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Dal microscopio ottico
alla digitalizzazione delle immagini:
l’eccellenza di Oculistica a Torrette

ANCONA - Tecnologia all'avanguardia nella clinica degli Ospedali Riuniti, consente una migliore visione del campo operatorio e interventi chirurgici ancora più precisi. Sarà utilizzata anche dagli studenti. Il direttore Caporossi: «Qui si mettono insieme necessità del territorio e di scuola di specialità»

Un momento della conferenza stampa alla quale erano presenti, da sinistra a destra: Marcello D’Errico, Gian Luca Gregori, Michele Caporossi e Cesare Mariotti

 

Le immagini registrate da due telecamere vengono inviate ad un sistema di digitalizzazione e lavorate. Una volta rinviate allo schermo possono essere osservate utilizzando gli occhiali polarizzati. L’alta risoluzione permette la visione dei minimi dettagli. E’ la nuova metodica, decisamente all’avanguardia, applicata in oculistica e presentata nella Sala Tosolini della direzione generale degli Ospedali Riuniti di Ancona.

«Si tratta – ha spiegato Cesare Mariotti, direttore della Clinica Oculistica Ospedali Riuniti – di una metodica che ha rivoluzionato il modo di intervenire in quanto consente una migliore visione del campo operatorio. In questo modo gli interventi sono ancora più precisi. Nata per il segmento posteriore, dal novembre 2016 primi sul territorio nazionale, è stata da noi applicata anche davanti con risultati eccellenti». Dopo Ancona, sono seguite le città di Firenze e Trieste. Ma di cosa si tratta esattamente? «Le immagini registrate da due telecamere vengono inviate ad un sistema di digitalizzazione e lavorate – ha spiegato Mariotti – Una volta rinviate allo schermo, possono essere osservate utilizzando gli occhiali polarizzati. L’alta risoluzione permette la visione dei minimi dettagli». Dunque, quella che si ha, è una visione in 3D e ricca di dettagli altrimenti impercettibili. Una tecnologia che serve non solo ai pazienti che devono sottoporsi ad interventi si ad interventi «ma anche a formare i nostri studenti – ha detto Michele Caporossi, direttore generale di Ospedali Riuniti, – perché quando uno studente esce dalla scuola di specializzazione, deve uscire anche con un certo numero di casi trattati. Qui si mettono dunque insieme necessità del territorio con necessità di scuola di specialità. Stiamo inoltre investendo per dare una risposta potenziata rispetto a quello che riusciamo a fare oggi». Soddisfazione è stata espressa anche dal rettore dell’Università Politecnica delle Marche, Gian Luca Gregori, che ha sottolineato l’importanza del «forte rapporto di collaborazione che esiste tra gli Ospedali Riuniti di Ancona e l’Università Politecnica delle Marche».

(Al. Big.)

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