le parti, con la conferma di 225 esuberi tra gli impiegati di Fabriano e 68 tra gli operai di Melano, è per noi fonte di grande preoccupazione, specialmente se consideriamo che a essere colpito dai licenziamenti è anche il settore ricerca e sviluppo. Ciò, purtroppo, sembra anticipare un disimpegno totale dell’azienda che porterebbe a un drammatico peggioramento delle prospettive future circa il mantenimento della produzione. C’è il rischio di dare un ulteriore pesante colpo a questo territorio che da molti anni subisce un’emorragia inarrestabile di posti di lavoro e peraltro vive tutte le contraddizioni e le difficoltà delle nostre aree interne e delle conseguenze del sisma del 2016» conclude la consigliera regionale dem.

«Questa mattina a Fabriano, davanti alla sede aziendale di Beko, le Rsu e organizzazioni sindacali Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm, insieme alle istituzioni civili e religiose e ai sindaci delle aree interne di Marche e Umbria – dichiara il sindaco di Fabriano Daniela Ghergo – abbiamo manifestato unita’ di intenti e solidarietà agli impiegati e ai ricercatori Beko coinvolti nel piano esuberi dichiarato dalla società. Questa non è solo una vertenza locale, ma riguarda un intero distretto industriale, attraversando due regioni e coinvolgendo l’economia nazionale. Le trattative al tavolo ministeriale – continua il Sindaco – non stanno andando nella direzione che speravamo: non si parla di investimenti, né di un vero piano industriale, ma solo di esuberi. E noi non accettiamo politiche assistenziali che lascino il territorio senza prospettive».

«Fabriano è stata la capitale europea dell’elettrodomestico per decenni e ha contribuito allo sviluppo economico regionale e nazionale. Oggi chiediamo che questa crisi venga affrontata con una politica industriale di sviluppo e di lungo periodo.- conclude la prima cittadina di Fabriano – Ai lavoratori diciamo che non sono soli. Le istituzioni territoriali, nazionali ed europee sono qui per testimoniare il loro impegno in questa battaglia. Solo facendo rete possiamo costruire un futuro solido per il nostro distretto e per chi, con il proprio lavoro e la propria professionalità, lo ha reso grande».

 

«La proposta di Beko resta irricevibile, il territorio fabrianese, già provato da molteplici crisi negli ultimi anni, non può affrontarne una nuova di queste proporzioni», il presidente della Provincia di Ancona Daniele Carnevali interviene sul caso Beko spiegando che la situazione si presenta ancora delicatissima. Ci sono due ordini di motivi, secondo Carnevali, per cui la situazione creata da Beko è inaccettabile, uno di carattere identitario e culturale l’altro di natura economico sociale. Identitario e culturale «perché ridimensionare drasticamente gli uffici sviluppo e progettazione dell’azienda nel territorio fabrianese, che è patria dell’elettrodomestico da sempre, significa offendere la storia e l’identità del territorio. Poi c’è l’aspetto  economico in quanto, pur essendo vero che non esistono lavoratori di serie A e di serie B, la riduzione di 230 impiegati a Fabriano non ha lo stesso peso sociale oltre che numerico, dei 150 a Milano, dove il territorio è economicamente più solido ed esistono opportunità di ricollocazione ben diverse che nelle aree interne delle Marche».

«E’ vero che – prosegue Carnevali – nel comparto produttivo si è verificata una lieve riduzione degli esuberi su scala nazionale ed anche annunciati importanti investimenti, come nello stabilimento di Melano, ma non per gli uffici di sviluppo e progettazione dell’azienda dove non si è verificato alcun arretramento ed è questo che ci fa preoccupare enormemente.  L’headquarter è stato messo profondamente in crisi e fanno bene i sindacati a respingere al mittente la posizione della Beko che ha dimostrato di non possedere una strategia complessiva per il futuro del nostro entroterra. Tre mesi fa abbiamo iniziato la battaglia contro gli esuberi, ora non possiamo che continuarla dimostrando di parlare tutti la stessa voce, senza divisione alcuna. Siamo per questo a chiedere al Governo un supporto fondamentale in questa vertenza ribadendo che i numeri presentati da Beko non sono assolutamente accettabili, per un territorio che ha già pagato pesanti dazi alle recenti crisi industriali del settore dell’elettrodomestico» conclude il presidente della Provincia di Ancona.

Questa mattina, al fianco dei lavoratori Beko in presidio davanti agli uffici di Fabriano, era presente anche Andrea Castellani, coordinatore provinciale di Ancona per Base Popolare. Fin dall’apertura del tavolo di crisi Castellani ha sostenuto le lavoratrici e i lavoratori ex-Whirlpool, ribadendo l’urgenza di soluzioni concrete per tutti i siti marchigiani, produttivi e impiegatizi.« Questa vertenza è particolarmente complessa: coinvolge più siti, centinaia di famiglie marchigiane e, soprattutto, il futuro del modello industriale marchigiano, oggi in grande sofferenza» ha dichiarato Castellani a margine dell’iniziativa, «è necessario costruire un nuovo modello di sviluppo economico sostenibile, basato sulla qualità e sull’alta specializzazione. Serve un percorso condiviso, che superi le divisioni politiche e coinvolga tutti gli attori, compresa Beko, che potrebbe trarre vantaggio dal rafforzare il proprio centro di ricerca in zona e puntando su produzioni di alta e altissima gamma per valorizzare le competenze altissime esistenti a Fabriano».

Castellani ha sottolineato l’importanza di trattenere Beko nel territorio, rendendo conveniente per l’azienda investire nelle Marche e nel Fabrianese, anziché incentivare un’uscita che avrebbe conseguenze devastanti per il tessuto economico locale. Un’attenzione particolare per i lavoratori degli uffici, spesso dimenticati nei tavoli di crisi.«A Fabriano l’impatto è drammatico: parliamo di 226 esuberi su 530 dipendenti negli uffici. L’iniziativa di oggi ha dimostrato che l’unione tra lavoratori, parti sociali, istituzioni – oggi tutte presenti – e forze politiche può mantenere alta l’attenzione su questa categoria, quella degli impiegati, che rappresenta un’eccellenza del nostro territorio troppo spesso sottovalutata» ha concluso Castellani di Bp.

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