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Anno giudiziario aperto dalla protesta:
i magistrati se ne vanno mentre parla
il delegato del ministro (Foto/video)

ANCONA – I giudici si sono presentati questa mattina alla Mole con coccarde tricolori appuntate sulle toghe e la Costituzione in mano. Quando ha preso la parola il vice capo di Gabinetto del Ministero della Giustizia sono usciti in silenzio dall'auditorium per sottolineare il loro dissenso contro la riforma della separazione delle carriere. Le parole del procuratore generale della Repubblica Roberto Rossi: «Un Paese si caratterizza come democratico se garantisce tutela e indipendenza della magistratura». Per il presidente della corte d'appello, Luigi Catelli, il pubblico ministero rischia di diventare «un super poliziotto»

 

 

In toga e coccarda tricolore, con la Costituzione italiana stretta in mano alla cerimonia di inaugurazione dell’Anno giudiziario 2025 nelle Marche.

L’uscita delle toghe della sala auditorium della Mole Vanvitelliana dove si stava svolgendo la cerimonia di inaugurazione dell’Anno giudiziario 2025

Anche i magistrati ad Ancona sono usciti dall’aula, la sala-auditorium della Mole Vanvitelliana per l’occasione, quando ha preso la parola il vice capo di Gabinetto del Ministero della Giustizia Francesco Comparone, delegato del ministro Carlo Nordio. Sono poi rientrati quando ha iniziato a parlare al microfono il procuratore generale della Repubblica Roberto Rossi.  La protesta silenziosa delle toghe contro la riforma della separazione delle carriere voluta dal governo Meloni, è andata in scena questa mattina ad Ancona, come in tutta Italia, e proseguirà il prossimo 27 febbraio per la giornata di sciopero proclamata dall’Anm.

Roberto Rossi

Nell’auditorium ‘Tamburi’ stamattina prima sono entrati giudici e pubblici ministeri dei tribunali del distretto, con in mano una copia della Costituzione, poi hanno fatto il loro ingresso i magistrati della Corte d’appello, con in testa il presidente Luigi Catelli e il procuratore generale Roberto Rossi, alcuni dei quali avevano la Costituzione sempre in forma di protesta contro la riforma. «Il mandato dei magistrati costituisce un presidio di legalità fondamentale» ha detto nel corso del suo intervento il procuratore generale della Repubblica Roberto Rossi che ha ringraziato tutti i presenti, anche e soprttutto le forze dell’ordine. «Credo di parlare a nome di tutti i magistrati del distretto di Ancona nell’esprimere una profonda gratitudine a tutte le forze dell’ordine per il loro quotidiano impegno a favore dei cittadini per garantire sicurezza».

Luigi Catelli

Anche il presidente della corte d’appello di Ancona, Luigi Catelli, non ha usato giri di parole per esprimere i suoi timori sulla separazione delle carriere, definendo la nuova figura del pubblico ministero pensata dalla riforma come «un super poliziotto, con la formazione diversa da quella del giudice, lontana dalla sua ottica e dalla sua cattura della prova, che avrà il compito di vincere nel processo piuttosto che agire nell’interesse della giustizia». Il pubblico ministero, in questa visione, rischia la sua indipendenza, «rendendo inevitabile attrarlo alla fine nella sfera di influenza dell’Esecutivo al di là delle intenzioni proclamate dagli attuali riformatori».

In un passaggio il procuratore generale ha anche sottolineato come «il dialogo richiede rispetto delle specifiche competenze ma anche condivisione. Sono convinto che il valore dell’autonomia e della indipendenza della magistratura non appartenga solo ai magistrati e agli operatori della giustizia ma sia un valore condiviso a tutti i livelli, sia di società civile che di istituzioni, e questo non solo perché questo valore è tra quelli previsti dalla nostra Carta costituzionale ma perché e fondante e caratterizzante lo Stato democratico, al pari del suffragio universale e della libertà di stampa. Un Paese si caratterizza come democratico – ha evidenziato il procuratore Rossi- se garantisce tutela e indipendenza della magistratura. E sono quindi convinto che solo la consapevole e fattiva condivisione di tali principi potrà essere il punto di partenza perché il rapporto tra istituzioni torni a declinarsi come dovrebbe essere in termini di dialogo e confronto anziché di aspra e a volte aggressiva contrapposizione».

Gianni Marasca

Nel corso della cerimonia si sono succeduti anche gli interventi istituzionali di Egidio Paolini, magistrato consigliere del Csm, in rappresentanza del Consiglio Superiore della Magistratura, dell’avvocato Gianni Marasca, presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Ancona, e, a seguire, di altri organismi forensi e delle associazioni interessati ai problemi della giustizia, tra gli altri l’Anm, l’Associazione italiana familiari e vittime della strada, l’Aiga, l’associazione Avvocatura e Famiglia.

