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Vaccini nelle farmacie, il Nursind:
«Sicurezza più garantita
negli hub con medici e infermieri»

ANCONA - Il sindacato delle professioni infermieristiche ha inviato una lettera di diffida alla Regione che ha stanziato un milione di euro per estendere la campagna vaccinale. «L’incremento della platea dei vaccinatori non è giustificabile perché il numero di chi si è reso disponibile è già in sovrannumero rispetto alle dosi di siero disponibili da somministrare» spiegano i segretari Matteo Rignanese ed Elsa Frogioni

 

 

Il Sindacato delle Professioni Infermieristiche NurSind, Segreteria di Ancona, in tutela e garanzia della sicurezza e qualità delle cure erogate agli utenti, si oppone categoricamente alla Dgr 498 del 25 aprile scorso della Regione Marche che con lo stanziamento di un milione di euro, apre anche ai farmacisti la possibilità di somministrazione della vaccinazioni anticovid nelle proprie farmacie. «Per questo è stata inoltrata al presidente Acquaroli ed ai vertici Asur Marche lettera di diffida con la richiesta di revoca della delibera e degli atti conseguenti. Nursind Ancona sottolinea che tale strategia asseconda solo interessi specifici di business di categorie influenti e che in realtà non si ravvedono obiettivi a beneficio della popolazione. – sottolineano in una nota congiunta Matteo Rignanese, segretario Territoriale NurSind Ancona e Elsa Frogioni, segretaria Asur Marche Area Vasta2- Anzi mostra la sua pericolosità nel garantire la sicurezza delle prestazioni per la popolazione. Sono i punti vaccinali con l’equipe di medici e infermieri che hanno competenze specifiche ed esperienza a realizzano le procedure dettate dalle evidenze scientifiche con oculatezza e assicurare l’assistenza necessaria alla popolazione».

Elsa Frogioni

Nursind Ancona si domanda «nelle Farmacie chi controllerà l’operato di questi vaccinatori dell’ultima ora? Chi verificherà il corretto dosaggio e l’asepsi della procedura? Poi in caso di evento avverso grave, i farmacisti sono abilitati e competenti nella rianimazione cardio-polmonare? Hanno certificazione Blsd? Sanno utilizzare il Dae? Come qualsiasi persona in stato di necessità potranno solo chiamare il 118. Inoltre sottolinea che l’incremento della platea dei vaccinatori non è giustificabile in alcun modo, perché il numero di infermieri e medici che si e reso disponibile per le vaccinazioni è attualmente in sovrannumero rispetto alle dosi di vaccino disponibili da somministrare. Sono molti gli infermieri e medici “in panchina” che attendono il loro turno per poter prestare il proprio servizio per le vaccinazioni anti-covid». Secondo il Nursind Ancona il milione di euro stanziato dalla Regione Marche per i farmacisti «poteva essere impiegato con maggior vantaggio in servizi di assistenza alla popolazione.- rimarcano Rignanese e Frogione – Ad esempio le farmacie potevano essere utili hot-spot di prenotazione vaccini per le fasce fragili e per coloro che non hanno confidenza con i mezzi informatici; potevano incrementare le assunzioni per i front-office, cup dei servizi distrettuali con possibilità di prenotazione anche per le vaccinazioni, fornire un servizio proattivo di call center per contattare gli anziani che ancora non si sono vaccinati e aiutarli a prenotare una vaccinazione domiciliare oppure nei centri destinati a questa funzione. Per le vaccinazioni gli infermieri, medici, assistenti sanitari sono in numero più che sufficiente, sostituirli con altre professioni sanitarie, per la somministrazione vaccinale è pericoloso e controproducente».

Il centro vaccinale al Palarossini

Nursind Ancona ribadisce che i professionisti sanitari non sono intercambiabili e «l’emergenza pandemica non deve essere un pretesto per riportare la scienza e la società indietro di 100 anni. Gli infermieri hanno bisogno di istituzioni che diano seguito alle loro promesse, siamo stati cruciali nel fronteggiare anche senza mezzi di protezione individuali l’emergenza pandemica ed ora che il servizio nazionale si appresta a compiere la più grande campagna vaccinale della storia; invece di valorizzare e impiegare a pieno gli infermieri, assistenti sanitari e medici, si rivolge e crea accordi di dubbia utilità con altre professioni che hanno competenze sanitarie in altri ambiti. Impiegare le risorse professionali già disponibili e competenti per dare risposte appropriate e sostenibili alla popolazione per consegnare la massima efficacia, efficienza, sicurezza e limitare gli sprechi, questa la strada da percorrere per il bene della collettività».

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