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Caccia, «legge regionale incostituzionale»

LA CORTE COSTITUZIONALE ha stabilito che su ecosistema e ambiente la competenza è dello Stato. Esultano le associazioni animaliste

 

 

«Incostituzionale la legge regionale a favore dei cacciatori». Le associazioni animaliste e ambientaliste lo dicono alla luce della sentenza della Corte costituzionale che in sostanza dice che la Regione ha fatto una legge che non era di sua competenza. La legge è la 44/2018, introdotta dalla Regione, «che ha consentito ai cacciatori marchigiani di sparare nelle aree della Rete Natura 2000, pur in violazione delle norme dettate dalla Costituzione Italiana – dicono Wwf Marche, Lac Marche, Lupus in Fabula, Lav Marche e Lipu Marche – . Un regalo che la Giunta regionale aveva fatto ai cacciatori dopo che il Consiglio di stato, a cui si erano appellate le nostre associazioni ambientaliste, aveva bloccato la caccia in quelle zone, permettendo così di salvare migliaia di animali della fauna selvatica regionale. Una norma, quella cancellata dalla Corte Costituzionale, letteralmente inventata in fretta e furia dalla Giunta regionale, sotto la pressione delle associazioni venatorie, per salvare una stagione venatoria compromessa e mutilata dalle sentenze del Consiglio di stato». Le associazioni aggiungono che «E’ veramente impressionante leggere le parole conclusive della sentenza della Suprema Corte: “Dichiara l’illegittimità costituzionale degli articoli 1, comma 1, e 2, comma 1, della legge della Regione Marche 12 dicembre 2018, numero 46” perché “si ricollega per tale ragione alla competenza esclusiva dello Stato in materia di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema”. In sostanza, la Regione ha violato la Costituzione approvando una legge totalmente al di fuori della propria competenza, invadendo la giurisdizione dello Stato in materia di tutela ambientale, al fine di peggiorare le norme poste a protezione della fauna selvatica. Nei fatti, questa importante sentenza inciderà profondamente nel calendario venatorio 2019/2020 e nell’attuale stagione venatoria, in quanto verranno meno i presupposti per poter continuare a cacciare nelle aree della Rete Natura 2000».

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