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«Long Covid nei bambini:
ecco quali sono i sintomi»

INTERVISTA al professor Salvatore Cazzato, primario di pediatria del “Salesi” di Ancona: «Osserviamo astenia (debolezza generale), faticabilità, mal di testa e ridotta tolleranza all’esercizio fisico»

 

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Il dottor Salvatore Cazzato

 

di Claudia Brattini

Con il termine Long Covid si indica una condizione del paziente che se pur guarito dal Covid e negativo al tempone presenta sintomi persistenti legati alla malattia. Esiste anche nei bambini il Long Covid? Ne parliamo col professor Salvatore Cazzato, primario di pediatria dell’ospedale – presidio di Alta Specializzazione – “Salesi” di Ancona.

Professor Cazzato, cos’è il Long Covid?

«In generale si parla di Long Covid quando i sintomi persistono dopo le quattro settimane anche se c’è la tendenza a suddividere il vero proprio Long Covid dalla persistenza dei sintomi: la malattia Covid-19 sintomatica persistente che è fra le quattro e le dodici settimane dopo l’evento acuto e il Long Covid vero e proprio quando i sintomi permangono dopo le dodici settimane».

Cosa sappiamo al momento sul Long Covid nel bambino?

«Al momento nel post Covid del bambino abbiamo pochi dati e quelli che abbiamo provengono da studi fatti sugli adulti. Solo di recente c’è uno studio presentato in Inghilterra dall’Università di Londra. Sappiamo che la popolazione pediatrica più interessata è quella in età scolare e adolescenziale. Tuttavia, i dati li stiamo ancora raccogliendo peraltro anche nel nostro ospedale abbiamo aperto un ambulatorio di Long Covid per i bambini sintomatici che sono stati ricoverati ma siamo ancora cauti ed attenti perché è una condizione che stiamo ancora valutando».

Vaccini_Pediatria_Ospedale_FF-3-325x217Il numero di bambini contagiati è stato molto elevato, in particolare nell’ultima ondata, ora i genitori si trovano a far fronte a sintomi persistenti nella fase post Covid con comprensibile allarmismo, quali sono i sintomi più frequenti? Sono sovrapponibili a quelli degli adulti?

«Abbiamo osservato la comparsa di sintomi persistenti che prima non c’erano e che sono sovrapponibili a quelli che compaiono nell’adulto: astenia (debolezza generale) faticabilità, mal di testa e ridotta tolleranza all’esercizio fisico. Questi sintomi possono comparire singolarmente ma più spesso si manifestano associati. Lo studio inglese ha evidenziato proprio che i bambini positivi al test avevano un rischio quasi due volte superiore di presentare questi sintomi rispetto ai bambini con test negativo e questo è un dato abbastanza significativo».

C’è un sintomo in particolare che avete osservato più frequentemente?

«Forse il sintomo che notiamo come predominante è l’astenia, nella mia esperienza posso citare sicuramente la facile stancabilità che viene riferita. In alcuni casi anche la tosse un sintomo che persiste o che compare ma è difficile da attribuire al post Covid perché il Covid ha indotto dei cambiamenti che hanno avuto ripercussioni anche sulle manifestazioni respiratorie: c’è stato un lockdown importante che oltre l’isolamento da Sars-Cov2 ha tenuto lontano dai bambini anche altri virus, dunque la comparsa di questi sintomi respiratori non sono necessariamente attribuibili al Long Covid».

Nei bambini che dopo l’infezione rientrano alla vita di tutti giorni che suggerimenti si sente di dare, ad esempio nella ripresa delle attività sportive?

«Lo sport lo facciamo riprendere in modo graduale soprattutto in quei casi in cui c’è stato un interessamento dell’apparato cardio vascolare».

Salesi-Ancona

Il Salesi

Al momento all’ospedale “Salesi” la situazione com’è?

«Il “Salesi” appartiene all’associazione di Ospedali Pediatrici Italiani e vediamo dei dati in discesa in generale in tutti gli ospedali: abbiamo osservato un calo di circa il 30% dei ricoveri. Anche qui al “Salesi”, rispetto alle scorse settimane, le cose vanno meglio ma ci sono ricoveri di bambini in particolare in seguito a forme di Mis-C (sindrome infiammatoria multi sistemica) che colpisce più organi e può interessare l’apparato cardio vascolare con alterazioni strutturali che possono permanere per diversi mesi. È una condizione grave che va monitorata oltre che fase acuta anche con successive visite ed esami di controllo periodici (follow-up). In questi casi va decisamente interrotta l’attività sportiva e va monitorata la situazione in base ai risultati del follow-up. In generale, la malattia evolve favorevolmente ma in quei casi in cui c’è una patologia sottostante importante, cronica, l’evoluzione può essere drammatica».

Nonostante questi dati la vaccinazione in età pediatrica incontra ancora dubbi e resistenze, cosa ne pensa a riguardo?

«Noi al momento qui al “Salesi” vacciniamo i bambini, compresi i bambini fragili. Io stesso ho i miei nipoti vaccinati. La vaccinazione è sicura e non ci sono effetti collaterali di rilievo, non c’è una ragione per evitarla o avere timori. Anzi, ci sono molti più vantaggi rispetto agli svantaggi della malattia».



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