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«Il tema dei rifiuti è centrale
per le nostre economie
e per immaginare il futuro»

ALLA LOGGIA dei Mercanti di Ancona una riflessione su smaltimento dei rifiuti, edilizia e ricostruzione con il presidente della sezione Marche dell'Albo gestori ambientali Giorgio Menichelli, il presidente Camera di Commercio Gino Sabbatini, la Regione e il commissario alla Ricostruzione Guido Castelli

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 «Il tema dei rifiuti è centrale per le nostre economie e per immaginare qualsiasi tipo di futuro. Essenziale aumentare il contenuto riciclato, promuovere flussi di rifiuti più sicuri e più puliti e assicurare un riciclaggio di alta qualità». Sono le parole del presidente della Camera di commercio delle Marche Gino Sabatini,  che oggi ha affiancato alla giornata di lavori interni un momento di riflessione pubblica per parlare di economia circolare con particolare riguardo al fronte delle costruzioni: un ambito fondamentale  per l’economia del Paese e in particolare per quella delle Marche, in considerazione anche della partita della ricostruzione, e di rifiuti. L’iniziativa è stata svolta stamattina alla Loggia dei Mercanti nel giorno dell’anniversario dell’alluvione che ha tanto duramente colpito le Marche, come ricordato dall’assessore Stefano Aguzzi che ha rappresentato quest’oggi la Regione Marche.

Quanto al tema rifiuti, tutte le imprese che ne effettuano la raccolta, il trasporto, e il commercio e l’intermediazione, nonché quelle che effettuano operazioni di bonifica dei siti e bonifica di siti e di beni contenenti amianto hanno l’obbligo di iscriversi all’Albo nazionale gestori ambientali.

La Camera di Commercio delle Marche,  gestisce la sezione regionale di quest’Albo  che vede iscritte  un consistente numero di imprese impegnate in importanti attività di gestione dei rifiuti e riveste un ruolo centrale nel complesso sistema che regola la gestione dei rifiuti. Si tratta infatti di uno strumento di qualificazione delle imprese del settore, punto di riferimento e garanzia per tutti i soggetti coinvolti nel complesso sistema del ciclo dei rifiuti: innanzitutto le imprese che li producono, e che li devono affidare a soggetti qualificati, le amministrazioni pubbliche, gli organi di controllo e i cittadini.

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Dal 2011 al 2021 nelle Marche la raccolta differenziata di rifiuti è aumentata del 25%, la produzione media di rifiuti annuale pro capite è di 518,6  kg/abitante produzione accentrata a nord della regione: alle province di Ancona e Pesaro Urbino si deve il 57% dei rifiuti. Su un totale di 540.000 tonnellate di rifiuti speciali il 25% proviene da fuori regione, il 57% è rifiuto di origine strettamente speciale e il restante è rifiuto speciale derivante dal trattamento di rifiuti urbani.

Aguzzi ha sottolineato la necessità di leggi che agevolino l’effettivo riciclo e re-immissione di materie prime seconde nei cicli produttivi: «Siamo una Regione all’avanguardia per impiantistica ma poi spesso i processi si bloccano nelle maglie delle rigidità normativa».

Inoltre ha parlato della previsione nella legge urbanistica regionale di incentivi a chi usa materiali di riciclo e della «necessità, a fronte della sempre maggiore frequenza di eventi climatici imponenti, non di rassegnarsi ma di farsi trovare attrezzare per prevenire  e limitare i danni». Lo smaltimento dei diversi materiali provenienti dal crollo degli edifici è un problema rilevante nella gestione di tutti i post-terremoti, nelle Marche, regione afflitta da una serie di emergenze, questo si è sommato a un quadro già provato e una misura già colma, cui va detto le nostre imprese hanno reagito con l’usuale capacità di resilienza e buona volontà, ma che ovviamente non bastano a uscire da un quadro di criticità. Gestire lo smaltimento delle macerie implica una serie di attività quali il recupero differenziato e il riutilizzo per usi compatibili in loco, il  garantire la sicurezza degli edifici da ricostruire attraverso la qualità dei materiali e le migliori tecniche di costruzione, pianificare i controlli del patrimonio edilizio in chiave energetica e statica sono tra le urgenze che derivano in un post sisma.

«Dopo gli eventi di agosto e ottobre 2016 le materie che nelle Marche si sono dovute gestire sono state non solo quelle derivanti da crolli ma anche da successive demolizioni di edifici ritenuti pericolanti, sia su suolo pubblico che privato. Tali rifiuti sono classificati come rifiuti urbani ma sono conteggiato separatamente dal resto degli altri rifiuti di questo tipo e il produttore è il Comune di origine. Il 98% delle macerie sono composte perlopiù da rifiuti inerti misti che vengono inviati ad impianti locali già autorizzati al recupero di terzi , per l’ottenimento di materie prime seconde, ovvero materiali da reimpiegare in edilizia: sabbie, stabilizzati, pietrischi – ha spiegato Giorgio Menichelli presidente della sezione Marche dell’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali – le macerie sono dunque riutilizzabili nella ricostruzione. Il problema è che spesso acquistare, persino dall’estero, materie prime costa meno che recuperare materiale. Questa situazione reclama una soluzione, un convenzione tra Regione e quei soggetti general contractor che gestiscono o assegnano bandi per le grandi opere pubbliche stradali».

 A parlare dello stato dell’arte presidente dell’Albo gestori ambientali nazionale Daniele Gizzi che ha ricordato come all’Albo, punto di raccordo tra transizione ecologica e digitale,  siano iscritte 164 mila imprese e il trend sia in crescita. Il vice segretario generale di Camera Marche Lorenzo Zandri ha tenuto una relazione  su diritto dell’ambiente e fonti, principi, sussidiarietà e semplificazione. Sono intervenuti anche il prefetto di Ancona Darco Pellos e l’assessore del Comune di Ancona Stefano Tombolini.

Il commissario alla Ricostruzione Guido Castelli ha sottolineato la centralità della necessità di rendere possibile la rimozione rispettando i principi della circolarità come pure facendo in modo che gli inerti possano diventare una risorsa per la ricostruzione. Castelli ha ricordato come il terremoto del 2016 sia stato per le Marche un evento sismico senza precedenti nella storia della regione per estensione della superficie interessata e di come la ricostruzione del patrimonio edilizio avvenga non più secondo la logica del “com’era dov’era” ma che proceda piuttosto rispettando gli indirizzi propri della transizione ambientale e digitale attualizzando metodiche e rendimento.

«La ricostruzione è ripartita – sottolinea  Castelli – nel primo semestre di quest’anno sono state liquidate  alle imprese che lavorano nei cantieri del sisma cifre superiori del 23% rispetto a quanto erogato nello stesso periodo del 2022». Il commissario ha ricordato anche la  partita Next Appennino «dove la misura B33 è stata destinata nello specifico alla gestione del ciclo delle materie e che ha portati a finanziare 20 progetti per un totale di 54 milioni di contributo pubblico che genereranno investimenti per 100 milioni. Una goccia nel mare, ma un segnale e un percorso che vorremmo rafforzare con ulteriore dotazione finanziaria».

 

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