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Reso disabile dal crollo del soffitto,
bambino mai risarcito

GIUSTIZIA - Giacomo aveva 40 giorni quando rimase con la mamma sotto le macerie, riportando una grave emorragia cerebrale. Era il 24 maggio 2002. Condannate le due persone che avevano realizzato il controsoffitto, la famiglia non ha mai ottenuto la somma disposta dal giudice

La situazione dell’appartamento subito dopo il crollo del controsoffitto nel 2002 (foto d’archivio)

 

Un risarcimento da 1,7 milioni disposto dal giudice che però la famiglia di Giacomo, rimasto gravemente ferito per il crollo di un controsoffitto in casa, non sa se vedrà mai. Lo attende da quasi tre anni, dopo che da quindici mamma Alessandra e papà Stefano chiedono giustizia per il figlio. Quindici anni fa, infatti, il 24 maggio del 2002, l’incidente che ha cambiato per sempre la vita di Giacomo. Aveva solo 40 giorni quando il controsoffitto dell’appartamento in locazione di Falconara dove viveva la nonna Luana e dove si trovava in quel momento con la mamma venne giù. «Io e Giacomo rimanemmo schiacciati sotto le macerie – racconta Alessandra – e Giacomo riportò una grave emorragia cerebrale che gli ha lasciato danni permanenti. Da quel giorno ha subito 9 interventi alla testa in 13 anni, cammina, ma ha delle disabilità». Da quel giorno è iniziata la battaglia legale della famiglia nei confronti della ditta che aveva eseguito i lavori al soffitto, i cui titolari erano anche proprietari dell’appartamento, per chiedere che venisse fatta luce sulle responsabilità del crollo. Prima la sentenza penale «che ha condannato una delle due persone che avevano eseguito i lavori a 14 mesi di reclusione». Poi quella civile. «La sentenza è arrivata il 9 agosto del 2014 – riprende Alessandra – con una condanna al risarcimento in favore di Giacomo di 1,7 milioni, ma le due persone condannate oggi risultano nullatenenti, essendosi disfatti di tutti i loro beni, avendo messo in liquidità la ditta, che ha poi riaperto grazie ad un prestanome. A due anni e mezzo dalla sentenza civile noi non abbiamo avuto nulla, se non il sequestro cautelativo di un appartamento, il cui valore è stato stimato in 90 mila euro e che non possiamo sapere se e quando sarà venduto, ed il versamento di un quinto del loro stipendio che non arriva comunque mai regolarmente. Io e mio marito non chiediamo nulla per noi, ma solo di poter garantire un futuro a nostro figlio che non potrà più avere, a causa di quell’incidente, una vita normale. La nostra quotidianità – continua ancora Alessandra – è gravata da pesi che non pensavamo di dover affrontare. Abbiamo combattutto per 15 anni, la magistratura ci ha dato ragione, eppure ci ritroviamo con nulla. Questa non è giustizia. E non sappiamo più a chi dobbiamo rivolgerci affinché ci venga dato quanto ci spetta».

Oltre al risarcimento stabilito per Giacomo, la famiglia sottolinea lo sforzo economico sostenuto per avvocati e perizie. «Solo l’ultima costata 5 mila euro. Abbiamo dimostrato che quello che sostenevamo era vero, che c’era la responsabilità di chi aveva eseguito i lavori nel crollo del controsoffitto che non era stata realizzato a dovere. Il giudice ci ha dato ragione in sede penale e civile, ma la sentenza di fatto non è applicata».

Ma Alessandra è decisa a non arrendersi. Da qualche anno ha aperto anche una pagina facebook, La verità vuole giustizia, in cui ricostruisce la vicenda e continua ad aggiornare gli eventi. «Non mi fermerò – afferma – anche perché queste persone che tanto male hanno fatto alla mia famiglia non hanno mai avuto una parola per noi, anzi ci hanno solo offeso negli anni. Siamo anche stati costretti a lasciare Falconara per non vederli più».

(A. C.)

 

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