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Quando bruciò la cupola
del santuario di Loreto

INCENDIO - La tragedia di Notre Dame riporta alla mente il bombardamento sulla città e la Santa Casa nel 1944

L’incendio della cupola causato dai bombardamenti del 1944 (da unpodituttopertutti.it)

 

di Donatella Donati

È la fine di giugno del 1944 quando nella piana tra il fiume Potenza e il fiume Musone nella provincia di Macerata infuria la battaglia tra le truppe alleate e le truppe tedesche in ritirata. È una notte di luna e il mare è così vicino che da Recanati sembra di poterlo toccare. A pochi chilometri dal mare si staglia la Santa Casa di Loreto con la bella cupola opera di Donato Bramante, elegante e forte con i suoi costoloni di pietra. Nessuno si aspetta quello che sta per avvenire. Preceduti da un ronzio in aumento arrivano bassi nel cielo due stormi di Spitfire inglesi che si calano sulla piana e arrivati alla cupola la bombardano per qualche minuto finché indisturbati si alzano si colgono indietro e riprendono il volo verso Occidente. Dalla cupola si elevano fiamme rosseggianti che calano giù per i costoloni e li infiammano quasi tutti. Tramontata la luna si vede anche da lontano che la cupola è avvolta in fumate minacciose e che la Santa Casa è stata privata della sua protezione.

Il santuario di Loreto

Nella piana alle luci dell’alba i combattenti riprendono finché le truppe tedesche spinte verso nord non abbandonano il luogo infausto di quella battaglia. Tanta gente accorre subito dopo a Loreto a piedi, in bicicletta piangendo per quel nero di fumo che la cupola è diventata. Si licet parva cum magnis componere anche gli abitanti della nostra provincia subirono il colpo di un bombardamento che diede rovina ad una chiesa simbolo del culto della Madonna perché sotto quella cupola era stata ricostruita con pietre autentiche la casa di Maria a Nazareth. Esprimiamo il nostro cordoglio e il nostro dolore per l’incendio che ha minacciato di devastare una delle chiese simbolo in Europa del culto Mariano. La cupola di Bramante uno dei più grandi architetti del 500, in pochi anni è stata ricostruita. I miei occhi di ragazzina hanno visto da un finestrone della casa di Recanati il dramma di Loreto.  I miei auguri più spontanei e calorosi perché in breve tempo anche le parti bruciate di Notre Dame ritornino a splendere.

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Il ricordo del maestro Carlo Iacomucci con il disegno a china eseguito a Parigi nel 1983

 

Mentre scorrevano in tv le drammatiche immagini di Notre Dame in fiamme, la mente del maestro Carlo Iacomucci è tornata al 1983 quando era a Parigi di fronte alla cattedrale francese per eseguire un disegno a china che ne ha immortalato l’ inconfondibile profilo, ora sfregiato dalle fiamme. Un ricordo indelebile per l’incisore e pittore  urbinate che vanta un curriculum artistico di tutto rispetto. Ricordiamo  in uscita di un suo libro d’arte unico nel suo genere dal titolo “La Mano Ribelle”, Ed. Zefiro-  Carlo Iacomucci, l’artista dalla mano ribelle, “quando la distonia diventa arte”.

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