La conferenza stampa in commissariato
di Gianluca Ginella
«Omicidio commesso per futili motivi. C’è stato questo comportamento insistente da parte della vittima per ottenere l’elemosina dalla coppia, non ci sono state avances. Tutto è iniziato all’altezza della stazione di Civitanova», così il capo della Squadra mobile di Macerata, il vice questore aggiunto Matteo Luconi, nel corso di una conferenza stampa in commissariato per ricostruire l’omicidio di Alika Ogorchukwu, 39 anni, nigeriano, commesso dal 32enne Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo. Alle 14 di ieri ci sono state «varie chiamate per una lite violenta – dice Fabio Mazza, dirigente del commissariato di Civitanova -. Gli operatori hanno visto una persona che si allontanava e grazie alle dichiarazioni di un testimone è stato raggiunto, bloccato e posto a disposizione degli inquirenti» e ha sottolineato che proprio l’aumento dei controlli svolti in occasione dell’estate e che prendono il la dalle riunioni del Comitato provinciale su ordine e sicurezza pubblica della prefettura.
«L’arrestato non ha parlato, non ha rilasciato dichiarazioni. E comunque non potevamo interrogarlo – dice Luconi -. Abbiamo ricostruito la dinamica. La coppia era nella zona della stazione di Civitanova. Dopo aver chiesto l’elemosina, Alika si è allontanato velocemente e l’altro lo ha seguito mentre la ragazza non lo ha seguito e non era presente al fatto. A distanza di circa duecento metri lo ha aggredito frontalmente. Ha colpito dapprima l’uomo dopo avergli preso la stampella, lo ha fatto cadere a terra e l’ha finito colpendolo ripetutamente a mani nude. E dopo averlo tramortito ha sottratto il telefono cellulare. Quindi all’esito dell’attività investigativa, svolta sotto il coordinamento del procurato facente funzioni Claudio Rastrelli, abbiamo proceduto all’arresto in flagranza di reato dell’autore. L’aggressore – aggiunge – non ha precedenti penali».
Sull’ipotesi della matrice razzista: «Non ci sono elementi che possono far propendere per questo tipo di conclusione. La cosa pare scaturita da una situazione estemporanea dovuta a futili motivi e ad una reazione abnorme. Una volta fermato non ha parlato, non ha rilasciato dichiarazioni. La fidanzata non era presente al fatto». dice Mazza. Su come poi effettivamente Alika sia stato ucciso, se strangolato, strozzato hanno detto che occorre attendere l’esito dell’autopsia.
Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo, che si trova in carcere a Montacuto, ha riferito al suo avvocato di essere addolorato per l’accaduto: non si capacita. Chiederemo una perizia psichiatrica. Tutto nasce dal fatto che la vittima teneva per un braccio la compagna, e lui ha reagito» (leggi l’articolo).
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