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Tetraplegico denuncia l’Asur:
«Valuti le condizioni per il suicidio assistito,
vivere è una tortura»

L'AZIONE legale di un 43enne marchigiano, disabile dal 2010 a seguito di un incidente stradale. Con gli avvocati dell'associazione Luca Coscioni ha iniziato una battaglia in tribunale per chiedere l'eutanasia. Due mesi fa, i giudici imposto all'azienda sanitaria di analizzare lo stato di salute del paziente, ma nulla è stato fatto. Di qui, la scelta di presentare la querela per omissione d'atti d'ufficio. Marco Cappato: «"Mario" non si sta lasciando andare, ma sta combattendo per un suo diritto»

Marco Cappato e Filomena Gallo

 

Una denuncia presentata in procura contro l’Asur con l’ipotesi di reato di omissione d’atti d’ufficio. E’ quella presentata dai legali dell’associazione Luca Coscioni che, ormai da un anno, seguono la vicenda di “Mario” (nome di fantasia), 43enne marchigiano tetraplegico dopo un incidente stradale avvenuto nel 2010. Il punto della storia del disabile, che chiede di poter accedere al suicidio assistito tramite l’assunzione del tiopentale sodico,  è stato fatto questa mattina ad Ancona dal tesoriere dell’associazione Marco Cappato e dall’avvocato Filomena Gallo, uno dei legali di Mario. Un punto fatto a pochi passi dal gazebo installato in piazza Cavour per raccogliere firme sul referendum per l’eutanasia legale. La denuncia sporta in procura si è resa necessaria «perchè non è stata applicata da parte dell’Asur l’ordinanza del tribunale di Ancona». Ovvero, quella emessa lo scorso 9 giugno, dove il collegio di giudici imponeva all’azienda sanitaria di poter valutare le condizioni fisiche e psicologiche di Mario per, eventualmente, farlo accedere al suicidio assistito. «Da allora – ha detto l’avvocato Gallo – non è stato fatto nulla. Abbiamo anche inviato all’Asur una diffida. Pensiamo che i tempi siano maturi per un procedimento in sede penale». Nella denuncia viene fatto il nome della dottoressa Nadia Storti, in quanto direttore generale dell’Asur. «Ma auspichiamo – ha ribadito la Gallo – che le indagini possano riguardare l’individuazione di tutti i soggetti apicali che hanno responsabilità e altri reati, oltre all’omissione di atti d’ufficio. Mario è sottoposto a una condizione di sofferenza contro la sua volontà, sta vivendo una tortura a causa dell’inerzia dello Stato e della Regione Marche». A proposito di Regione, a piazza Cavour era presente anche il capogruppo dem Maurizio Mangialardi, sostenendo che presenterà il prossimo lunedì una mozione all’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini in merito alla vicenda di Mario. «Quando mi ha contattato Mario – ha ricordato Marco Cappato – era il giugno 2020 ed aveva già preso contatti con la Svizzera. Sarebbe potuto partire a settembre di quello stesso anno. Se non lo ha fatto, è perchè lo abbiamo informato sulla possibilità di agire legalmente (in base alla sentenza della Corte Costituzionale 242/2019 legata alla vicenda Cappato/dj Fabo, ndr) in Italia e nella sua regione. Mario, con caparbietà, forza e serenità, pretende di ottenere un suo diritto. Sta prendendo tutte le medicine prescritte: non si sta lasciando andare, ma sta combattendo». Questa mattina, Mario ha firmato il referendum sull’eutanasia: tra i banchetti di Ancona e Numana, in un mese e mezzo sono state raccolte circa 2mila firme. In tutta Italia, è stata superata quota 750mila.

(fe.ser)

Maurizio Mangialardi

 

Chiede il suicidio assistito, il tribunale: «Asur valuti le condizioni del paziente»

Tetraplegico da 10 anni chiede il suicidio assistito «L’Asl mi impedisce di morire con dignità»

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