A rischio la soppressione delle corse del Frecciabianca sulla tratta Adriatica: nasce il Comitato dei Pendolari delle Marche. E chiede a gran voce un incontro con l’assessore Sciapichetti per chiedere delucidazioni sul futuro che spetta alla centinaia di persone che ogni giorno, per lavoro o studio, sono costrette a muoversi in treno. Stando a quanto riportato dal Comitato, a dicembre 2018 Trenitalia ha apportato modifiche agli orari dei treni e ne ha cambiato anche la circolazione lungo la linea adriatica. «Recentemente – sottolinea il Comitato- sono iniziate a trapelare notizie, mai smentite ufficialmente, circa una ennesima, e questa volta sostanziale, modifica riguardante sia gli orari che le tipologie di treni. Alcuni pendolari hanno avuto la necessità di acquistare collegamenti ferroviari a marzo/aprile 2019 e si sono accorti di non poter prenotare i treni a lunga percorrenza né tramite il sito internet di Trenitalia né attraverso le biglietterie sparse sul territorio regionale. In sostanza, la svolta di Trenitalia prevede la soppressione di tutti i treni Frecciabianca sostituiti da treni Frecciarossa (con velocità max di 200-250 km/h), Frecciargento e Intercity». Per il comitato, «tale operazione di conversione dei Frecciabianca in treni Frecciargento e Frecciarossa comporterà la soppressione di molte fermate tra le Marche e l’Emilia Romagna, circostanza che toglierebbe la possibilità a molti pendolari di andare a lavorare ogni giorno e rientrare a casa la sera». Ad oggi Trenitalia ha ripristinato nel proprio sito, i treni Frecciabianca almeno fino a inizio giugno ovvero fino al cambio di orario (da invernale a estivo): in questa sede verranno introdotti i possibili cambiamenti. «Il Comitato per i Pendolari delle Marche si è auto-costituito, sull’esempio di altri Comitati già esistenti come il RomBo – Comitato pendolari di Romagna, per chiarire tutte queste vicende nonché chiedere alla Regione Marche un confronto ed un supporto affinché i pendolari siano messi nella condizione di arrivare alle opportune sedi (per ragioni di lavoro ma anche di studio, cura ecc..) in tempi e modalità accettabili, in considerazione anche della mobilità sovra-regionale che moltissimi devono affrontare non per scelta ma per necessità».
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