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Sciame sismico, il punto dell’Ingv:
«Sequenza in diminuzione, ma ancora attiva»

L'ANALISI dell'istituto sottolinea le oscillazioni significative nell'andamento delle scosse dal 24 agosto 2016 ad oggi. Dopo un calo dei terremoti nei mesi successivi a gennaio 2017, nelle ultime settimane si è assistito ad un netto aumento in quanto a numero e magnitudo

La tabella diffusa da Ingv. Il grafico riporta il numero giornaliero di tutti i terremoti localizzati (barre colorate, scala sull’asse verticale a sinistra) e il numero totale cumulato giorno dopo giorno (la linea nera)

Sciame sismico tra Camerino e Muccia, il punto sulla situazione dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. In seguito all’aumento delle scosse degli ultimi giorni, l’Ingv ha emesso un comunicato per analizzare la situazione, concludendo che la sequenza sismica iniziata il 24 agosto 2016 con il terremoto di Amatrice è ancora decisamente attiva. «L’incremento di sismicità, con terremoti che hanno raggiunto valori di magnitudo pari a 4.0, rientrano nella sequenza culminata il 30 ottobre 2016 con l’evento di magnitudo 6.5. Tale sequenza si è gradualmente sviluppata interessando un’ampia fascia dell’Appennino centrale, un’area di circa 1200 chilometri quadrat, estesa per circa 80 km in direzione NNW-SSE e larga circa 15-20 km, dalla provincia di Macerata, nelle Marche, alla provincia dell’Aquila, in Abruzzo».

La zona dell’ultimo sciame sismico, concentrato nell’area di Muccia (fonte Ingv)

Analizzando il grafico diffuso oggi dall’Ingv, è evidente che la sismicità di fondo che ha preceduto l’inizio della sequenza era decisamente più bassa di quella attuale. La tabella riporta il numero giornaliero di tutti i terremoti localizzati e il numero totale cumulato giorno dopo giorno. Dopo le fasi critiche di agosto 2016, ottobre 2016 e gennaio 2017, la sequenza ha avuto un andamento piuttosto regolare a partire dal mese di febbraio 2017. Il numero medio giornaliero, pari a circa 150 scosse nei mesi di febbraio e marzo 2017, è sceso intorno ai 100 eventi tra aprile e giugno ed è arrivato ad avere valori tra 50 e 100 nell’estate 2017. Negli ultimi mesi del 2017 sono stati rilevati una media di 30-40 eventi al giorno. «I primi di marzo 2018 – fa sapere l’Ingv – la sismicità è aumentata superando in un caso i 100 eventi al giorno e anche in questi primi giorni di aprile ha superato i 140 eventi al giorno. Questo aumento di sismicità è prevalentemente concentrato nel settore più settentrionale del sistema di faglie attivato nel 2016, vicino ai comuni di Muccia, Pieve Torina e Pievebovigliana (ora Valfornace ndr). L’andamento descritto è ben visibile nella figura sotto, che mostra l’andamento del numero giornaliero di eventi sismici in un’area circolare di 5 km di raggio attorno a Muccia (MC) dal 23 agosto 2016 al 6 aprile 2018».

Terremoti di magnitudo superiore a 2.0 dal 24 agosto 2016 al 6 aprile 2018 (ore 15). In blu gli epicentri degli eventi fino a un mese fa, in giallo quelli dell’ultimo mese.

«La sequenza in Italia centrale – continua l’istituto – va quindi considerata ancora attiva, con un trend generale di continua diminuzione del numero di terremoti e della loro magnitudo, ma con oscillazioni anche significative, come quelle di questi giorni, che comunque mantengono il livello energetico ancora al di sopra del livello medio calcolato prima del 24 Agosto 2016. A titolo di confronto, si ricorda che la sequenza dell’Aquila del 2009, iniziata con uno sciame a gennaio 2009, e culminata con l’evento principale del 6 aprile, è durata tecnicamente poco più di tre anni. L’area maggiormente attiva in questi giorni rappresenta l’estremità nord del sistema di faglie che si sono attivate tra agosto 2016 e gennaio 2017. Le caratteristiche dei terremoti più forti di questo ultimo mese (orientazione e movimento sulla faglia, meccanismo focale, profondità) avvenuti in un’area circolare di 5 km di raggio attorno a Muccia è coerente con quelli avvenuti nei mesi precedenti. In particolare, il meccanismo focale dell’evento più forte di magnitudo Mw 4.0 è coerente con una faglia normale orientata in direzione appenninica, in accordo con la cinematica degli eventi più importanti della sequenza».

Niente fuori dalla norma, tuttavia non è ancora chiaro se si potranno attivare altre faglie. «Accade abbastanza spesso che le repliche (aftershocks) più forti in una sequenza si concentrino ai bordi delle faglie attivate con i terremoti più forti (mainshocks), soprattutto nelle fasi tardive: per questa sequenza, l’area di Muccia, a nord, mostra un incremento di sismicità proprio in questi giorni e quella di Campotosto, a sud, è stata interessata da un incremento di sismicità tra luglio e settembre 2017. Tali oscillazioni di sismicità, più o meno marcate, sono possibili ma non prevedibili. Come, purtroppo, non è prevedibile allo stato attuale delle conoscenze l’eventuale attivazione di altre faglie nella zona della sequenza o nelle aree adiacenti».

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