Balcani, area strategica:
«Venticinque anni dopo la firma
la Carta di Ancona è ancora attuale»

ANNIVERSARI – Lo ha detto stamattina il sindaco Daniele Silvetti alla cerimonia organizzata alla Mole Vanvitelliana e celebrativa della ricorrenza della Dichiarazione che sancì la nascita della Macroregione Adriatico Ionica

 

«La Carta di Ancona è ancora attuale, la nostra città è strategica come ponte verso l’altra sponda e verso i Balcani. Questo di oggi è un momento celebrativo dei 25 anni dalla sottoscrizione della Carta, un momento molto importate per ribadire i valori e gli impegni assunti dai nostri predecessori. Sindaci illuminati hanno sottoscritto la carta nel 1999 con la dichiarazione intergovernativa e multilaterale in cui i governi avevano capito che l’unico linguaggio praticabile era su obiettivi comuni volti a superare le conflittualità e tesi a dare prospettive di sviluppo alle nazioni. Da lì la Macroregione Adriatico Ionica che ne è stata la naturale conseguenza, che non parla solo di pace ma anche di crescita dei territori attraverso lo sviluppo di infrastrutture, buone pratiche, tutele ambientali e percezione di una identità culturale nazionale rivolta alla integrazione, inclusione e non al conflitto». Cosi il sindaco di Ancona Daniele Silvetti è intervenuto questa mattina al 25esimo Anniversario della Dichiarazione di Ancona – Iniziativa Adriatico Ionica alla Mole Vanvitelliana. L’iniziativa è organizzata dalla Regione Marche, in collaborazione con l’Iniziativa Adriatico Ionica, il Comune di Ancona, Camera di Commercio delle Marche e l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale

L’evento è stato l’occasione non solo per ricordare un passaggio storico fondamentale per la cooperazione tra i Paesi dell’Adriatico e dello Ionio, ma anche per rilanciare una visione condivisa verso il futuro, sostenendo con determinazione il processo di allargamento dell’Unione Europea ai Balcani Occidentali. Il 19 maggio del 2000 si sancì la volontà di cooperare e di costruire un futuro di pace tra i Paesi dell’una e dell’altra sponda dell’Adriatico e dello Ionio, molti dei quali in conflitto tra loro fino a pochi anni prima.

Con quell’atto, i Ministri degli Esteri di Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Grecia, Italia, Slovenia, riuniti ad Ancona il 19 maggio del 2000, diedero vita all’Iniziativa Adriatico-Ionica. Anni dopo si aggiunsero ad essa anche Montenegro, Serbia, San Marino e Macedonia del Nord, gettando le basi per l’attuale Strategia Macroregionale dell’Ue per l’Adriatico e lo Ionio (Eusair). «Il tema che ci riunisce oggi cioè la società civile come forza trainante del processo di integrazione europea è centrale per l’identità e la missione del Faic – afferma l’assessore alla Cultura del Comune di Ancona e segretario generale del Faic, Marta Paraventi -. La cultura resta uno degli strumenti più potenti che abbiamo per creare fiducia e generare spazi di dialogo».

Il Forum delle città dell’Adriatico e dello Ionio è quindi diventato strumento permanente di coordinamento degli enti locali che si affacciano sulle sponde dell’Adriatico e dello Ionio e prese vita nel 1999 proprio grazie all’iniziativa del Comune di Ancona, che se ne era fatto promotore e che ne detiene il segretariato. Tra i suoi scopi statutari ci sono la promozione dell’integrazione e della coesione nei settori economico, sociale, ambientale e culturale tra le città rivierasche dei mari interessati.

Il Forum si prefigge inoltre lo scopo di fornire un concreto contributo alla realizzazione dell’integrazione europea e del suo allargamento, alla difesa dei diritti umani nonché a favorire le migliori condizioni di sicurezza e legalità insieme alla promozione delle pari opportunità tra uomini e donne, il tutto attraverso la promozione di forme innovative di cooperazione decentrata e partenariati tra le amministrazioni comunali dei paesi membri. L’area adriatico jonico è ancora cruciale, quale crocevia di sfide geopolitiche in un contesto dove l’Europa è chiamata a ritrovare e rafforzare la dimensione mediterranea con un Mare Adriatico che unisce e non divide.

 

 

Significativi i contributi dei keynote speakers che hanno ribadito il valore strategico della cooperazione adriatico-ionica per la stabilità e lo sviluppo sostenibile dell’area: tra loro Dubravka Šuica, commissaria europea per la Regione Mediterranea, Raffaele Fitto, vicepresidente esecutivo della Commissione europea per la Coesione e le Riforme, Apostolos Tzitzikostas, commissario europeo per i Trasporti e il Turismo Sostenibile, Antonella Sberna, vicepresidente del Parlamento Europeo, Luca Beccari, segretario di Stato della Repubblica di San Marino e Carlo Ciccioli, europarlamentare, Fabio Pigliapoco, ambasciatore e Capo del Segretariato Permanente dell’ iniziativa Adriatico Ionica.

