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Il Festival di Varano
incanta anche l’arcivescovo Spina:
«Il dialetto è la radice popolare»

ANCONA - L'arcivescovo è salito sul palco durante la seconda serata della kermesse. Stasera si esibirà la compagnia Elianto di Lapedona

Il vescovo sul palco

 

Terza serata al Festival del Dialetto di Varano, la più importante rassegna dialettale marchigiana arrivata all’edizione numero 45. Questa sera, alle 21,30 dopo il concorso canoro “Varano canta”, salirà sul palco della frazione del Conero la Compagnia Elianto di Lapedona (Fermo). Presenterà la commedia “’Na vita tribbulata” di Giuseppe Jori per la regia di Luigi Palloni. Racconta le vicende di una famiglia di contadini in condizioni economiche disagiate, aggravate dall’avidità di un usuraio che vuole essere pesantemente risarcito di un prestito in denaro. Dopo varie situazioni arriva la “provvidenza” a far tornare il sorriso. Ieri sera, intanto, di fronte al consueto tutto esaurito, testimoniato dalla lunga fila per accedere alle gustose pietanze delle cuoche varanesi e poi allo spettacolo, c’è stata la gradita visita dell’arcivescovo Angelo Spina, salito a Varano assieme al parroco don Fausto per portare il proprio saluto e vicinanza. Mons. Spina ha prima di tutto salutato le cuoche ricordando la loro importante funzione nel Festival, concedendosi volentieri ad una foto ricordo. Poi è stato chiamato sul palco dal presentatore Roberto Cardinali a cui ha confessato la sua passione per il dialetto, lasciandosi andare in alcune citazioni nel suo idioma, quello molisano, raccontando anche gustosi aneddoti. «Il dialetto- ha ricordato l’arcivescovo- rappresenta la radice popolare e come tale va curato e raccontato alle nuove generazioni». Da segnalare la prima serata del concorso “Varano canta” che ha visto il successo di Gloria Catena, qualificata per le semifinali della prossima settimana.

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