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Bar del Salesi, rebus
sui tempi per la riapertura
Corsa a due per la gestione

ANCONA - Inizialmente, erano state quattro le società che avevano presentato domanda per l'affidamento del servizio. In tre sono state escluse, ma una ha fatto ricorso al Tar ed ha vinto. Ora, si sfideranno due ditte per la gestione del locale, chiuso da cinque anni, e dei distributori automatici. Il valore della concessione è di quasi un milione e mezzo di euro

L’ospedale Salesi

 

Riapertura del bar del Salesi, due ditte concorrono per la gestione del servizio. Ma ancora, una data per l’avvio della concessione non c’è. Anche perchè qualche giorno fa si sono riaperti i giochi. Una società che inizialmente era stata esclusa, la “Papillon” di San Benedetto del Tronto, ha fatto ricorso al Tar contro l’estromissione ed ha avuto ragione. La ditta aveva partecipato al bando assieme ad altre tre concorrenti. Non aveva superato la prima fase di sbarramento, lo scorso febbraio, per delle dichiarazioni carenti. Escluse anche altre due società. In pratica, ne era rimasta una sola, la “Serenissima” di Vicenza.  Quasi sicuramente la gestione sarebbe finita nelle mani della ditta veneta. Con l’ammissione del ricorso della “Papillon” ora è corsa a due. Probabile che entro l’estate il nuovo bar, che dovrà sorgere al piano terra, non vedrà la luce. Il nuovo gestore, infatti, dovrà anche provvedere ai lavori di  progettazione, realizzazione del nuovo locale, riqualificazione degli ambienti assegnati e la fornitura con posa in opera degli arredi e attrezzature necessarie all’attivazione dell’attività di cui si stima un valore complessivo pari a circa 350 mila euro. La concessione è quinquennale ed ha un valore complessivo di 1.432.500 euro e comprende anche la gestione dei distributori automatici, sia del Salesi che di Villa Maria. Il bando di gara era stato reso noto nel dicembre 2017. A febbraio, l’esame della documentazione amministrativa in riferimento alle quattro società partecipanti alla gara. Oltre alla “Papillon” e alla “Serenissima” concorrevano “L’Edicola” di Rimini e la cooperativa  “Atlante” con il “Panificio del Conero” (Ancona-Sirolo). Alla fine, alle successive fasi di gara era stata ammessa solo la società veneta. Alla “Papillon” venivano contestate delle carenze nella presentazione della domanda per concorrere. Su questo punto, c’è stato il ricorso al Tar che ha stabilito come la concorrente ha indicato invece di essere in possesso dei requisiti tecnici richiesti per la futura gestione del bar. Se alcuni non sono stati inseriti è perchè nel bando non erano espressamente richiesti. Dunque, la ditta deve essere riammessa in gara.

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