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Elica, la marcia dei lavoratori
contro le delocalizzazioni
Sfila anche la politica (Foto)

LAVORO - Al lungo corteo di protesta contro il piano industriale della multinazionale che prevede 409 esuberi stamattina hanno partecipato, oltre ai rappresentanti sindacali e delle istituzioni, anche le delegazioni delle maestranze di Whirlpool, Electrolux, Ariston e Faber. Presenti gli esponenti regionali del Pd, M5S, Forza Italia, FdI e Lega. Un solo coro: «Non chiudete Fabriano»

Sindacati e Rsu stamattina al corteo contro le delocalizzazioni

 

Per dire no alle delocalizzazioni all’estero delle aziende, un lungo corteo con centinaia di manifestanti e delegazioni dei lavoratori di tutte le aziende del comparto Elettrodomestico del distretto industriale dall’area montana si è snodato stamattina per le vie di Fabriano.

L’assessore regionale Aguzzi e il capogruppo regionale FI, Marcozzi al corteo dei lavoratori Elica

Un serpentone di protesta aperto dallo striscione che gridava ‘Basta delocalizzazioni, non chiudete Fabriano, +Italia -Polonia – Lavoro’ e con passo cadenzato dagli slogan urlati di ‘Lavoro’ e ‘Vergogna’. Allo sciopero di tre ore, indetto da stamattina alla 10 da Fim, Fiom e Uilm nell’ambito della vertenza Elica, hanno aderito anche le maestranze di Whirlpool, Electrolux, Ariston, Faber e di realtà più piccole, anche rappresentanti delle istituzioni regionali come l’assessore Stefano Aguzzi ed amministratori locali come il sindaco di Fabriano, Gabriele Santarelli, il sindaco di Mergo, Luca Possanzini e la vice sindaco di Cerreto D’Esi, Michela Bellomaria. Una manifestazione dall’alto valore simbolico per un territorio già ferito dalla crisi economica per la quale ha espresso vicinanza anche il vescovo Francesco Massara. Sul piazzale della sede fabrianese di Elica durante il comizio al quale è intervenuta anche la segretaria nazionale della Cgil Fiom Barbara Tibaldi, i sindacati hanno invitato di nuovo l’azienda a ritirare il piano industriale che prevede 409 esuberi su 560 totali dipendenti del comprensorio, chiusura dello stabilimento a Cerreto D’Esi e delocalizzazione del 70% delle produzioni effettuate oggi nei siti di Fabriano, Cerreto e Mergo. «Non riconosciamo più l’azienda per come si stanno comportando. – ha sottolineato Piepaolo Pullini (Cgil Fiom) – Negli anni passati quando si sono manifestati problemi abbiamo sempre trovato insieme la strada risolverli e mantenere il lavoro qua. Invitiamo  pertanto l’azienda a sedersi  di nuovo al tavolo: presenteremo noi le nostre proposte per capire come si continua a lavorare sul territorio di Fabriano. Qui ci sono aziende che fanno cappe e che ci guadagnano, mentre Elica ha deciso di sacrificare la vita delle persone sull’altare della finanza».

Con la fascia tricolore il sindaco di Fabriano Santarelli

I sindacati stanno aspettando la nuova convocazione del tavolo al Mise, nel frattempo giovedì, alla partenza del Giro D’Italia da Genga saranno presenti con una delegazione, senza interferire con la gara, e lunedì saranno a colloquio con il governatore delle Marche, Francesco Acquaroli. Proprio il presidente della giunta regionale, attraverso un post stamattina ha espresso «solidarietà e vicinanza ai lavoratori» dell’Elica. «Io sono a Roma per un importante incontro con un rappresentante del Governo- ha aggiunto Acquaroli – , un impegno istituzionale assunto in precedenza. La Giunta è rappresentata a Fabriano dall’assessore (con delega al Lavoro, ndr) Stefano Aguzzi, che esprimerà tutta la nostra solidarietà e vicinanza ai lavoratori coinvolti. Con i sindacati – annuncia il presidente – convocherò un incontro con tutta la Giunta per fare il punto su questa importante vertenza, in cui la difesa del territorio e la salvaguardia dell’occupazione sono priorità fondamentali del Governo regionale». Tra i molti esponenti politici che presenti al corteo, anche la capogruppo regionale di Fi Jessica Marcozzi, accanto ad Aguzzi. «Massima attenzione e preoccupazione – le dichiarazioni dei due esponenti azzurri – abbiamo aperto tutti i tavoli istituzionali anche a livello nazionale. Dal momento che non si tratta di una crisi aziendale ma di delocalizzazione sarà direttamente il presidente Acquaroli ad occuparsi in prima persona della questione. Abbiamo chiesto la scorsa settima (con l’assessore Aguzzi) che siano attivati i canali direttamente con il Ministro. Una situazione come questa merita, infatti, la massima attenzione su scala regionale e nazionale. Il presidente Acquaroli oggi scriverà ai sindacati per invitarli a un incontro in Regione per cercare una soluzione»

