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Ex Internazionale, Brandoni:
“Proprietà fantasma, non spenderò
per un immobile privato”

IL CASO – Lo scheletro di Fiumesino è un clamoroso boomerang: il Comune è tra i creditori dell'immobile pignorato e spera di ottenere soldi dall'esproprio, ma il curatore fallimentare è introvabile. Se il sindaco emettesse una ordinanza per obbligare la bonifica dell'immobile dovrebbe anticipare le spese. Risultato? L'ex albergo resta una bomba di rifiuti e ritrovo per sbandati

Gli interni dell’ex hotel

di Giampaolo Milzi

(foto Giusy Marinelli)

L’ultima realistica spiaggia per sanare la piaga del fatiscente ex Hotel Internazionale, a Falconara Marittima, sarebbe un provvedimento giudiziario. Altra possibilità più concreta, un’ordinanza del sindaco Goffredo Brandoni. Ma lui l’allarmante e intricata questione continua a prenderla con flemma britannica: “L’ordinanza per imporre a chi di competenza di risanare e mettere in sicurezza l’ex albergo? Ho tentato di emetterla, ma gli uffici comunali non sono riusciti a notificarla perché impossibilitati ad identificare gli attuali responsabili dell’immobile”. E allora? Il sindaco non si sbilancia: “Secondo me ci sono problemi più importanti, tuttavia vedrò di riprendere in esame la situazione”.
Una situazione che resta quindi cronicamente problematica, quella che riguarda l’immobile, le responsabilità di vari soggetti per lo più istituzionali e i rischi per la cittadinanza. L’edificio che si affaccia in via Flaminia 698, quartiere Fiumesino (due piani, oltre a quello terra, con cortile e parcheggio) si trova da troppi anni in abbandono ed estremo degrado. Numerosi i blitz e i controlli delle forze dell’ordine sul posto (carabinieri, polizia municipale, guardia di finanza) che certificano una situazione ambientale in continuo peggioramento. Il più colpito è il piano terra o seminterrato, dotato di un ingresso finestrato con taverna: vetri e infissi rotti, porte sfondate, serrande a pezzi; escrementi, rifiuti di ogni tipo, residui di cibo, reti e materassi; a testimoniare la periodica presenza anche notturna di senza tetto (italiani e stranieri) e di balordi e personaggi dediti ad atti vandalici. Anche il cortile esterno è zona franca tipo terzo mondo: stessa fotografia, con mucchi di eterogenea spazzatura e vari oggetti di arredo ed elettrodomestici scaraventati dall’interno; metà del cortile è di proprietà del Comune, che ogni tanto dovrebbe dare una ripulita, l’altra metà è in tutto e per tutto terra di nessuno.
Il vicecomandante dei vigili urbani, capitano Mirco Bellagamba: “Il caso ci è arcinoto. Noi abbiamo fatto e rifatto il nostro dovere, anche sopralluoghi congiunti coi carabinieri”. Arcinoto in che senso? “Guardi, le riferisco di un intervento, uno dei tanti, effettuato mi pare circa sette mesi fa. Molto preoccupante l’esito: l’ha già detto lei, rifiuti, pezzi di vetro, oggetti danneggiati di ogni tipo abbandonati, sporcizia oltre ogni livello ipotizzabile di guardia”. “L’esito della nostra azione l’abbiamo comunicato all’ufficio tecnico comunale e al dirigente Alberto Brutti (comandante dei vigili, ndr.), – continua Bellagamba – Abbiamo comunicato chiaramente che sarebbe necessaria un’ordinanza di messa in sicurezza e di risanamento, ma non abbiamo avuto nessuna risposta”. Il capitano dei vigili non lo dice, ma secondo fonti interne al Comune, avrebbe informato dettagliatamente anche il sindaco, sull’inaccettabile sconcio rappresentato dal fu hotel. Rischio sicurezza, quindi. Riconfermato dal verbale di sopralluogo con perquisizione effettuato dentro e fuori l’ex Internazionale il 29 maggio scorso dalle Fiamme Gialle, Tenenza di Falconara.
Ma torniamo al giallo-nero dell’ordinanza e delle competenze e responsabilità istituzionali. Un giallo che inizia a configurarsi almeno cinque anni fa, quando l’albergo cessa l’attività e via via si trasforma in un fantasma edilizio. Una situazione di crescente degrado che precipita nel 2014. Tant’è che quell’anno l’assessore all’Urbanistica Clemente Rossi la annuncia, un’ordinanza. Ma l’atto risulta subito complicato. Infatti la società Internazionale che gestiva l’omonimo hotel non esiste più. Morto il titolare (pare), il figlio avrebbe rinunciato a quella scomoda eredità.
