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«Pazienti affetti da Covid-19
Si valuti struttura unica
per le Marche»

LA RICHIESTA dei consiglieri regionali di FdI, Forza Italia e Lega: «Si potrebbe fare vicino a un ospedale o all'Interporto». Il deputato e candidato Acquaroli lancia l'allarme per il commercio e i pescatori e chiede l'«immediata liquidazione del fermo pesca del 2018»

 

Da sinistra Elena Leonardi, Piero Celani, Marzia Malaigia, Sandro Zaffiri, Jessica Marcozzi, Luigi Zura Puntaroni, Mirco Carloni

 

«Bisogna pensare all’allestimento di una struttura unica di riferimento per la cura del Covid19 anche nelle Marche. Chiediamo al governatore Ceriscioli di iniziare, con i suoi tecnici, a valutare il sito più idoneo». Lo chiedono i gruppi consiliari regionali di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega. Per i consiglieri il luogo «potrebbe essere individuato nelle vicinanze di un ospedale esistente, oppure di prendere in considerazione la zona dell’Interporto o l’utilizzo di capannoni industriali oggi inutilizzati riconvertiti allo scopo. L’importante è che si possa realizzare ed attrezzare in tempi brevissimi. Questo presidio – proseguono -, dovrebbe supportare l’emergenza e poi progressivamente sostituire la riorganizzazione fatta in questa prima fase. Tutto ciò dovrebbe servire, immaginando che l’emergenza non sarà brevissima, non solo per scongiurare il collasso del sistema sanitario regionale già in grande difficoltà, ma anche per evitare quella promiscuità che mette a rischio ogni giorno decine di operatori, medici e pazienti». I consiglieri chiedono inoltre che «oltre al conto corrente regionale già attivato» si attivi «un centro di riferimento che possa coordinare le donazioni, renderle immediatamente fruibili e soprattutto che vada a coprire le reali necessità, senza il rischio che la solidarietà si perda nei meandri della burocrazia». I gruppi consiliari inoltre condividono diverse scelte fatte dalla Regione, tra le quali «la decisione del governatore Ceriscioli di estendere la campionatura dei tamponi agli asintomatici e in particolare sollecitiamo una priorità per le categorie più esposte al rischio per tentare quanto più possibile di arginare il contagio».

Francesco Acquaroli

Nel frattempo Francesco Acquaroli, deputato di FdI e componente della commissione Attività produttive e anche candidato governatore, lancia l’allarme per il mondo produttivo con particolare riguardo alle attività commerciali e turistiche. Lo fa insieme al vicesegretario della commissione Agricoltura e Pesca Andrea De Carlo. L’allarme, dice Acquaroli, «viene anche dalla pesca. È necessario intervenire urgentemente sulla sicurezza dei pescatori, che continuano ad uscire in mare anche se sui pescherecci è impossibile mantenere le distanze di sicurezza durante il lavoro e quindi, rispettare le norme anti Covid19. Il timore dei pescatori di essere contagiati è molto sentito, perché secondo la normativa vigente la responsabilità del rispetto delle distanze tra i pescatori sul peschereccio è del comandante e dell’armatore, ma questi non si trovano nelle condizioni di farle rispettare, e neanche le forze dell’ordine sono in grado di effettuare questi controlli. Perciò l’unica soluzione è evitare le uscite dei pescherecci in mare e chiedere l’immediata liquidazione del fermo pesca del 2018. Inoltre – aggiunge il deputato -, nel decreto “Cura Italia”, fa rumore la somma di 600 euro una tantum prevista per i lavoratori autonomi, non solo per l’importo ma anche perché non sarà indirizzata a tutti ma solo a coloro che hanno una gestione pensionistica Inps. Sui lavoratori autonomi il governo fa figli e figliastri».

 

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