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Spara al figlio, il 91enne ascoltato in carcere:
«Basta soldi per il mantenimento, li volevo ammazzare»

CHIARAVALLE - Esasperato per le continue liti familiari e per le difficoltà economiche che si trascinavano da anni, ha imbracciato il fucile da caccia e ha sparato contro la macchina su cui stavano arrivando il figlio e la moglie, ferendo l'uomo di striscio a un braccio. Ora dovrà rispondere di tentato omicidio

Il carcere di Montacuto

 

di Talita Frezzi

Esasperato per le continue liti familiari e per le difficoltà economiche che si trascinavano da anni, ha imbracciato il fucile da caccia e ha sparato contro la macchina su cui stavano arrivando il figlio e la moglie, ferendo l’uomo di striscio a un braccio. Ora Mario Rosati, 91 anni, è in carcere a Montacuto, con le accuse di tentato omicidio aggravato nei confronti del figlio Renato Rosati (66 anni), porto abusivo di arma da fuoco e ricettazione. Il fucile calibro 12 usato è risultato oggetto di furto ai danni della ex moglie nel 2007. Sentito dal Pm Irene Bilotta durante l’interrogatorio di garanzia, Mario Rosati avrebbe detto di essere esasperato da anni di litigi, maltrattamenti e vessazioni anche economiche. Avrebbe spiegato le sue difficoltà a dover elargire alla ex moglie mensilmente e da quasi 30 anni un assegno di mantenimento di 400 euro rispetto alla sua pensione minima (che supera di poco le 500 euro) ponendolo in gravi difficoltà di sussistenza. A quel disagio economico si sarebbero aggiunte le liti, i maltrattamenti e i dissapori con il figlio e la nuora, sfociati anche in denunce. L’anziano ha ammesso alla Pm che non voleva lasciare nulla delle sue proprietà ai familiari, ma solo alla sua badante. «Volevo uccidere per non dare più loro mantenimenti e soldi», insomma avrebbe ammesso. Ma l’avvocato difensore Maurizio Barbieri è comunque cauto. Domani in carcere si terrà l’udienza di convalida dell’arresto e l’anziano sarà sentito di nuovo. «Ci preme in primis stabilire la sua reale capacità di intendere e di volere – ha spiegato l’avvocato – certamente sono a conoscenza di gravi problematiche familiari che perdurano da anni e della sua condizione di esasperazione. Ma per arrivare a sparare, qualcosa nella sua testa deve essere successo e vogliamo capire questo, magari attraverso una perizia psichiatrica. Poi lavoreremo sulla difesa».
Il grave fatto di sangue aveva destato sconcerto a Chiaravalle, dove questa famiglia è conosciuta. Il figlio, Renato Rosati, 66 anni è un ex infermiere in pensione. Ieri mattina era andato a casa del padre, nei pressi della Manifattura Tabacchi, e forse al culmine dell’ennesimo litigio il pensionato ha imbracciato il fucile e ha aperto il fuoco. Per fortuna il proiettile ha colpito il montante dell’abitacolo e il volante, ferendo il figlio a un braccio solo di striscio. Trasportato in ospedale a Jesi, Renato Rosati è stato medicato e dimesso con una prognosi di pochi giorni. Per l’anziano padre invece, erano scattate le manette. I carabinieri della Stazione di Chiaravalle e del Norm di Jesi lo hanno arrestato. E nonostante la veneranda età, per lui si sono aperte le porte del carcere di Montacuto dove attende l’udienza di convalida.

Spara col fucile al figlio al culmine di un litigio

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