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Grandi opere: progetti fermi
ad un anno dalla firma di Delrio

INFRASTRUTTURE - Nuovo stop del Consiglio dei lavori pubblici al raddoppio della variante 16. Servono nuovi approfondimenti da parte di Anas e c'è il rischio dell'aumento dei costi di realizzazione. Ancora allo studio il tracciato per il collegamento porto-A14. Primo passo solo per l'intervento di Rfi di messa in sicurezza della ferrovia

 

Il ministro Graziano Delrio alla firma del protocollo d’intesa del 9 febbraio 2017

 

Grandi opere, a quasi un anno dall’accordo sottoscritto dal ministro alle Infrastrutture Delrio lo scorso 9 febbraio, che ha messo la pietra tombale sull’Uscita Ovest, lanciando quella a Nord ed il progetto del lungomare tra Marina Dorica e Torrette, la lista delle cose da fare è ancora tutta da spuntare. Ad essere partito è solo l’iter per lo spostamento e raddrizzamento della linea ferroviaria, che porterà a mettere in sicurezza la costa e a rendere più veloce la percorrenza dei treni su quel tratto di linea. Al palo tutto il resto, in particolare le infrastrutture viarie. Il Consiglio superiore dei lavori pubblici, organismo che dipende direttamente dal ministero, ha bocciato gli approfondimenti Anas (richiesti dallo stesso Consiglio) sul raddoppio della variante alla statale 16, nel tratto Torrette-Falconara. Strada su cui si dovrebbe innestare anche il bypass di collegamento diretto porto-A14, il cui tracciato, però è ancora allo studio. Il tutto mentre il Paese si prepara a nuove elezioni, con l’incognita sui nuovi assetti di Governo.

RADDOPPIO STATALE 16. Arriva il secondo stop, dopo quello della scorsa primavera, quando il Consiglio superiore dei lavori pubblici aveva chiesto all’Anas una revisione del progetto, ormai vecchio di oltre trent’anni, ed approfondimenti geotecnici, geologici ed idrogeologici. Giovedì scorso la nuova bocciatura, sul raddoppio di quei 7,2 chilometri di strada che collegano Torrette con Falconara. Il Cslp ha rispedito al mittente le specifiche di Anas al progetto, giudicandole incerte ed insufficienti. Dunque tutto da rifare per avviare la progettazione definitiva ed esecutiva, mentre il finanziamento a disposizione per la realizzazione dell’opera 233 milioni, garantiti anche dal Delrio, potrebbero non bastare più. Una vera sorpresa, amara, per i rappresentanti della Regione e dei Comuni di Ancona e Falconara, pronti a certificare l’avvio della progettazione. Ed è già trascorso un anno per l’avvio dell’opera viaria che sembrava di prossima realizzazione. Il primo tassello del puzzle. «Secondo il Consiglio superiore dei lavori pubblici Anas non ha risposto alle osservazioni sollevate dodici mesi fa − spiega l’assessore ai Lavori pubblici di Falconara, Clemente Rossi, presente all’incontro di giovedì −. Le riposte fornite dall’Anas sono state giudicate incerte e riduttive, non tali da garantire la sicurezza di un’arteria viaria di tali dimensioni secondo le attuali norme, entrate in vigore con il decreto Lunardi. Una decisione che non ci aspettavamo − prosegue Rossi −, senza contare che ora si solleva anche il problema dei costi, che potrebbero aumentare rispetto ai 233 milioni disponibili. Nei prossimi giorni ci vedremo con i tecnici della Regione e con il mio omologo del Comune di Ancona, Manarini, per decidere che posizione prendere».

Quali dunque i problemi ostativi alla progettazione? Le carenze evidenziate riguardano sempre gli aspetti geomorfologici e geotecnici del progetto ed i fattori idrogeologici, in particolare per quanto riguarda le due gallerie, la Orciani (nel Comune di Ancona) e la Barcaglione (per buona parte nel Comune di Falconara). I due tunnel hanno dimensioni troppo ridotte, rispetto alle attuali norme. Il nodo dunque da sciogliere è se sia possibile derogare alle dimensioni, costruendo le nuove corsie, o se sia necessario ampliare i due trafori. Ma nel caso di ampliamento, le cose non sarebbero così semplici, soprattutto per Barcaglione, considerando la presenza di insediamenti sopra la galleria. Tutto fattibile, da un punto di vista tecnico, ma è qui che entra in scena l’aumento dei costi. Insomma tutto da vedere ed i tempi si allungano ancora. Senza contare che si tratta del primo stralcio, mentre si perde nella notte dei tempi il secondo. Ovvero il raddoppio da Torrette alla Baraccola.

In rosso l’ipotesi di tracciato per il collegamento porto-autostrada

VARIANTE PORTO-A14. Se frena il progetto del raddoppio, ancora tutto da scrivere quello del collegamento porto-grande viabilità. L’alternativa alla tramontata Uscita Ovest, prevede, almeno nelle intenzioni, la realizzazione dell’ultimo miglio della variante alla statale 16, che, sempre per le ipotesi allo studio, dovrebbe tagliare, in galleria o con una strada in trincea di 5-600 metri, la frana all’altezza della concessionaria Bartoletti per innestarsi poi alla rotatoria di via Esino a Torrette. Tracciati ed ipotesi allo studio, per un intervento stimato di circa 80 milioni.

NUOVA FERROVIA E LUNGOMARE NORD. L’unico punto dell’accordo ad aver preso il via è quello relativo alla rettifica della linea ferroviaria, passo propedeutico alla realizzazione del Lungomare Nord, con la possibilità di allargare la Flaminia, destinata a diventare strada statale e non più comunale. Lo scorso ottobre la firma dell’accordo di programma – presente sempre Delrio – con Rfi. Primo passo, la costruzione della scogliera a protezione dei binari. Poi lo spostamento verso mare della ferrovia, raddrizzando il suo tracciato, e l’interramento del triangolo tra Marina Dorica e Palombella, con i fanghi dragati dal porto. Operazione che porterà i treni in transito sul tratto alla velocità di 200 km orari. Cantiere già in programma per Rfi (che ha a disposizione 15 milioni), all’interno degli interventi a tutela della costa, che prevedono anche un finanziamento regionale, e già intervenuta con un’operazione analoga nel tratto di Porto Recanati. Chiuso il capitolo ferrovia ed interramento, che dovrà avere anche l’effetto di stabilizzare il piede di frana, resta la progettazione dello smart park, di competenza del Comune, e la realizzazione della nuova imboccatura del porto turistico che altrimenti, chiuso dalla nuova scogliera, rischierebbe l’insabbiamento.

Il progetto del Lungomare nord, a lato della via Flaminia la parte interrata per realizzare un nuovo parco urbano

 

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