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A tre mesi dall’alluvione
dei fiumi Misa e Nevola
la Regione fa il resoconto delle attività

BILANCIO - Il presidente Acquaroli parte dai 400milioni stanziati dal Governo: «Una somma ingentissima che ci permetterà di dare ai territori quelle risposte celeri e concrete per ripartire». Sono invece 200 i cantieri avviati per i primi interventi di messa in sicurezza e 5 i milioni in fase di rendicontazione da parte dei Comuni mentre sono stati elaborati i piani di intervento urgente per altri 86milioni. La sinergia con Anas prevede opere per circa 160milioni

Ponte Garibaldi dopo l’alluvione (Archivio)

Dopo tre mesi da quella tragica notte tra il 15 e il 16 settembre che vide l’alluvione nel senigalliese con lo straripamento dei fiumi Misa e Nevola e il coinvolgimento di diversi comuni delle province di Ancona, Pesaro Urbino e Macerata, la Regione Marche fa un resoconto di quanto messo in pratica dando subito i primi numeri.
In primis: i 400milioni stanziati da Governo. Si prosegue poi con l’avvio di 200 cantieri per i primi interventi di messa in sicurezza del territorio; messi in campo da Comuni, Protezione Civile Regionale, Genio Civile, Anas e Province.
Si passa al primo piano da 5milioni in fase di rendicontazione da parte dei Comuni previsti nell’ordinanza 922 della Protezione Civile Nazionale, già in corso di pagamento ai soggetti attuatori che ne hanno fatto richiesta. I primi decreti da parte del vicecommissario Stefano Babini sono stati pubblicati.
«L’evento distruttivo che ha colpito la nostra regione lo scorso settembre – afferma il presidente della Regione, Francesco Acquaroli – ha i contorni di una enorme calamità naturale, per le tragiche perdite che rappresentano il più grande dolore, per la vastità del territorio colpito e soprattutto per i danni enormi che sono conseguiti. Il

Francesco Acquaroli

Governo ha compreso la vastità di quello che è accaduto – spiega – stanziando 400milioni di euro. Una somma ingentissima – aggiunge – che ci permetterà di dare ai territori quelle risposte celeri e concrete di cui necessitano per ripartire, a cominciare dalle somme urgenze per gli interventi realizzati dai Comuni, le opere necessarie a garantire il ripristino e il miglioramento della sicurezza e la progettazione degli interventi per la mitigazione del rischio e l’adeguamento dei sistemi di allertamento per la popolazione».
Sono poi state verificate oltre 3mila schede di intervento «presentate dai soggetti attuatori, e redatti tre piani per un totale di altri 86milioni – dice il vicecommissario Stefano Babini –. Si tratta di interventi di somma urgenza e ripristino delle condizioni di minima sicurezza per le popolazioni interessate all’evento. Inoltre, abbiamo elaborato i piani di ulteriori fabbisogni riferiti alle prime misure di sostegno ai privati e alle attività produttive, come previsto dall’ordinanza di Protezione Civile, utili a ristorare attività e cittadini non appena le somme stanziate dal Governo saranno trasferite alla contabilità speciale». Si tratta di 200 milioni già approvati a valere sul bilancio 2022 e altri 200 milioni per il 2023/24.
La Regione sta intanto provvedendo a trasferire le risorse necessarie al pagamento dei contributi di autonoma sistemazione per le famiglie che hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni a causa delle ordinanze di sgombero emesse dai sindaci. Nelle prossime settimane saranno definiti gli ulteriori fabbisogni necessari al ripristino delle condizioni di sicurezza. Oltre a ciò, la struttura sta elaborando, in collaborazione con la Protezione Civile

Stefano Aguzzi

Nazionale, un progetto studio di messa in sicurezza e monitoraggio dell’intera asta fluviale, con l’obiettivo di eliminare o ridurre al massimo il ripetersi di eventi catastrofici.
Intanto, alcuni interventi come il ponte provvisorio di Cantiano, sono già stati eseguiti dall’Anas con l’autorizzazione della Regione alla realizzazione immediata. Sempre con Anas sono previste opere per oltre 160milioni di euro, individuando, in accordo con i Comuni, quelle a cui dare precedenza.
Continuano, con la struttura del vicecommissario Babini, le visite quotidiane a Comuni e altri soggetti attuatori, tra cui: Province, Protezione Civile Regionale, Ato rifiuti, Aato fogne e acquedotti; oltre al costante confronto con il Consorzio Bonifica Marche, per la manutenzione d’emergenza dei corsi d’acqua minori.
«Un importante contributo è stato fornito dal Genio Civile della Regione – aggiunge l’assessore alla Protezione Civile, Stefano Aguzzi – che ha attivato 67 cantieri con la procedura di somma urgenza, 40 dei quali sono già stati ultimati, per un totale di circa 5,6milioni di euro. Subito dopo quei tragici eventi infatti, i dipendenti del Settore Genio Civile Marche si sono immediatamente organizzati in 4 squadre per poter effettuare i sopralluoghi necessari e decidere come intervenire. Un grande lavoro veloce ed efficiente, che è giusto riconoscere e mettere in evidenza».
I cantieri attivati dal Genio Civile hanno interessato complessivamente 20 Comuni, di cui 13 in provincia di Ancona per circa 4milioni di euro circa. Si tratta di: Arcevia, Barbara, Castelleone di Suasa, Castelplanio, Corinaldo, Genga, Maiolati Spontini, Ostra, Ostra Vetere, Sassoferrato, Senigallia, Serra dei Conti, Trecastelli oltre e 7 in provincia di Pesaro Urbino per 1.600mila euro.
I bacini fluviali interessati dagli interventi sono quelli del Cesano, del Metauro, del Misa e dell’Esino. In generale le attività nei corsi d’acqua hanno riguardato la rimozione dei materiali di diverso genere che ne ostruivano il corretto deflusso, così pure all’altezza dei principali ponti. Grande attenzione è stata posta al ripristino degli argini soprattutto dei fiumi Misa e Nevola, previo il taglio di piante pericolose o pericolanti.
Si rimarca infine come la Regione abbia «compiuto un lavoro impegnativo, complesso, difficile ma dai tratti concreti e misurabili».

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