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Bagno di folla per Mancini (Foto)
«Durissima vedere i Mondiali in tv
ma c’è voglia di ripartire e rialzarsi»

FESTIVAL - Il ct ha inaugurato Overtime 2022 al Lauro Rossi: «A Macerata sono venuto due volte in poche settimane ma conosco bene questa città che ho frequentato anche quando ero ragazzo». Sulla mancata qualificazione: «E’ chiaro che abbiamo commesso degli errori ma nel complesso l’esclusione è immeritata». La giornata all’insegna di un'altra campionessa jesina, Elisa Di Francisca

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Michele Spagnuolo e Roberto Mancini all’inaugurazione di Overtime 2022

di Mauro Giustozzi (foto di Fabio Falcioni)

Il teatro Lauro Rossi come campo di gioco ed una sedia come ideale panchina cui sedersi. Un bagno di folla quello che ha accompagnato l’apertura della dodicesima edizione del festival Overtime all’insegna di due grandi campioni jesini, il ct della Nazionale italiana Roberto Mancini e la plurimedagliata schermitrice Elisa Di Francisca che in un’ideale staffetta si sono passati il testimone tra galleria Antichi Forni e Lauro Rossi.

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Juan Luca Sacchi in platea

E’ stato Roberto Mancini il protagonista assoluto dopo che al suo arrivo è stato assalito da giovani e meno giovani in piazza della Libertà per firmare autografi e scattare selfie. Al punto che il suo tragitto per entrare in teatro ha avuto lunghe pause visto i capannelli formatisi attorno al ct della Nazionale che è stato molto disponibile con tutti. Tantissimi gli sportivi presenti tra gli altri l’arbitro Juan Luca Sacchi, il procuratore Silvio Pagliari, l’ex giocatore Massimo Palanca, il presidente regionale del Coni, Fabio Luna, l’ex questore Antonio Pignataro e numerosissimi amministratori regionali e comunali.

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Mancini in piazza disponibile con tutti per autografi e selfie

I sessanta minuti in cui Roberto Mancini da un lato e Marco Scarponi, presidente della Fondazione Michele Scarponi, hanno intrattenuto la platea è volata via in un batter d’occhio con il teatro Lauro Rossi sold out. Aneddoti sulla carriera sportiva del ‘Mancio’ ma anche riflessioni sul mondo del ciclismo e della sicurezza stradale di chi va sulle due ruote.

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L’intervento del sindaco Sandro Parcaroli

«Siamo qui per raccontare pagine dello sport ed è sempre bello poterlo fare davanti a tanti giovani – ha detto Roberto Mancini-. Il prossimo mese per gli italiani non sarà semplice, vedere i Mondiali senza l’Italia sarà durissima. Lo è in modo particolare per me e lo staff tecnico, forse meno per i calciatori che hanno ripreso a giocare e hanno smaltito in parte questa delusione. Starò meglio solo passati i Mondiali ma ammetto che sarà durissima vederli in tv. A Macerata sono venuto due volte in poche settimane ma conosco bene questa città che ho frequentato anche quando ero ragazzo».

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Roberto Mancini sul palco

Qualche settimana fa in visita all’Arena Sferisterio nella veste di testimonial promozionale della Regione Marche (leggi l’articolo), ieri ha tagliato il nastro della dodicesima edizione di Overtime festival e nella prossima estate sarà tra gli invitati d’onore alla prima della stagione lirica del Mof 2023 come ha voluto ricordare nel suo intervento anche il sindaco Sandro Parcaroli. Un legame sempre più stretto quello che lega Roberto Mancini, commissario tecnico della Nazionale italiana di calcio, a Macerata città che il campione jesino ha avuto modo di conoscere in modo più approfondito di recente apprezzandone la bellezza storica e architettonica.

Mancini_FF-8-325x217«Michele Scarponi è stato un mio amico – ha raccontato Roberto Mancini- è stato un grande campione delle due ruote, è rimasto nel cuore di tutti noi. Penso che sia giusto essere qui e ricordarne la sua memoria. Con ‘Scarpo’ siamo andati in bici assieme quando lui si allenava e veniva verso Jesi e mi dava consigli, abbiamo giocato una partita di calcio assieme ma devo dire che Michele era più bravo in bici che col pallone. Apprezzo l’impegno della Fondazione perché nessun ciclista muoia più sulle strade. Io sono stato in Inghilterra per alcuni anni e lì ho visto che c’è una cultura diversa verso chi va in bicicletta. Se negli anni passati anche da noi si fossero costruite più piste ciclabili avremmo evitate tante tragedie. Ricordo che Michele era un grande tifoso dell’Inter e quando vincemmo lo scudetto nel 2008 celebrai con lui in bici quel successo».