«In questi 25 anni la nostra società è cambiata profondamente ma il risultato di questa strategia è evidente agli occhi di tutti. – ha commentato il governatore delle Marche, Francesco Acquaroli – Innanzitutto ha permesso la costruzione di una squadra e di una visione, ha messo insieme realtà che seppur prossime non erano in grado di conoscersi e di approfondire le rispettive potenzialità e la reciprocità di cui non possiamo assolutamente fare a meno. Tutti i governi dei paesi partecipanti hanno dato un contributo fondamentale. Senza dimenticare il lavoro dell’Osservatorio Do Air, della Camera di Commercio e delle Università e soprattutto della città di Ancona che ha creduto fin dall’inizio a questa iniziativa che testimonia come un’area di 70 milioni di abitanti possa avere uno sviluppo economico e possa avvicinare culturalmente e non solo, le rispettive comunità e come sia diventata un punto di riferimento al livello politico e geopolitico, economico e sociale, dove costruire insieme alla nuova generazione una opportunità condivisa. Questo dimostra che dopo 25 anni, nonostante un’Europa e una società globale completamente differente, la strategia Adriatico Ionico è ancora attualissima. Un plauso dunque a chi ha avuto questa intuizione nella consapevolezza che è necessario continuare a lavorare accelerando quei processi che sono fondamentali, cioè quelli economici, quelli infrastrutturali e riformativi».


Il ministro Tommaso Foti ha evidenziato come «questa ricorrenza è soprattutto l’occasione per riafferma con forza la qualità della visione che ispirò la nascita dell’Europa. Quella di un’Europa unita, cooperante ed inclusiva. Mai come oggi, nel cuore dell’Europa, attraversata da tensioni globali e transizioni decisive, l’iniziativa Adriatico Ionica assume un valore strategico». L’ambasciatore Castellaneta ha aggiunto come «questi venticinque anni sono serviti a pacificare e a creare un ambiente di sviluppo e non di guerra, anche se alcuni problemi non sono risolti. Vogliamo immaginare un futuro ancora più prospero, con la più rapida possibile unione nell’Ue dei Balcani, per affrontare insieme un cammino di sviluppo economico e sociale. L’Unione europea non come traguardo economico, ma come fusione di Paesi che hanno la stessa storia, civiltà e compagine sociale».

Infine il vicepresidente Ue Fitto ha rimarcato come sia necessario «continuare a considerare la politica di coesione come uno strumento chiave per costruire un’Unione più competitiva, innovativa, digitale, sociale e sostenibile, garantendo a tutte e tutti la possibilità di restare nei propri territori, non per necessità, ma per scelta. Questa visione è particolarmente rilevante per l’area Adriatico Ionica. Guardando al futuro, dovremo puntare su una politica di coesione più semplice, flessibile, strategica e orientata ai risultati, passando da una logica di spesa a una logica di performance. Riforme e investimenti, essenziali da integrare assieme agli investimenti mirati così da mantenere le Regioni al centro delle politiche europee. In questo scenario, l’Iniziativa Adriatico Ionica e la Strategia recentemente aggiornata rappresentano strumenti fondamentali per accompagnare i Balcani occidentali sia nel percorso di integrazione europea sia nello sviluppo delle loro economie. Grazie al Piano di investimenti dell’UE e al nuovo Piano di crescita per i Balcani occidentali, queste economie potrebbero raddoppiare le proprie dimensioni nel prossimo decennio. L’iniziativa Adriatico Ionica si conferma una leva essenziale per promuovere cooperazione, sviluppo e convergenza nella regione. L’Unione Europea è fermamente impegnata a lavorare fianco a fianco con i partner regionali per affrontare insieme le sfide comuni e promuovere una crescita sostenibile e competitiva».

«Celebriamo un anniversario davvero significativo per l’area adriatico-ionica, una dichiarazione che ha dato il via a 25 anni di attività diplomatica e intergovernativa con un forte impulso dalle comunità locali, in cui la Regione Marche ha giocato e gioca un ruolo primario per creare nuove condizioni di coesistenza e pace attraverso il mare e che ha portato alla nascita della Macroregione. Un contesto internazionale che ha consentito di sviluppare politiche infrastrutturali che rappresentano un veicolo fondamentale per avvicinare le due sponde dell’Adriatico e dello Ionio creando un circolo virtuoso nei rapporti fra gli Stati dell’area e un incremento delle relazioni economiche e turistiche». Lo ha detto il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale, Vincenzo Garofalo, intervenendo alla cerimonia per il 25° anniversario della Dichiarazione di Ancona, promossa alla Mole Vanvitelliana di Ancona dalla Regione Marche in collaborazione con l’Iniziativa Adriatico Ionica, il Comune di Ancona, la Camera di Commercio delle Marche e l’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale.

«Il trasporto marittimo è fra gli attori della strategia macroregionale, che ha fra i suoi obiettivi la crescita blu, dell’economia del mare, delle connessioni e delle infrastrutture – ha affermato Garofalo -. Sono stati raggiunti grandi risultati in questo periodo ma dobbiamo continuare a rafforzare le potenzialità di collaborazione. Le nuove reti Ten-T, approvate dalla Commissione europea, hanno scelto di includere anche i territori dell’area balcanica, ancora non parte della Ue, con un corridoio che connette i principali nodi terrestri sulla direttrice nord-sud e delle diramazioni di collegamento con i principali porti fino alla Grecia. Un’opportunità per compiere ulteriori passi avanti nella modernizzazione e integrazione delle reti infrastrutturali».

 

 

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