Ottenere informazioni certe è un incubo che rasenta l’impossibilità. Si dice, e lo ipotizza anche il vicecomandante dei vigili, che nel 2015 era già in corso una procedura fallimentare, con la nomina da parte del giudice di un curatore fallimentare, e conclusasi con un fallimento. Di sicuro esiste una procedura di pignoramento, seguita sempre ad Ancona da un giudice ordinario, che potrebbe sfociare in un atto di esproprio forzato di ciò che di valore è rimasto all’ex Internazionale. Del resto tra i soggetti pignoratari, oltre a varie banche, c’è anche il Comune di Falconara. Il sindaco Brandoni: “Vero, ci siamo anche noi tra i creditori pignoratari”. Come mai? “Perché la gestione dell’ex albergo è debitrice nei nostri confronti di oltre 230mila euro, per varie tasse mai pagate, tra cui l’Imu e quelle per i rifiuti. Abbiamo presentato in Tribunale un atto di intervento nel procedimento per godere dei frutti di una eventuale espropriazione”. E allora? Torna la nebbia. Nell’ambito del procedimento di pignoramento emerge la strategica competenza della figura di un custode, curatore o procuratore speciale, che dovrebbe in qualche modo fungere da referente per tutto ciò che riguarda l’ex albergo, l’ha nominato il Tribunale nell’ottobre 2016 (più o meno). Fatto confermato da una risposta pervenuta al Comando della municipale dal Tribunale. Ma chi è questo procuratore speciale? Secondo il vicecomandante dei vigili sarebbe l’avvocato Andrea Rascioni (fonte presunta, Tribunale). Tanto che l’Ufficio Ambiente del Comune, avrebbe chiesto lumi proprio a Rascioni per sapere come e quando tentare di iniziare a fare un po’ di pulizia al piano-terra/seminterrato dell’immobile cadente. Di più, ad ottobre 2016 in effetti il Comune ha chiesto al giudice del Tribunale con chi interloquire in qualità di responsabile della struttura sotto pignoramento. Pare certo che il giudice del Tribunale abbia dato l’ok per i lavori di risanamento, messa in sicurezza e chiusura ferrea dell’ex hotel. E allora perché non sono stati avviati? Parla di nuovo il sindaco: “Qualcuno mesi fa mi ha detto (o uffici del Comune, più probabilmente il curatore/custode/procuratore speciale del Tribunale, ndr.) che su incarico giudiziario si sarebbe provveduto ad effettuare i lavori entro il 21 giugno”, riguardanti il piano terra/seminterrato e il primo piano. Cosa che non è avvenuta.
Ma cosa ha da dire l’avvocato Andrea Rascioni? Secondo indiscrezioni, sarebbe stato piuttosto attivo. Avrebbe mostrato l’immobile a persone eventualmente interessate all’acquisto, ma senza esito. Sarebbe stato proprio lui a contattare la ditta edile (su incarico diretto o indiretto del Tribunale?) da ingaggiare per i famosi lavori, ma la ditta avrebbe risposto picche, pretendendo un forte anticipo, perché si tratterebbe di un grosso cantiere di risanamento, e i soldi per l’anticipo non ci sono. Ma Rascioni delude le aspettative di chiarezza: ”Confermo che del caso hotel ed ex proprietà si sta occupando il Tribunale, che ci sono i creditori tra cui il Comune. Creditori che devono decidere se spendere un sacco di soldi per i lavori o rinunciare”. Rascioni conferma di avere avuto un incarico, ma non dice da parte di chi. “Non ho nemmeno l’accesso agli atti del fascicolo del Tribunale – si limita ad aggiungere – il mio è il semplice ruolo di cittadino interessato che fa da intermediatore”. Intermediatore tra chi? “No comment, vicenda troppo complicata, le mie parole ne potrebbero ostacolare il buon esito”.
Per concludere, restando alle dichiarazioni ufficiali, vale la pena ricordare quanto detto dal sindaco il 29 maggio scorso – dopo che aveva promesso di darsi da fare perché venissero almeno murati gli ingressi dell’ex albergo – nel corso di un’infuocata riunione del Consiglio comunale, intervenendo su una mozione in cui la consigliera d’opposizione Lara Polita (Falconara Bene Comune) invocava una volta per tutte l’emissione di un’ordinanza comunale. Il sindaco: “Certo che potremmo provvedere noi con un’ordinanza. Ma se lo facessimo, e poi il Tribunale non ottemperasse per i lavori, dovrebbe essere il Comune ad anticipare le spese, e non intendo certo togliere soldi dal bilancio comunale per una proprietà non municipale”. Il sindaco davvero riprenderà in esame la situazione? Aleatorie le sue ultime parole, datate 25 luglio: “Noi abbiano fatto ciò che dovevamo per i controlli e per il problema prioritario. E cioè per riparare le trombe foniche, da tempo non più funzionanti, poste sulla terrazza, che servono a dare l’allarme alla cittadinanza in caso di gravi incidenti (per esempio, alla raffineria, o di altro tipo, ndr.) e ad avviare il piano comunale di emergenza esterna”.
In definitiva, il Comune nicchia, la Magistratura non annuncia provvedimenti risolutivi: il giallo dell’ex Internazionale, che riguarda sicurezza e salubrità pubblica, resta davvero nero.

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