La produzione degli elettrodomestici è un settore nodale in Italia e nel processo di riqualificazione e riposizionamento dei prodotti sui mercati, Fabriano può rivelarsi determinante nel suggerire le linee guida delle politiche strategiche industriali future grazie ad una tradizione consolidata di esperienze nel comparto della meccanica leggera. Un progetto ambizioso che richiede, secondo la Cgil Fiom di Ancona, come presupposto il dialogo tra le parti sociali nella costituzione di un tavolo nazionale. Un luogo di confronto per ragionare su come mantenere la quantità e qualità della produzione italiana, consolidando la rete dei fornitori, puntando sulla innovazione, favorendo la permanenza della aziende presenti sul territorio attraverso la sinergia tra le multinazionali e attraverso i nuovi paradigmi dell’economia circolare richiamati dall’Europa. Non di vertenze o crisi aziendali ma di progettualità costruttiva hanno parlato, in sintesi, i rappresetanti Fiom nella conferenza stampa convocata stamattina nella sede Cgil a Fabriano. Nell’ambito dello stesso incontro la sigla sindacale ha presentato un documento dal titolo Vivere e lavorare a Fabriano, oggi e domani. che racchiude le proposte da discutere.
«La Fiom di Ancona ritiene irrimandabile l’apertura di un confronto su quello che sarà il futuro del lavoro nella zona di Fabriano e dell’intero comprensorio, partendo da attenta valutazione dei comparti produttivi e del difficile contesto di mercato. – ha spiegato Pierpaolo Pullini, segretario Fiom Ancona – La storia e la tradizione industriale portano a considerare l’elettrodomestico come riferimento su cui bisogna aprire una discussione nazionale, con la convocazione di un tavolo istituzionale sull’andamento del settore: salvaguardare e rilanciare la produzione in Italia con ruolo centrale del fabrianese, anche puntando sulla consolidata rete di fornitori ed indotto; rete da guardare con interesse in una visione strategica per il territorio e da far lavorare in sinergia con le multinazionali, anche in un’ottica di economia circolare, così come da recenti direttive europee, la Fiom di Ancona considera l’innovazione, tecnologica e dei prodotti, la strada da seguire per dare futuro al lavoro sull’intero distretto e propone a tutti i soggetti, istituzionali e di rappresentanza, di aprire immediatamente un confronto al fine di individuare le soluzioni: preservare le professionalità e le competenze esistenti, creare le condizioni per il rilancio del territorio:serve creare una prospettiva e pensare strategicamente per il futuro».
E’ necessario pertanto individuare le strade da seguire per rendere il territorio appetibile per investimenti «e per convincere le multinazionali presenti a restare: una proposta potrebbe essere quella dell’area di crisi industriale complessa allargata anche al territorio dello jesino per l’istituzione di un vero e proprio distretto della meccanica leggera (elettrodomestico e comparti correlati come cappe, meccanica generale, stampi/stampaggi) con tutte le agevolazioni che lo strumento può prevedere, a cominciare dallo sponsor di progetto.- è stato sottolineato – Ragionare in prospettiva per il futuro in un patto sociale tra imprese, associazioni datoriali, istituzioni e rappresentanti delle lavoratrici e dei lavoratori, partendo dal considerare il comparto dell’elettrodomestico strategico, l’innovazione la strada da costruire e percorrere e trovare insieme le idee migliori per realizzare un progetto di prospettiva, ognuno nel rispetto dei propri ruoli e degli interessi che rappresenta».
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