Manca solo l’odore del fumo di sigarette – all’epoca non vietate nei locali pubblici – impastato a quello del talco spruzzato in pista, ma l’atmosfera ed il divertimento sono quelli di trent’anni fa, quando ebbe inizio il mito Odissea. Gli anni d’oro della discoteca – che per quasi vent’anni (fu chiusa, venduta e demolita nel 2007) ha fatto ballare un’intera generazione di adolescenti e giovani, richiamando persone anche da tutto il centro Italia – rivissuti ieri al Melaluna di Castelfidardo nell’Odissea History. I dj degli albori, tra tutti Fabrizio Fratta – storico direttore artistico del locale che si affacciava sulla statale 16, lì dove oggi sorge un hotel ed un centro commerciale -, ma anche Claudio Ricotti, i fratelli Davide e Diego Domenella, Max Monti e Mauro Pilato, i “Gam Gam” che sono tornati a far scatenare i giovani, ormai adulti (molti insieme ai figli) al ritmo delle loro console.
A dare il via alla serata, la sigla e le parole che inaugurarono il 13 febbraio 1988, l’Odissea, «a far girare i dischi» per primo proprio Fabrizio Fratta. Luci psichedeliche e la palla strobo che gira e si scrollano dalle spalle trent’anni. Più che nostalgia, un viaggio nel tempo – anche musicale – e nei ricordi. Il racconto di un’epoca. Erano gli anni sta dell’house music e dei suoi sottogeneri acid-house, hip-house. Più avanti della fashion-house. E soprattutto della “commerciale”, ovvero le hit dance del momento. Tutte in play list ieri sera: da Madonna ai Rem, da Corona (le intramontabili Rhythm of the night e Baby baby) a La Bouche (Sweet dreams) fino ai lenti “la musica adesiva” con Vasco Rossi e Come mai degli 883. E poi la top ten stilata dal pubblico con al primo posto il successo di Umberto Balsamo Sciolgo le trecce ai cavalli.
Rivive così il mito dell’Odissea, anni in cui il locale – e le discoteche in genere – registrava numeri da capogiro (si parlava di 10 mila presenze negli eventi clou) attirando gli adolescenti con le aperture pomeridiane delle domeniche, ma anche giovani con le serate del venerdì e del sabato sera, fino alle indimenticabili aperture straordinarie no-stop nelle quali anche i più giovani potevano vivere l’emozione di prolungare le ore in disco dal tardo pomeriggio fin dopo la mezzanotte. Un’esperienza di successo che aveva superato i confini regionali, conclusasi poi nel 2007, con la chiusura del locale, fino alla vendita ed alla demolizione dello stabile, sulle cui ceneri è nato un hotel. Una sorte simile a quella di molte altre discoteche in voga in quegli anni ad Ancona e nei dintorni, che sotto l’onda delle mode, del cambiamento del consumo musicale e delle mutate abitudini di giovani e giovanissimi, ma anche delle necessità di adeguamenti, spesso costosi, alle nuove normative sulla sicurezza, hanno chiuso i battenti.
Anche la pista colma di ieri al Melaluna un segno delle trasformazioni avvenute in questi anni – non solo sui volti dei quarantenni di oggi, quindicenni, o poco più, allora. Palco, console e pista di dimensioni ben più ridotte rispetto ai quasi 200 metri quadrati di palco ed i 7 mila di pista dell’Odissea, dove si esibirono anche grandi artisti, non solo del dj set ma anche tanti cantanti, prima che a diventare special guest star delle serate fossero i “tronisti” e le “troniste”. Protagonisti all’epoca insieme a dj e cantanti, “cubisti” e “cubiste” che dall’alto di piattaforme in acciaio attiravano gli sguardi della pista. Anche loro oggi quarantenni, lontani dalle scene, padri e madri, testimoni degli “anni d’oro” delle discoteche e del chiudersi di un’epoca.
(A. C.)
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