«Il 1° Maggio quest’anno si presenta in una forma inedita, come mai era accaduto dal secondo dopoguerra ad oggi. Non saremo nelle tante città, con le nostre bandiere, a manifestare fianco a fianco ma faremo sì che, da un’immensa piazza virtuale, forti, potenti e decise giungano, agganciate allo slogan “Il lavoro in sicurezza per costruire il futuro”, le voci e le ragioni del lavoro». Sono le parole dei segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil in vista della Festa dei lavoratori di domani, che causa emergenza Covid, sarà per forza di cose senza manifestazioni di piazza. «Uniremo l’omaggio alle tante vittime registrate nell’emergenza Covid-19 – aggiungono i sindacati – al commosso tributo a tutti gli operatori, sanitari e non, che hanno sacrificato la vita pur di non venir meno al dovere di assistenza verso i malati. Manderemo il nostro riconoscente saluto a chi tutt’oggi continua in questa indefessa opera di cura e sostegno, portata avanti senza risparmio da ormai più di due mesi. E’ stato un lavoro sfiancante, ai limiti della sostenibilità, condizionato da un’onda emergenziale che ha colto impreparate tutte le strutture e ha scardinato ogni assetto organizzativo. Al di là di errori e colpevoli sottovalutazioni su cui, con lucidità, si dovrà tornare perché si possano scongiurare in futuro, è giusto dare rilievo al riconoscimento sociale che le migliaia di persone impegnate nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie hanno guadagnato. Per questo assume un valore concreto l’intesa con la Regione del 20 aprile scorso, per un bonus di premialità a chi si è trovato a fronteggiare sul campo questa emergenza, con un primo stanziamento di 20 milioni di euro, che dovranno essere distribuiti quanto prima».
Ma l’emergenza sanitaria non è ancora superata e per questo secondo Cgil, Cisl e Uil «bisogna che ogni passo verso la riapertura venga fatto nel rispetto degli interventi che garantiscono la salute e la sicurezza delle persone dentro e fuori i luoghi di lavoro. Il Covid-19 – aggiungono – è un avversario insidioso e sfuggente e richiede ancora nei comportamenti, personali e collettivi, tanta attenzione e pazienza. In questo quadro ovviamente debbono essere attuate tutte le misure che servono per far uscire l’economia da questa complicatissima fase. Dopo aver assicurato sicurezza in ogni luogo di lavoro dando piena applicazione ai Protocolli anti-contagio siglati da governo e parti sociali il 14 marzo e il 24 aprile, anche attraverso un adeguato sistema di monitoraggio da impostare a livello regionale, bisogna dare ulteriore spessore a tutti i provvedimenti volti a sostenere il reddito dei lavoratori ed i bilanci delle imprese. Rimangono fondamentali, in tal senso, gli adeguati stanziamenti per gli ammortizzatori sociali e per la liquidità alle aziende ma soprattutto lo snellimento delle procedure per far sì che le risorse giungano in tempi brevissimi ai beneficiari. In questo contesto risulta decisivo il ruolo dell’Europa. Le sfide del rilancio economico di ogni paese Ue, non potranno prescindere da una robusta matrice solidaristica che speriamo caratterizzi le scelte del Consiglio Ue nei prossimi giorni». In conclusione, secondo i sindacati, «per costruire futuro e dare sicurezza al lavoro serve nelle Marche un impegno collettivo di istituzioni, associazioni datoriali, sindacati, terzo settore, attraverso il quale promuovere e valorizzare di più l’occupazione femminile, agevolare i percorsi di inserimento al lavoro dei nostri giovani, qualificare i percorsi di istruzione e formazione e soprattutto dare spessore e concretezza alle opere di ricostruzione delle aree colpite dal sisma. Senza questo sforzo corale – concludono – tutto sarà più difficile. In questa Festa dei Lavoratori, ricordiamo le lotte di ieri e prepariamoci a quelle di domani. Buon Primo Maggio».
LA REGIONE – Sottolinea il ruolo fondamentale dei lavoratori nel sistema, l’assessore regionale Loretta Bravi. «La festa dei lavoratori – commenta – quest’anno ci coglie in un momento difficile. Il nostro Paese, insieme al resto del mondo, sta affrontando da settimane un’emergenza sanitaria complessa. Un momento nel quale due diritti costituzionali fondamentali, il diritto al lavoro e alla salute, sembrano confliggere e scontrarsi. Sono state colpite le due dimensioni fondamentali dell’uomo: l’affetto e la capacità di creare e costruire. Ciononostante, facendo memoria dei traguardi raggiunti, senza dimenticare, con molta onestà, le tante ingiustizie che ancora perdurano nei luoghi di lavoro, ci è richiesta un’energia nuova per ripensare alla quotidianità dei nostri gesti che producono e ci danno da vivere. Le fasi che seguiranno il lockdown chiedono, a chi ne ha la responsabilità, di trovare e impiegare le risorse economiche utili a una graduale ripartenza: la liquidità alle imprese, gli ammortizzatori sociali, il welfare famigliare. Ma a tutti pongono una questione ancor più radicale sul futuro, sulla qualità e la dignità del lavoro, per trattenere ciò che di buono già abbiamo e lasciare indietro ciò che non va. Ci chiedono – continua Bravi – di ripensare al modo di vivere, di produrre, una nuova visione per un lavoro che riparta dalla filiera corta (l’eccellenza marchigiana), per un servizio alla salute capillare, per un’Europa chiamata “ad essere”, prima che a definirsi green, connessa, digitale. Un’Europa la cui leadership non sia affidata alla capacità di fruizione ma alla capacità di costruire. Una semplice ma non banale sottolineatura: questo periodo ci ha permesso di capire che il lavoro senza lavoratori non ha consistenza. Non bastano i capitali, la tecnologia, il know-how. Sono i lavoratori che reggono tutti questi importanti fattori. Senza di loro avrebbero poco senso. Le Marche, con la grande tradizione del manifatturiero, ne sono un esempio chiaro: ad ogni eccellenza corrispondono mani e persone, identità. L’augurio è che – conclude l’assessore – appena potremo, e bisogna far sì che questo avvenga presto, torniamo nei nostri uffici, nei cantieri, in aula, nelle officine e nelle aziende, consapevoli di questo elementare ma vitale principio».
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