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Quindici Comuni dicono no al 5G:
«Divieto di installazione sul territorio»

MOZIONE precauzionale approvata dall'Unione montana dei Monti Azzurri: «Manca una valutazione del rischio, attendiamo la nuova classificazione della cancerogenesi»

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Antenne telefoniche (foto d’archivio)

 

L’Unione montana dei Monti Azzurri dice no al 5G. L’ente presieduto da Giampiero Feliciotti e che comprende 15 Comuni dell’entroterra (Belforte, Caldarola, Camporotondo, Cessapalombo, Colmurano, Gualdo, Loro Piceno, Monte San Martino, Penna San Giovanni, Ripe San Ginesio, San Ginesio, Sant’Angelo in Pontano, Sarnano, Serrapetrona e Tolentino) ha infatti approvato una mozione precauzionale contro la sperimentazione o l’installazione del 5G. Ora starà ai sindaci emettere le relative ordinanza. «Il 5G – si legge nelle premesse del documento dell’Unione montana – si basa su microonde a radiofrequenza più elevate dei precedenti standard tecnologici, anche dette onde millimetriche, che comportano due implicazioni principali: maggiore energia trasferita ai mezzi in cui le radiofrequenze vengono assorbite (in particolare i tessuti umani) e minore penetrazione nelle strutture solide, per cui vi è la necessità di un maggior numero di ripetitori (a parità di potenza) per garantire il servizio. Le radiofrequenze del 5G sono del tutto inesplorate, mancando qualsiasi studio preliminare sulla valutazione del rischio sanitario e per l’ecosistema derivabile da una massiccia, multipla e cumulativa istallazione di milioni di nuove antenne. Il documento pubblicato nel 2019 dal Comitato scientifico sui rischi sanitari ambientali ed emergenti  della Commissione europea, affermando come il “5G lascia aperta la possibilità di conseguenze biologiche” ha evidenziato un chiaro segnale agli Stati membri, soprattutto all’ltalia, sul pericoli socio-sanitari derivabili dall’attivazione ubiquitaria del 5G». Per questo è stato deciso con la mozione di «vietare a chiunque la sperimentazione o l’installazione del 5G sul territorio dell’Unione Montana dei Monti Azzurri in attesa della nuova classificazione della cancerogenesi annunciata dall’International Agency for Research on Cancer, applicando il principio precauzionale sancito dall’Unione Europea, prendendo in riferimento i dati scientifici più aggiornati, indipendenti da legami con l’industria e già disponibili sugli effetti delle radiofrequenze, estremamente pericolose per la salute dell’uomo». 

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