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Mancini in piazza con il sindaco Parcaroli

Tornando all’esclusione dell’Italia dal Mondiale in Qatar, Mancini ha sottolineato come «nello sport arrivano spesso gioie inattese, come il successo nell’Europeo meritato, e delusioni terribili come l’esclusione dal Mondiale che ribadisco l’Italia non meritava. E’ chiaro che abbiamo commesso degli errori ma nel complesso l’esclusione è immeritata. Bisogna però accettare il verdetto del campo. Ora c’è tanta sofferenza perché in Italia il calcio è una cosa sacra ma c’è voglia di ripartire e rialzarsi come ci insegna proprio chi fa sport a qualsiasi livello». Per quanto riguarda la sua carriera il Mancio ha ricordato come lui «a 13 anni e mezzo ha preso la valigia ed è partito per Bologna che all’epoca era come andare a New York, cosa che ha fatto anche Michele Scarponi quando a 18 anni si è trasferito in Veneto per diventare ciclista professionista. Se è ripetibile oggi un progetto Sampdoria che ci portò allo scudetto? Direi che è impossibile nel calcio di oggi perché quella fu una squadra costruita in un decennio da un grande presidente-papà come Mantovani».

Mancini_FF-11-325x217Marco Scarponi ha ricordato l’attività della Fondazione intitolata al fratello che ha come obiettivo quello di perseguire la sicurezza stradale anche se in questo anno ha aperto una scuola di ciclismo tra Filottrano e Cingoli dove è stato allestito un bike-park che vede cimentarsi già 16 bambini. La serata si è conclusa con la consegna di una targa al ‘Mancio’ con la quale l’allenatore della Nazionale entra a far parte come partecipante onorario della Fondazione Michele Scarponi.

Mancini_FF-1-325x217«Per me l’unica sorpresa sarebbe – ha concluso il ct – che andiamo al Mondiale, ma questo riconoscimento nel nome di Michele Scarponi è un grande onore». A fare da apripista all’arrivo di Mancini ad Overtime è stata la fiorettista Elisa Di Francisca che ha presentato il suo libro “Giù la maschera. Confessioni di una campionessa imperfetta”. Agli Antichi Forni la Di Francisca, anch’essa per la terza volta in città dopo la presenza al Carnevale Maceratese prima ed alle gare di scherma paralimpica dopo, ha raccontato come è nata l’idea del libro e che cosa rappresenta per lei quel giù la maschera davanti ad una platea folta ed attenta.

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Elisa Di Francisca ad Overtime

«C’è dentro il racconto di 30 anni di vita sportiva ma anche personale – ha ribadito l’ex fiorettista -, un libro pensato e realizzato nell’arco di un mese durante il lockdown con la giornalista Gaia Piccardi. Quando mi è arrivata la prima bozza leggevo e piangevo, era come vedere la mia vita da fuori. Racconto le mie esperienze non tanto per me ma per gli altri, parlo ai ragazzi di vittorie, fallimenti, sconfitte, amore e amicizie sbagliate. Faccio vedere l’imperfezione che c’è in ognuno di noi anche in chi viene visto come un campione invincibile». Dall’infanzia dedicata alla danza artistica prima di svoltare alla scherma, del rapporto con genitori e allenatori fino alla scelta di preferire la maternità rispetto allo sport ad altissimo livello. E’ un fiume in piena Elisa Di Francisca nel mettere a nudo gli spigoli di una personalità forte che l’ha accompagnata in tutte le scelte fatte. «Ricordo ancora l’ultima gara effettuata e vinta nel 2020 prima di ritirarmi – ha sottolineato – in Russia a Kazan. Ero logorata e stanca, sapevo che con le Olimpiadi di Tokio avrei potuto chiudere un cerchio ma la decisione di mettere in cantiere un secondo figlio dopo Ettore è stata più forte di tutto. Sognavo un secondo figlio e quella è stata la mia scelta vincente che rifarei anche oggi perché è stata una scelta condivisa e che ho fortemente voluto».

Il ct-testimonial Roberto Mancini in visita allo Sferisterio

Buffa e l’Italia Mundial a Overtime al fianco della Lega italiana fibrosi cistica

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