Dalla manifestazione dei lavoratori metalmeccanici a Fabriano, Simona Lupini, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, rinnova il suo sostegno agli operai Elica, coinvolti in una difficile vertenza con l’azienda. «Oggi, a sfilare con i lavoratori e le lavoratrici di Elica, c’erano tutte le Marche. Uniti, sotto una sola bandiera: quella del lavoro. L’azienda non ha nessuna scusante: a pochi km dallo stabilimento di Cerreto d’Esi che Elica vuole chiudere, ci sono multinazionali che producono, crescono e investono nel nostro territorio». Una posizione netta contro le scelte di Elica, ritenute ingiustificabili: «Lo hanno detto chiaramente oggi in corteo gli operai, questa è una delocalizzazione solo finanziaria: è vergognoso pensare di sacrificare un intero territorio, e cercare di mettere i dipendenti l’uno contro l’altro con lo spettro di licenziamenti di massa, solo per qualche soldo in tasca in più agli azionisti». Non è mancato una stoccata al ministro Giorgetti e al presidente di Elica, Casoli. «Il viceministro Todde sta seguendo il dossier Elica con competenza e fermezza: sarebbe il caso che anche il ministro Giorgetti facesse sentire la sua voce. – ha sottolineato la Lupini – Il suo silenzio su Elica inizia a diventare assordante, come l’assenza di qualsiasi dichiarazione del proprietario dell’azienda, Francesco Casoli».  Compatto il Movimento 5 Stelle di Fabriano, oggi in corteo: presenti il sindaco Gabriele Santarelli, l’assessore alle attività produttive Barbara Pagnoncelli, il senatore Sergio Romagnoli e la deputata Patrizia Terzoni.

Il gruppo della Lega

Anche il gruppo consiliare della Lega si è schierato al fianco dei lavoratori fabrianesi: «La Lega da sempre sostiene i lavoratori difendendone i diritti e anche stavolta stiamo facendo tutto il possibile al governo nazionale e regionale per tutelare posti di lavoro e produzioni made in Italy – commentano il capogruppo Renzo Marinelli e i consiglieri Antonini, Bilò, Biondi, Cancellieri, Menghi e Serfilippi intervenuti oggi alla manifestazione di Fabriano (assente Marinangeli per impegni istituzionali) – Il nostro vicesegretario nazionale Giancarlo Giorgetti, che guida il Ministero dello Sviluppo Economico, ci sta supportando in questo percorso per quanto di competenza del suo dicastero e i nostri parlamentari si sono già attivati per riportare al centro delle politiche economiche nazionali una nuova fiscalità che salvaguardi aziende e lavoratori e restituisca competitività alla nostra economia e benessere alle famiglie e ai territori delle aree interne». I consiglieri regionali leghisti si riferiscono alla proposta di legge sulla fiscalità agevolata per le aree del cratere presentata dalla Lega a fine dicembre scorso, quando ancora non si aveva notizia della volontà di Elica di delocalizzare aggravando una situazione occupazionale che è solo la punta dell’iceberg di una crisi senza precedenti anche per l’indotto produttivo dell’entroterra.

Da sinistra: Casini, Mangialardi e Mastrovincenzo

Al corteo presenti anche gli esposti nel Pd regionale, tra cui il capogruppo Maurizio Mangialardi, il segretario Giovanni Gostoli, i consiglieri Anna Casini e Antonio Mastrovincenzo. Le parole di Mangialardi: «Lo sciopero di oggi, che oltre ai lavoratori dell’Elica ha visto partecipare le maestranze di tante aziende del territorio, manda un messaggio molto chiaro all’azienda: venga immediatamente ritirato l’infausto piano di delocalizzazione in Polonia che prevede il licenziamento di oltre 400 lavoratori e ci si sieda al tavolo con il sindacato per aprire un confronto vero su come mantenere in Italia la produzione e migliorare la competitività sul mercato nazionale e su quello estero.
Se si agirà diversamente, i vertici aziendali si dovranno prendere la responsabilità di una speculazione immorale, che rischia di aprire in questa area una crisi sociale dalle conseguenze imponderabili, ma sicuramente molto pesanti.
Purtroppo, in questo momento così decisivo, è mancata la presenza del governatore Francesco Acquaroli, a suo dire impegnato in un incontro istituzionale a Roma. Facciamo fatica a capire cosa ci sia di più prioritario del sostenere questa lotta per l’occupazione e il futuro di centinaia di lavoratori».

Carlo Ciccioli

A sfilare con i sindacati e i lavoratori c’era anche Carlo Ciccioli, capogruppo Fratelli d’Italia in Consiglio regionale: «Siamo qui – ha detto il consigliere  -perché la speculazione finanziaria non può avere la meglio sulla funzione sociale dell’impresa e sulla centralità che il lavoro, in particolar modo dopo la devastante crisi economica aggravata dall’emergenza Covid, deve necessariamente avere nelle politiche aziendali.  L’appello che sentiamo di fare come partito è quello di coinvolgere tutte le forze politiche, nessuna esclusa, poiché riteniamo sia fondamentale fare fronte comune contro decisioni che impoveriscono la nostra Regione e rappresentano un campanello di allarme per tutto il settore manufatturiero marchigiano. Chiediamo alla proprietà di spiegare quali sarebbero le ragioni che motivano l’abbandono di un territorio a fronte di report di produttività con una situazione finanziaria tutt’altro che in crisi e una crescita di produttività certificata». Per lunedì prossimo il governatore Acquaroli ha convocato le rappresentanze sindacali dell’azienda.

(Redazione CA)

Gli esponenti del Pd

 

 

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