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Vaccini bluff, i pazienti in questura:
«Anche io ho ricevuto la dose, e ora?»

ANCONA - In tanti hanno chiamato in questura per chiedere informazioni e delucidazioni sull'inchiesta che ha coinvolto il dottor Sergio Costantini, indagato con l'ipotesi di aver somministrato soluzione fisiologica al posto del siero anti Covid. I primi testimoni sono stati ascoltati dagli agenti della Squadra Mobile

La questura di Ancona

 

«Anche io sono stato vaccinato, cosa devo fare?» E’, in sintesi, il contenuto delle chiamate inoltrate agli uffici della questura da pazienti o familiari dei mutuati del dottor Sergio Costantini, 68enne falconarese indagato con l’ipotesi accusatoria di aver inoculato sostanza fisiologica al posto del siero anti-Covid, preoccupati per il loro status di salute e per chiedere ai poliziotti come procedere di fronte a mille dubbi e domande.  Come ieri si è sparsa la notizia dell’inchiesta – ancora in una fase preliminare – alcuni pazienti si sono subito messi in moto, mettendosi a disposizione della Squadra Mobile per contribuire a chiarire i fatti. Alcune persone sono già state sentite, altre dovranno essere ascoltate nei prossimi giorni. L’obiettivo è cercare di capire chi ha ricevuto il vaccino, chi invece – stando alla procura – si è visto iniettare una soluzione fisiologica. Alla Squadra Mobile anche il compito  di “filtrare” le chiamate pervenute nelle ultime ore e capire se le segnalazioni ricevute siano veritiere o prive di fondamento. C’è, insomma, da ricostruire il bacino d’utenza venuto a contatto con il professionista per il tanto agognato vaccino, scremare i nomi delle possibili persone che hanno ricevuto la presunta dose bluff e poi indirizzarle all’Asur per seguire l’iter necessario.  La polizia ha concentrato fin da subito l’attenzione su una trentina di pazienti, perchè nell’ambulatorio di via Marconi sono state trovate altrettante liberatorie. Si tratta di documenti che vengono compilati al momento della somministrazione della dose vaccinale. Gli inquirenti sospettano che ad almeno una parte di quei pazienti non sia stato inoculato il vaccino. Due coniugi hanno fatto partire l’inchiesta: hanno sostenuto di essere stati vaccinati il 30 marzo e di aver ricevuto il documento vaccinale dell’avvenuta iniezione solo il 6 aprile. In questa data risulta agli inquirenti che al dottore è stata fornita una fiala di Pfizer con cui sono state somministrate sei dosi. La matricola di tale vaccino, sempre secondo a quanto emerso e in via di approfondimento, sarebbe stata inserita nella ricevuta rilasciata alla coppia, formalmente vaccinata sei giorni prima dell’arrivo della dose registrata. Intanto, sui social, sono stati tanti i pazienti che hanno preso le difese del dottor Costantini, 68enne e punto di riferimento per almeno 1.500 mutuati. E’ stato descritto come un professionista che ha sempre «svolto il suo lavoro in maniera ineccepibile», andando anche a casa dei pazienti malati la domenica per prestare le cure necessarie.  

(fe.ser)

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