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Imola, il neo vescovo Giovanni Mosciatti:
«Il mio saluto ai feriti dalla vita»

IL SACERDOTE lascerà presto la parrocchia di Sassoferrato per trasferirsi nella città romagnola dopo la nomina a vertice della Diocesi. Il suo primo pensiero, nel discorso ufficiale, è andato ai sofferenti, agli ammalati e ai poveri

Il vescovo di Imola Giovanni Mosciatti

 

Dopo l’annuncio della sua nomina alla guida della Diocesi di Imola, stamattina il nuovo vescovo Giovanni Mosciatti, che lascerà presto la parrocchia di Sassoferrato, si è presentato alla città romagnola con un toccante discorso che vi proponiamo nella versione integrale. Ha riservato il suo primo saluto «ai sofferenti, agli ammalati, ai poveri ed ai feriti dalla vita, ed a quanti per un qualsiasi motivo sono associati alla passione di Cristo»

Fratelli e sorelle carissimi,

quando qualche giorno fa S.E. Mons. Emil Paul Tscherrig, Nunzio Apostolico in Italia, mi ha convocato a Roma, presso la Nunziatura Apostolica, per comunicarmi la decisione di Papa Francesco di affidarmi la cura pastorale della Chiesa che è in Imola sono stato letteralmente sommerso dallo stupore, dalla commozione, da una grande preoccupazione e da timore. La sproporzione del compito e della responsabilità mi sono evidentissime, ma pian piano si è fatta strada in me l’evidenza che nella mia storia il Signore non mi ha mai abbandonato. Ed ogni volta che ho detto il mio “Si” e mi sono affidato ho sperimentato la potenza della Grazia del Signore che attraverso la mia povertà ha fatto grandi cose. Come non pensare allora al grande “Si” di Maria che ha permesso a Dio di entrare come uomo nella nostra storia, trasfigurando definitivamente l’orizzonte della vita umana.

E così, certo della presenza del Signore ma anche con timore e trepidazione, vengo tra voi come fratello e Pastore. E desidero poter vivere e testimoniare le parole di Papa Francesco quando descrivendo i Pastori del gregge li invita a «camminare davanti, indicando il cammino, indicando la via; camminare in mezzo, per rafforzarlo nell’unità; camminare dietro, sia perché nessuno rimanga indietro, ma, soprattutto, per seguire il fiuto che ha il Popolo di Dio per trovare nuove strade». Ecco perché mi hanno molto colpito le parole che Lei, carissimo Mons. Ghirelli, ha voluto pronunciare in una recente intervista indicando a tutti che “abbiamo l’opportunità di traghettare la nostra antica Chiesa verso una nuova giovinezza, passando da un’adesione al cristianesimo per tradizione ad un’adesione convinta e perciò aperta al dialogo.” La ringrazio si da ora per l’affetto con il quale mi accoglie, per i suggerimenti che sicuramente potrà e vorrà darmi, e per la paternità a cui potrò guardare.

Saluto con particolare affetto voi, Presbiteri e Diaconi, primi collaboratori nel mio ministero. A voi desidero dedicare le mie attenzioni e le mie cure più profonde. Vi saluto tutti e spero di conoscervi presto uno per uno. In particolare prego già fin d’ora per i sacerdoti anziani, per quelli malati, per coloro che si sentono particolarmente soli. Il mio saluto va a tutti i sofferenti, agli ammalati, ai poveri ed ai feriti dalla vita, ed a quanti per un qualsiasi motivo sono associati alla passione di Cristo. Soprattutto alle vostre preghiere e all’offerta delle vostre fatiche affido fin da ora il mio ministero. Una grande stima mi lega a tutte le forme associative nella Chiesa. Il mio pensiero va alle Confraternite, all’Azione Cattolica, alle Associazioni ed ai Movimenti, alle nuove comunità e a tutte le realtà che rendono visibile la comunione nei diversi luoghi e situazioni di vita della nostra Chiesa.

Saluto voi religiosi e religiose. So che la vita religiosa è presente e viva nella nostra diocesi in varie espressioni. A voi manifesto la gratitudine della Chiesa per la scelta d’amore totale e radicale presente nella vostra vita, che vi porta a testimoniare, rendendola visibile e riconoscibile, la radicalità della sequela di Cristo. Grazie per quello che siete e per quello che fate! Un saluto particolare di deferenza alle autorità civili e militari che reggono la vita pubblica nei Comuni della Diocesi. Ad essi fin d’ora assicuro leale collaborazione, nel pieno rispetto della differenza degli ambiti, ma anche nel sincero desiderio di collaborare fattivamente al bene della nostra gente, soprattutto degli ultimi.

Saluto con rispetto e affetto i fratelli nella fede cristiana che non appartengono alla Chiesa Cattolica, tutti i credenti nell’unico Dio e anche coloro che non professano nessuna fede e non si riconoscono in nessuna religione. Con loro mi sento compagno di viaggio e a tutti vorrei poter offrire la ricchezza di ciò che mi è stato donato. E, finalmente, un saluto affettuoso alle famiglie ed a tutto il popolo santo di Dio. Vi chiedo sin da ora di pregare per me e per tutta la nostra Chiesa. Affido tutto quanto il mio ministero e tutta la mia vita all’intercessione di Maria Santissima e dei santi Patroni Cassiano e Pietro Crisologo. Ci benedica tutti il Signore misericordioso!

Giovanni Mosciatti – Vescovo eletto di Imola

Don Giovanni Mosciatti è il nuovo vescovo di Imola

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