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‘Cicloblitz’ dei cento al porto antico:
«No alla chiusura, sì al rispetto
di ciclisti, pedoni e ambiente»

ANCONA - Corteo di protesta a sorpresa questa sera da piazza della Repubblica fino al molo Rizzo di un centinaio di manifestanti in bici, monopattini e skateboard contro l'ordinanza dell'Authority che vieta l'ingresso e chiude Portella Santa Maria dalle 18 alle 6 di mattina. il gruppo ha passato il varco Vittorio Emanuele cogliendo in contropiede qualsiasi tipo di vigilanza

 

di Giampaolo Milzi (foto servizio Giusy Marinelli)

Cicloblitz’ annunciato, ma solo in chat e con il passaparola, e pienamente riuscito. In circa un centinaio stasera, i più in sella alle biciclette, tantissimi con gli skateboard e monopattini, hanno pacificamente invaso il porto antico di Ancona.

I ciclisti al molo Rizzo

Già, quel porto che da giorni, è oggetto di velenose polemiche dopo l’ordinanza dell’Authority di sistema portuale che impedisce l’accesso a tutti i veicoli nell’area dello scalo (salvo quelli dell’indotto lavorativo e del traffico traghetti) e ‘spranga’ la Portella della Dogana o Santa Maria dalle 18 di tutti i giorni alle 6 del mattino seguente. I manifestanti ad ‘inquinamento zero’ si sono concentrati alle 19 in piazza della Repubblica. Dopo 20 minuti è scattata l’azione in sfilata: sono passati al varco Vittorio Emanuele, cogliendo del tutto di sorpresa qualsiasi tipo di vigilanza. Il corteo, al quale hanno partecipato anche molti appiedati, alle 19.40 era già arrivato al molo Rizzo. Alcune bandiere nere con teschio del pirata, issate sulle biciclette, hanno sventolato fino alle 20,30. Il corteo mobile ha praticamente coperto (andata e ritorno) quasi tutto il percorso del porto storico. Con alcune fermate strategiche di gruppo. La prima, come già scritto, al Molo Rizzo, a due passi dall’Arco Cementino e ad un centinaio di metri dal locale “La Banchina”. Volti sorridenti, una girandola al contempo festosa ma venata di rabbia, che ha coinvolto tanti giovani, mote donne, anche anziani e bambini.

Presente anche il consigliere comunale di Altra Idea di Città Francesco Rubini. Nessun incidente, l’unica sirena che si è sentita è stata quella della Fincantieri. Due, tre auto della Polizia di Stato si sono limitate a seguire a distanza i manifestanti e a sostare mentre gli agenti stavano a guardare. Altro stop del corteo davanti a quello che è diventato il simbolo dell’ordinanza che limita fortemente la pubblica fruibilità dello scalo marittimo, la Portella della Dogana. Impenetrabile per la presenza di sbarre e catenacci. “Ma non potevano semplicemente predisporre dei tornelli in metallo, in modo di consentire sempre l’acceso almeno a piedi?”, ha commentato un ragazzo in monopattino. Tanti slogan, un unico striscione, con su scritto: ”Il Comitato Parco Ciclistico del Conero dice no alla chiusura del porto e dice sì al rispetto di ciclisti, pedoni e per l’ambiente”. Mentre due skaters facevano qualche evoluzione sulle tavole a rotelle vicino al risto-bar di Manganelli, un portavoce dell’estemporaneo movimento “free port” ha impugnato il megafono: “Stasera abbiamo dimostrato che il porto è anche dei cittadini, e soprattutto di chi non inquina, ovvero ciclisti, skaters, conducenti di monopattino, pattinatori. E pensare che qualcuno, a livello istituzionale, ha detto che il porto non è area cittadina. Forse questo qualcuno dovrebbe andare rileggersi le leggi e la Costituzione italiana. Noi le abbiamo lette. E quindi torneremo. Oggi è stata solo una sorta di prova, di avviso. Ci ripresenteremo qui martedì prossimo più organizzati e numerosi”. E ancora: “La nostra azione popolare contro questa decisione illegittima presa dalle autorità competenti non si fermerà”. Già, la autorità competenti. “A queste autorità, alla Giunta municipale in particolare, chiediamo che finalmente ci dicano quale strategia hanno disegnato per un porto che sia riconsegnato ai cittadini, fruibile dai turisti. Una strategia che riguarda del resto tutta la città. – Hanno detto altri due manifestanti – Il concetto di sicurezza non si può basare solo su divieti, ma su aperture alla lotta contro l’inquinamento, alla battaglia per limitare il traffico veicolare a motore, alla valorizzazione dei beni artistici, architettonici e monumentali”. “Quale sicurezza – si è chiesta una signora in bici – ci porteranno le grandi navi da crociera sull’onda di un progetto che si ostina a volerle fare attraccare in pieno porto storico?”.

La polizia di Stato è rimasta ad osservare, controllare eventuali eccessi di cui non vi è stata la minima traccia. Ma, hanno fatto notare anonimi membri delle forze dell’ordine presenti, tutti i responsabili competenti faranno il loro dovere. Tra questi, molti rappresentanti dell’Autority, e probabilmente della Digos, tutti in borghese, moto concentrati nel parlottare tra loro per fare il punto della situazione. Una situazione che potrebbe evolversi, grazie anche alle riperse delle numerose telecamere della “security” presenti nell’area portuale, nell’identificazione di alcuni dei partecipanti al “ciclo-blitz”, e in eventuali sanzioni. Eventualità che non spaventa comunque “i libertari del porto”. “Aiutaci ad abolire l’ordinanza che vieta a biciclette, skateboard e monopattini, l’accesso al porto di Ancona. L’ordinanza ha gravi profili di illegittimità amministrativa oltre che costituzionale. Totalmente illogico giustificare questa misura restrittiva con la sicurezza dell’incolumità delle persone a piedi in ragione del crescente afflusso di gente”. Così recita l’annuncio del Comitato Parco Ciclistico del Conero per la raccolta di firme su web finalizzata alla revoca del provvedimento restrittivo. Petizione che stasera alle 21,15 aveva raggiunto quota 300 adesioni.

(ultimo aggiornamento alle ore 21.35)

 

 

 

Uno striscione dei manifestanti recitava:«Il comitato Parco Ciclistico del Conero dice no alla chiusura del porto e si al rispetto dei ciclisti, pedoni e ambiente»

 

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