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«Rischio collasso per molti settori:
-32% di nuovi progetti d’impresa
Moda, calo due volte peggio del 2009»

CRISI - Il report di Confartigianato Marche presentato in un incontro con il governatore Francesco Acquaroli. L'export va peggio che nel resto del Paese. il presidente regionale Giuseppe Mazzarella: «Effetto del blocco produttivo nella nostra regione può avere effetti ancora peggiori che nel resto dell'Italia»

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Il governatore Francesco Acquaroli durante la video conferenza

 

Oltre ottomila aziende artigiane hanno chiuso nelle Marche negli ultimi 10 anni. E la pandemia ha aggravato ancora di più la situazione con 1.860 nuovi progetti imprenditoriali in meno da marzo ad ottobre (- 32,3%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In discesa il numero di occupati, pil ed export. «Il rischio è di un vero e proprio collasso di molti settori, con ingenti perdite di mercato e posti di lavoro. Gli effetti dell’emergenza coronavirus sono diffusi in tutti i comparti delle piccole imprese: manifattura, servizi, alimentare, costruzioni, turismo, trasporti. La moda ha registrato un calo di produzione di intensità doppia rispetto all’annus horribilis 2009» dice Confartigianato Marche in uno studio che è stato presentato oggi in un incontro con il governatore Francesco Acquaroli. «E’ fondamentale dare nell’immediato una risposta alle esigenze drammatiche che i nostri imprenditori stanno vivendo e in prospettiva iniziare a disegnare un quadro di interventi per una rapida ripartenza una volta conclusa la fase dell’emergenza sanitaria». Presente all’incontro il presidente regionale di Confartigianato Giuseppe Mazzarella. Per la Regione c’erano anche l’assessore alle Attività economiche Mirco Carloni, l’assessore al Bilancio ed alla ricostruzione Guido Castelli. Collegati in videoconferenza il segretario generale di Confartigianato Marche Giorgio Cippitelli, i vertici delle associazioni territoriali, gli imprenditori. Un incontro voluto proprio per avviare un confronto con il nuovo governo regionale e presentare proposte concrete con misure di sostegno alla liquidità delle aziende, del territorio, del turismo, dell’internazionalizzazione, del Made in Italy. Tra i temi affrontati la ricostruzione post sisma, le infrastrutture, il lavoro, la ricerca e l’innovazione tecnologica.

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Giuseppe Mazzarella

«L’economia delle Marche e quella internazionale stanno subendo e subiranno un durissimo contraccolpo: le previsioni a livello europeo sono preoccupanti e ancor più quelle per il nostro Paese e la nostra Regione: l’ufficio studi di Confartigianato su dati Svimez stima per quest’anno il pil regionale al -10,6%» dice una nota di Confartigianato. «Nella nostra regione il blocco o la sostanziale riduzione delle attività economiche e produttive – dice Mazzarella -, adottato a livello nazionale per contrastare e contenere la diffusione del virus, può avere un effetto ancor più negativo». Il segretario generale di Confartigianato Giorgio Cippitelli, aggiunge: «il tessuto economico marchigiano è caratterizzato da imprenditoria diffusa (su 126.403 imprese attive delle Marche ben 119.325 hanno meno di 10 addetti il 94,4% che danno lavoro a più della metà (il 52% a fronte di un 44,5% in Italia) degli addetti in tutte le imprese attive regionali».

Per quanto riguarda l’export, nelle Mache è sceso del 13, 2% nei primi nove mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno a fronte di un dato nazionale del -12,5%. «Queste imprese, insieme a quelle del  turismo “multidisciplinare” e ad esso collegate, possono questa volta subire una battuta d’arresto con conseguenze drammatiche per la tenuta economica, per la coesione sociale e per la qualità della vita dei nostri territori – dice Confartigianato -. Un altro dato che fa riflettere: mentre nel nostro Paese il credito alle piccole imprese è in crescita, le Marche sono al 18esimo posto con una variazione tra giugno 2019 e lo stesso periodo di quest’anno dello 0,4%». Il presidente Acquaroli e l’assessore Carloni il vicepresidente Mirco Carloni hanno rimarcato l’importanza dell’innovazione digitale ed un cambio di passo tra le imprese.

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