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Cybersecurity, protocollo d’intesa
tra Polizia Postale e Univpm

ANCONA - Siglato questa mattina nella sala Consiglio del Rettorato alla presenza del rettore Gian Luca Gregori, del questore Cesare Capocasa e della dirigente dei 'detective del web' Alessandra Belardini. Si tratta di una collaborazione per prevenire e contrastare ogni forma di accesso illecito alle infrastrutture o reti informatiche dell’università, per evitare l’interruzione dei servizi di pubblica utilità, l’indebita sottrazione di informazioni sensibili e ogni ulteriore attività illecita

La firma del protocollo, da sin: il questore Capocasa, il rettore Gregori e la dirigente Belardini

di Alberto Bignami

Un protocollo d’intesa per la prevenzione e il contrasto dei crimini informatici sui sistemi tra l’Università Politecnica delle Marche e il Compartimento di Polizia Postale e delle Comunicazioni delle Marche. E’ quello firmato questa mattina nella sala consiglio del Rettorato, alla presenza del magnifico rettore Gian Luca Gregori, del questore Cesare Capocasa e della dirigente della Polizia Postale Alessandra Belardini.

Il rettore Gregori

L’importanza del protocollo d’intesa sta in una collaborazione per prevenire e contrastare ogni forma di accesso illecito alle infrastrutture o reti informatiche dell’Univpm, per evitare l’interruzione dei servizi di pubblica utilità, l’indebita sottrazione di informazioni sensibili e ogni ulteriore attività illecita.
«La cybersecurity è uno dei temi fondamentali evidenziato più volte – ha detto Gregori – e su questo bisogna prestare la massima attenzione, soprattutto in questo momento. Questo rapporto positivo e sinergico con la Polizia di Stato, con l’area che si occupa di tutta la comunicazione, l’attenzione per la cybersecurity per noi è determinante – ha aggiunto – e non posso che evidenziare con orgoglio la vicinanza della polizia, del questore del compartimento della Postale al nostro Ateneo, e sempre in maniera integrata dobbiamo procedere».
Dunque, grazie ad un confronto tra rappresentanti del Compartimento della Polizia Postale e del Centro Servizi Informatici dell’Università Politecnica delle Marche, sarà elaborato un modello operativo di collaborazione per la prevenzione e il contrasto dei crimini informatici che proprio in questi ultimi tempi sono purtroppo incrementati notevolmente.

il questore Capocasa

Il rettore ha poi spiegato che «la collaborazione tra Università e Compartimento di Polizia Postale gioca un ruolo fondamentale sia per quanto riguarda la cultura della prevenzione e del contrasto dei crimini informatici; sia dal punto di vista scientifico. La sinergia messa in campo ci aiuta a capire il modo in cui evolvono i crimini informatici – ha detto – e quali sono le misure migliori per prevenirli. Le attività di ricerca e didattica, su questo tema, vengono svolte anche all’interno del gruppo Cyber Security Univpm che lavora nell’ambito della sicurezza dei dati, delle reti e dei sistemi Ict».
‘Difendere’, quindi, e ‘difendersi’ da attacchi informatici è importante e «nel momento in cui due istituzioni così importanti come la Polizia Postale e l’Università decidono di condividere insieme dati informativi con rapidità, soprattutto prevenendo eventuali attacchi alla struttura informatica e condividendo best practices di sicurezza ciò – ha spiegato Belardini – fa capire l’importanza del protocollo siglato oggi ad Ancona».
Non sono mancati i consigli, spiegando le “Tre buone partiche” da adottare. «Comunicare immediatamente qualsiasi tipo di problema – ha aggiunto – e di informazione che può essere utile; secondo: nel momento in cui ci dovesse essere un tentativo di attacco informatico, scambiarci tutte le informazioni che sono necessarie per poterlo analizzare e soprattutto per poterlo bloccare infine – ha concluso –, se malauguratamente l’attacco informatico va a buon fine, cercare di limitare i danni e recuperare quanto più possibile senza cedere a ricatti come la richiesta di pagamenti.

La dirigente Belardini

Oggi – ha commentato – tutti navighiamo sulla rete. Il web è una straordinaria opportunità che non deve essere demonizzata ma ovviamente dobbiamo cercare di stare attenti ai nostri sistemi: password robuste, da cambiare spesso e non utilizzare nomi o cognomi né date di nascita perché i sistemi di captazione truffaldina sono più intelligenti di noi».
Prevenzione e contrasto quindi «di crimini informatici nelle infrastrutture critiche – ha commentato Capocasa – garantiscono necessariamente una elevata sicurezza al territorio e al suo sistema economico e sociale, ormai fortemente dipendenti da sistemi informatizzati, mediante una più stretta collaborazione tra enti pubblici. La sfida di crescere insieme con il territorio attraverso la sinergia tra i soggetti istituzionali».
L’incontro si è quindi concluso con il dono del ‘Sigilllo dell’Università’ da parte del rettore Gregori al questore Capocasa e alla dirigente Belardini.

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