facebook rss

Processo alluvione, Mangialardi:
«Un bene lo spostamento a L’Aquila»

L'INTERVENTO dell'ex sindaco di Senigallia sull'incompetenza territoriale espressa ieri dal tribunale dorico sul dibattimento dell'evento calamitoso del maggio 2014: «È mia volontà dimostrare la corretta condotta dell’Amministrazione comunale»

Mangialardi in tribunale

 

«Il nuovo quadro non cambia lo spirito con cui ho affrontato e continuerò ad affrontare l’iter giudiziario, visto che è mia volontà dimostrare la corretta condotta dell’Amministrazione comunale in quel drammatico frangente che ha colpito al cuore la nostra città. Sono però convinto che lo spostamento di sede rappresenti un bene per tutti, visto che i fatti accaduti potranno essere dibattuti in un contesto certamente più sereno. Serenità che, per tante ragioni, è spesso mancata in questi anni, permettendo persino ad alcune figure, sempre in prima linea nei comitati cittadini, di strumentalizzare la vicenda con l’intento di trasformarla in un processo politico a danni miei e delle Amministrazioni comunali degli ultimi vent’anni, e di utilizzarla come trampolino elettorale». Così Maurizio Mangialardi, capogruppo regionale del Partito Democratico ed ex sindaco di Senigallia, commenta a freddo la decisione presa dal collegio penale di Ancona di spostare a L’Aquila il processo per l’alluvione di Senigallia del 3 maggio 2014. Decisione presa perchè un giudice del tribunale dorico risulta essere parte offesa (ma non civile): la sua casa aveva subito danni a causa dell’alluvione. «Da quel maledetto giorno – continua Mangialardi – sono passati sei anni, di cui cinque impegnati dalla Procura di Ancona per lo svolgimento delle indagini e uno di attesa per l’udienza preliminare. Una situazione kafkiana che non ho certo determinato io e che, anzi, ho vissuto con grande apprensione, ansioso di dimostrare quanto prima la bontà del mio operato e di smontare le assurde accuse contestatemi; su tutte il ritardo di un mese, peraltro dovuto al consiglio comunale, riguardo l’approvazione del progetto delle vasche di espansione che attendono di essere realizzate da ben 25 anni. D’altra parte, tutti sanno che il 3 maggio, a seguito di precipitazioni straordinarie, l’alluvione venne provocata dalla rottura in 22 punti dell’argine del Misa, e non solo a Senigallia ma anche in Comuni limitrofi. Così come è noto che la competenza della loro manutenzione era in capo alla Regione Marche e alla Provincia di Ancona, e non al Comune di Senigallia, come falsamente, e in alcuni casi disonestamente, si è sostenuto per anni. E se finalmente nel corso dell’ultimo quinquennio sono stati realizzati interventi di manutenzione straordinaria capaci di mitigare il rischio esondazione, fenomeno che è un problema secolare, lo si deve proprio all’attività di pressing istituzionale sugli enti competenti svolta dalla mia Amministrazione. Anche per questo andrò a L’Aquila con la stessa carica umana che ho avuto in questi sei anni di attesa per svolgere un processo dove sono convinto che sarò pienamente assolto».

Incompetenza territoriale, si farà a L’Aquila il processo per l’alluvione di Senigallia

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page




X