Robot che assistano i disabili, calzature anti-caduta, metodi per misurare la frequenza cardiaca senza contatto o monitoraggio dell’assunzione dei cibi. Sono stati questi alcuni dei prototipi presentati ieri, martedì 29 maggio, all’Università politecnica delle Marche durante la presentazione del libro “Human Monitoring, Smart Helath and Assisted Living”, di cui si è occupato il rettore Sauro Longhi, assistito da Andrea Monteriù e Alessandro Freddi.
Pubblicato dall’editore inglese Iet, «Questa monografia − ha dichiarato Longhi − potrebbe trainare le imprese del territorio per trasformare un’intuizione in un elemento di sviluppo». Non a caso infatti, da anni l’Univpm svolge attività di ricerca a supporto di anziani e disabili, avendo costituito anche un “Cluster Nazionale sulle Tecnologie per gli Ambienti di Vita” del quale il rettore Longhi è stato anche presidente, nella convinzione che queste categorie di persone sono sempre più importanti e presenti nella quotidianità (Nel 2065 l’età media si alzerà di altri 6 anni e gli anziani saranno il 33,7 % della popolazione).
A ribadire l’importanza di queste invenzioni e tecnologie, Andrea Monteriù: «Prima di essere un docente sono un disabile e per questo posso dire che la tecnologia assistiva ci rende liberi e persone incluse nella vita. Il mio primo ausilio assistivo l’ho costruito quando avevo 9 anni: ho chiesto al fabbro Giovanni che abitava vicino casa mia di battere una forchetta da un lato così che potevo mangiare e tagliare la carne con un solo strumento».
Nella giornata di ieri sono state presentate anche due app per il monitoraggio delle persone ipovedenti ed ipoudenti o per quelle affette dal morbo di Parkinson, ed è intervenuto Alessandro Freddi a sottolineare l’importanza di progetti di questo tipo, affermando che: «Dietro alla ricerca, agli studi, alle ore di laboratorio c’è la necessità di tante persone di avere una vita migliore e nulla forse ripaga più degli studi fatti del sorriso o della felicità mostrata davanti ad uno strumento che può davvero fare la differenza per chi ha una disabilità».
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Se un territorio riesce e vuole trasformare un intuizione in opportunità – sociali ed economiche quindi crea una rete – genera delle alleanze positive che conseguentemente migliorano la qualità della vita anche senza disabilità. Ho sempre elogiato la tecnologia perché mi ha sempre semplificato la vita, mi ha fornito informazioni utili e grandi conferme.