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Parco del Conero,
ambientalisti scrivono alla Regione:
«Si torni al direttivo a dieci»

AMBIENTE – Nella lettera aperta inviata anche a sindaci di Ancona, Sirolo, Numana e Camerano, e all'Assemblea legislativa, le associazioni chiedono «massima attenzione per le successive nomine affinché i rappresentanti siano un punto di garanzia»

 

 

Prosegue il braccio di ferro sulla proposta di legge regionale 223 che modifica la governance del Parco del Conero – indicando un direttivo ad otto – e che presto approderà in Consiglio regionale per la votazione finale. La associazioni ambientaliste, che hanno visto decurtata di un membro la loro rappresentanza nel direttivo – passando da due componenti ad uno nella pdl definitivamente licenziata dalla Commissione regionale Ambiente lo scorso 16 gennaio – hanno scritto una lettera aperta ai consiglieri dell’Assemblea legislativa per chiedere di emendare il testo al momento dell’arrivo in Aula per ritornare ad un direttivo a dieci, e a Regione e sindaci di Ancona, Sirolo, Numana e Camerano, affinché ci sia «massima attenzione per le successive nomine affinché il rappresentante della Regione sia un punto di garanzia, tenuta ed equilibrio rispetto alle spinte localistiche e i designati dai Comuni siano attenti, responsabili ed espressione dell’interesse alla tutela dell’ambiente naturale».
Nella lettera, Legambiente, Italia Nostra, Club Alpino ed il Comitato Mezzavalle Libera hanno sottolineato come «le vicende che hanno visto protagoniste in questi ultimi anni le aree protette, e il Conero in particolare, ci hanno amareggiato e deluso. In primis perché le scelte politiche prese su questo fronte ci hanno dimostrato quanto la sensibilità ambientale e le opportunità che ne possono seguire non siano state comprese a pieno da questa legislatura regionale. Sul Parco del Conero, poi – proseguono le associazioni –, abbiamo visto una politica ripiegata su se stessa e molto lontana dallo svolgere gli interessi della comunità e dell’ambiente: ne è testimonianza il suo commissariamento che giudichiamo inutile ed inspiegabile.
Lavorare sulla qualità del turismo, dell’economia sana e commisurata al territorio, della gestione idrogeologica e sulla conservazione della biodiversità, soprattutto in questo momento così delicato in cui c’è estrema urgenza di rimettere in equilibrio l’ambiente, non può che passare da parchi virtuosi e in grado di essere modello di sviluppo locale».

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