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“Educhiamo insieme alla Legalità:
gli studenti del Cuppari Salvati
a lezione con la polizia

JESI - Durante l'incontro sono stati affrontati temi quali: bullismo, cyberbullismo, branco e baby gang

Un momento dell’incontro a scuola con il dirigente del Commissariato, Paolo Arena

Questa mattina il dirigente del Commissariato di Jesi, il vice questore Paolo Arena, nell’ambito del progetto “Educhiamo insieme alla Legalità”, voluto dal questore d’intesa con l’Ufficio scolastico regionale e rivolto agli istituti scolastici di Ancona e provincia, ha incontrato gli studenti dell’istituto Cuppari Salvati, alla presenza del dirigente scolastico Alfio Albani e del corpo docente. La tematica affrontata è stata quella del “Bullismo e cyberbullismo: branco e baby gang”.
«L’identità dell’adolescente – come rende noto il Commissariato -, è mutata negli ultimi decenni con l’avvento della società dei media. Oggi l’adolescente vive una fase più inquieta, più carica di tensioni e di rischi, di malessere, di disagio espresso in tutte le forme, nel vivere le esperienze al limite (sfide coi motorini a velocità sostenuta, selfie temerari, salti nel vuoto da balconi, assunzione di alcol, droga, violenza gratuita) con un rifiuto netto delle regole. La causa del disagio, va cercata nel senso di smarrimento, vuoto, solitudine, nella mancanza di modelli sani di riferimento, mentre abbondano, purtroppo, quelli negativi. I giovani hanno paura di soffrire, ed è per questo che ricorrono all’anestesia del loro dolore indossando la corazza dell’aggressività, del menefreghismo».
Una condotta che si manifesta soprattutto a scuola dove «ad esser preso di mira è il timido di turno o magari lo studente etichettato come secchione, o un soggetto isolato, emarginato e poco capace di difendersi che diviene bersaglio facile, vittima di atti di bullismo che costituiscono veri e propri reati come estorsioni, percosse, lesioni, furti che provocano soprattutto un danno esistenziale alla persona, alla riservatezza. Spesso, si parla di cyber bullismo perché tramite sms o filmati video, o foto si ricatta e diffama la vittima. La vicenda del giovane Andrea che indossava i pantaloni rosa e si è suicidato perché ferito dalla cattiveria dei compagni, del “branco” – ricorda -, costituisce un esempio fin troppo eloquente che non ha bisogno di commenti. Il cosiddetto ‘Branco’ è il vero problema: in natura gli animali riuniti in branco puntano sempre l’animale più debole o più lento per assicurarsi il pasto con meno fatica. Nella specie umana, il “branco” di bulli fa la stessa cosa e si connota per la violenza gratuita, per il desiderio di mostrare agli altri la propria forza e supremazia, assicurandosi un tornaconto positivo senza nessun rischio di fallimento della loro azione. Un branco incontrollato, può degenerare in baby gang, da qui la necessità di porre un freno agendo preventivamente. Individualmente presi, i bulli, sono ragazzi e ragazze estremamente fragili anch’essi bisognosi di aiuto e rieducazione da parte della famiglia, della scuola, delle forze di Polizia».
Grazie alla legge 71/2017, la vittima di cyberbullismo ultra14enne, i genitori o esercenti la responsabilità sul minore, «possono inoltrare al gestore del sito internet un’istanza di oscuramento rimozione o blocco di qualsiasi dato personale diffuso in rete. Se non si provvede entro le 48 ore, l’interessato potrà rivolgersi al garante della privacy. Inoltre, è stata estesa anche al cyberbullismo la procedura di ammonimento, in caso di ingiuria, diffamazione, minaccia, trattamento illecito di dati commesso mediante internet da minori ultraquattordicenni nei confronti di altri minori. Il questore, convocherà il minore insieme al genitore e gli effetti dell’ammonimento cesseranno al compimento della maggiore età. Il Dirigente del Commissariato ha rimarcato che occorre una ribellione positiva, un recupero di legalità, di moralità, il coraggio di andare contro corrente e non nella “direzione imposta” dal cd. branco, un ripristino dei valori fondanti della vita di ciascuno, quali l’onestà, la libertà, la democrazia, il rispetto, pietre angolari della Costituzione. Il Dipartimento di PS ha avviato un servizio tramite App denominata YouPol scaricabile gratuitamente su sistemi IOS e Android, che consente nell’anonimato la segnalazione di episodi di bullismo e uso personale/spaccio di droga. Tale segnalazione, verrà inoltrata agli uffici di polizia competenti per territorio per il tempestivo intervento».
A conclusione dell’incontro, è stato proiettato un cortometraggio sul cyber bullismo dal titolo “Luce” che ha suscitato vivo interesse ed è stato oggetto di dibattito da parte dei giovani studenti.

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