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Investimento mortale alla Palombella,
la rabbia dei residenti:
«Si rischia la vita ad attraversare»

ANCONA – Gli abitanti della zona hanno organizzato una raccolta firme per chiedere all'amministrazione di garantire la sicurezza in un tratto flagellato da incidenti: «La politica dorme, devono morire le persone prima che si faccia qualcosa?»

Fiori e una candela in ricordo di Lili

 

di Martina Marinangeli (foto di Giusy Marinelli)

Il dolore si mescola alla rabbia per l’ennesima tragedia della strada a cui ha fatto da sfondo via Flaminia. La morte di Lacramioara Suler, la donna di 51 anni investita alla Palombella lo scorso sabato dall’auto di un 83enne di Ancona, ha riacceso un faro, nel modo più drammatico possibile, sulla sicurezza di un tratto stradale in cui la segnaletica orizzontale va scomparendo.  Quella verticale non è sufficiente, l’asfalto è una groviera – i lavori dovrebbero partire a breve ed essere completati entro Natale, dopo un’infinita sequela di problemi con le ditte, stop ed intoppi burocratici – e la velocità dei mezzi è decisamente troppo sostenuta per un’area abitata. Un mix micidiale, che ha causato una lunga lista di incidenti negli anni, alcuni dei quali mortali. I residenti sono stanchi di appellarsi alla buona sorte ogni volta che attraversano la strada e hanno iniziato una raccolta firme per chiedere al Comune di intervenire.

Ioana, amica di Lili

«Questa strada è un disastro e si rischia la vita – racconta Ioana, che da qualche giorno ospitava Lacramioara, per tutti Lili, alla quale era legata da un rapporto di amicizia –: stamattina ho voluto mettere i fiori e una candela in suo ricordo, e ho faticato ad arrivare dall’altra parte della strada perché nessuna macchina si fermava per farmi attraversare, anche se ero sulle strisce». Ioana è tra le persone che hanno sottoscritto la petizione per chiedere all’amministrazione di fare qualcosa per garantire l’incolumità dei pedoni, «magari mettere un semaforo o un dosso, qualcosa di più di un cartello che dice attenzione. Neanche le strisce pedonali si vedono più. La politica dorme, devono morire le persone prima che si faccia qualcosa». Il problema di quel tratto di strada maledetto va però oltre la segnaletica – pur decisamente carente – e si incarna anche nello scarso senso civico degli automobilisti che di lì transitano ogni giorno, con il piede pesante sull’acceleratore e poco inclini a fermarsi prima delle zebre per far attraversare i pedoni.

Najoua Hafsi

«C’è una fermata dell’autobus dove scendono molti ragazzi di ritorno dalla scuola – fa notare Najoua Hafsi, una madre preoccupata per l’incolumità di suo figlio –, si deve trovare una soluzione. Mi sono trasferita in questa zona da un altro quartiere solo un anno fa e ho saputo di almeno tre incidenti. Uno anche pochi giorni fa, che ha visto coinvolta una postina per fortuna in maniera non grave. A mio figlio ho detto di non attraversare finché non vede la strada completamente libera perché le macchine non si fermano alle strisce».

Giulio del Bar Nadi

«Il problema è che non si rispettano i limiti di velocità – osserva Mihai Pirvulesco, dipendente del bar Disco to disco –. Non so se un autovelox potrebbe essere una soluzione. Magari migliore del semaforo, che secondo me creerebbe solo più problemi dato che questo tratto si trova dietro una curva». Mihai ne fa una questione di «buon senso di chi si mette alla guida, non si può dare la colpa solo al Comune per la segnaletica». Macchine che sfrecciano, e spesso si lanciano in pericolosi sorpassi nonostante sia vietato: «noi abbiamo la fortuna di avere un parcheggio a fianco – spiega Giulio del Bar Nadi – ma è rischioso uscire per l’andatura sostenuta delle auto».

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