«Sono 70 le persone che hanno aderito al piano di incentivazione della Beko: tra questi 31 persone di staff (29 impiegati e 2 operai) e 39 operai/e dello stabilimento di Melano: continua inesorabile lo svuotamento delle sedi impiegatizie a cui segue una continua perdita di volumi produttivi per la fabbrica, ed il leggero calo della cassaintegrazione, è dovuto alle uscite e ad una nuova organizzazione produttiva che prevede l’orario di lavoro su turno centrale, su alcune linee, anziché su turni avvicendati. Interessati dal calo, proprio le produzione più strategiche». Tracciare il quadro della situazione che si respira alla Beko di Fabriano è la Segreteria Fiom di Ancona.
Per la sigla sindacale diventa fondamentale, in questo contesto, «l’incontro territoriale, che l’azienda si era impegnata a convocare al momento della sottoscrizione dei contratti di solidarietà, per fare il punto sugli investimenti: riteniamo insufficiente, per quanto importante l’implementazione del fotovoltaico nell’ottica della sostenibilità della fabbrica, ma vogliamo essere informati sugli investimenti in prodotto ed in processo, ovvero cosa si produrrà e come lo si farà. – sottolinea in una nota Fiom Ancona – A 6 mesi dalla firma dell’accordo (che cadrà a metà ottobre) è prevista la convocazione del tavolo ministeriale di cui invece non abbiamo notizie: anche il Mimit, luogo della sottoscrizione e garante di quanto firmato, deve fare quanto concordato e fare la sua parte in una situazione che vediamo sempre più complessa».
A dimostrazione di questo, a Fiom di Ancona, esprime profonda preoccupazione anche per la diminuzione di volumi prevista allo stabilimento Electrolux di Cerreto d’Esi «dove è stata firmata la proroga di 12 mesi del contratto di solidarietà, ammortizzatore sociale il cui utilizzo non diminuisce nonostante le uscite previste dalla procedura di mobilità (ad oggi 5 su 18 tra gli operai, mentre risulta conclusa la procedura per gli impiegati). – ricorda l’organizzazione sindacale – Anche in questo caso, il tavolo ministeriale promesso per la fine di luglio, non è stato convocato: la Fiom aveva chiaramente chiesto all’azienda di prevedere azioni di reshoring dalla Polonia, trasferendo su Cerreto una quota minima delle centinaia di migliaia di cappe prodotte in est Europa, chiedendo appositi strumenti pubblici di incentivazione alle istituzioni. Ribadiamo la necessità di aprire una discussione più ampia e convocare il tavolo di settore dell’Elettrodomestico» conclude la Segreteria Fiom Ancona.
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