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Ponte San Carlo,
Dezi: «Urgente la manutenzione»
Stop a bus e mezzi pesanti

JESI – Il risultato della perizia affidata dal Comune all'ingegnere ha portato al divieto di transito ai mezzi superiori ai 35 quintali tra due settimane. Risultati negativi anche per la vulnerabilità sismica. Servono 4 milioni di euro

L’ing. Luigino Dezi

 

Ponte San Carlo in condizioni precarie, il Comune vieta il transito ai mezzi superiori ai 35 quintali. Interdetti sia il passaggio dei bus, urbani e extraurbani, degli scuolabus, dei mezzi di raccolta rifiuti e camion. Il divieto entrerà in vigore in un paio di settimane, il tempo necessario per informare Anas, aziende di trasporto pubblico e le associazioni di categoria dei trasportatori per individuare percorsi alternativi. In particolare apposita cartellonistica di preavviso sarà affissa all’uscita di Jesi Est e Jesi Ovest della superstrada per evitare l’uscita dei mezzi pesanti su Jesi Centro. La scelta di limitare il traffico ai mezzi pesanti è stata preferita a quella di un senso unico alternato per le inevitabili code che si sarebbero formate in entrambi i sensi di marcia. La relazione sullo stato di conservazione del Ponte San Carlo è stata effettuata dal progettista incaricato, ingegnere Luigino Dezi, docente Unipvm e già consulente per la Procura nel caso del ponte crollato in A14, che ha evidenziato “uno stato di conservazione piuttosto compromesso causato essenzialmente dalla prolungata esposizione agli agenti atmosferici della struttura portante e dalla mancanza di interventi di manutenzione che hanno prodotto il diffondersi di fenomeni di ossidazione nelle armature metalliche che, in alcuni casi, in particolare per quanto riguarda le staffe all’intradosso delle travi, ne hanno portato alla rottura”. L’analisi sismica complessiva ha altresì evidenziato indicatori di sicurezza piuttosto bassi. Il tecnico, alla luce delle verifiche con i carichi di traffico e dello stato di degrado osservato, ha quindi ritenuto necessaria ed urgente una limitazione del traffico che, come detto, interesserà in questa fase, i soli mezzi pesanti. Per quanto riguarda la vulnerabilità sismica, lo stesso tecnico ha consigliato all’amministrazione comunale di evitare interventi di miglioramento della struttura, preferendo a conti fatti e nell’incertezza della realizzazione di tali interventi, la demolizione e ricostruzione del Ponte. Un’opera dal costo di 4 milioni che il Comune di Jesi aveva già chiesto di essere finanziata con un bando del Ministero dell’Interno dedicato proprio alla messa in sicurezza di edifici e territorio. Pur avendo tutti i requisiti per essere ammesso al contributo, l’intervento non è rientrato in graduatoria. Pertanto l’amministrazione comunale riproporrà l’intervento nel prossimo bando e si sta al contempo attivando per individuare altre forme di finanziamento possibile.

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