Eligio Paolini del Csm

Sono stati illustrati i dati che evidenziano un quadro complessivo positivo, in linea con quanto ha ieri riferito la prima presidente della Cassazione sul piano nazionale; nell’anno trascorso si è ottenuto infatti anche nel Distretto marchigiano una riduzione degli arretrati, un aumento della produttività degli uffici, una diminuzione della durata dei procedimenti, cioè un complessivo miglioramento della giurisdizione.  Nel settore civile le cause pendenti alla fine del 2024 risultano il 25% in meno di quelle iniziali (da 3.442 a 2.506 giudizi), in linea con il precedente trend. Sul fronte penale si registra una diminuzione del 16% delle nuove iscrizione e del 32% delle pendenze finali (2.441) grazie anche ad un +5% delle definizioni.

Si riducono le pendenze e  si accorci la durata media delle cause malgrado le intuitive difficoltà generate da perduranti carenze di organico e da un quadro normativo sempre mutevole e non stabilizzato. Ha parlato anche Lorenzo Picardi, addetto all’ufficio per il processo in rappresentanza dei colleghi e della Fp-Cgil, per illustrare la situazione anche dei precari negli uffici giudiziari di Ancona. Sono stati 33 ufficiali per il processo presso la Corte di Appello, 12  lavorano per ammodernare il processo telematico e altri 36 ufficiali per il processo presso il Tribunale con ulteriori 12 assunti come tecnici.

Francesco Comparone

In via di risoluzione anche gli annosi problemi logistici di alcuni Uffici giudiziari distrettuali anconetani. Le criticità non più eludibili di alcuni uffici giudiziari di Ancona, segnalate da anni, riguardanti la sede della Corte di Appello ed il Tribunale e l’Ufficio di Sorveglianza, stanno finalmente per essere definitivamente superate. E’ noto che per giungere ad una soddisfacente sistemazione degli Uffici della Corte di Appello, della Procura Generale della Repubblica e del Tribunale di Sorveglianza, dal 2021 si è preso in considerazione l’acquisto da parte del Demanio del Palazzo della ex sede Inps di Piazza Cavour, inutilizzata dalla primavera 2016, di proprietà di Investire Sgr; con rogito sottoscritto il 21 ottobre 2024 è stato perfezionato il trasferimento di proprietà, e proprio in questi giorni si sta addivenendo alla materiale consegna dell’immobile al Ministero della Giustizia, Amministrazione utilizzatrice, per l’avvio della fase di rifunzionalizzazione e ristrutturazione.

Il presidente della Corte d’Appello di Ancona Luigi Catelli ha quindi confermato che è prossima quindi la realizzazione in un futuro non lontano, che adesso appare certo, di una soluzione logistica che arricchirà la città di spazi civici qualificanti, in cui finalmente amministrare in modo funzionale e dignitoso la giustizia da parte degli Uffici distrettuali; dando forma ad una sorta di “cittadella giudiziaria” nel centro della città, tra Corso Mazzini e Piazza Cavour, comprensiva del “vecchio” Palazzo di giustizia attualmente oggetto di importanti lavori di ammodernamento (riservato al Tribunale, alla Procura della Repubblica e verosimilmente ai Giudici di pace), e dell’immobile già sede dell’Inps appena acquistato, da ristrutturare nel più breve tempo possibile e da destinare a sede della Corte di appello, della Procura Generale della Repubblica e del Tribunale di Sorveglianza. Nel frattempo, proprio in questi giorni sta per essere completato, dopo aver preso materialmente l’avvio nel gennaio 2023, il minore intervento programmato per far fronte nel breve periodo alle carenze di spazio di cui soffre la Corte di appello; si è proceduto alla realizzazione della copertura del terrazzo al quarto piano dello stabile di via Carducci, il che ha permesso di incrementare la superficie totale di circa 145 mq da destinare ad uffici (in aggiunta a 70 mq in precedenza recuperati dalla disrnissione della sala server distrettuale). Infine, sono in corso importanti lavori di ristrutturazione nel Palazzo di Giustizia di Corso Mazzini di Ancona, anche con l’utilizzo dei fondi Pnrr; finalizzati all’incremento del confort ambientale e della sostenibilità dell’immobile (c.d. progetto per il Tribunale Green), per un importo pari ad oltre 12 milioni di euro. Tutti i citati interventi concorrono a far si che nel volgere di qualche anno la città di Ancona disporrà di edifici prestigiosi, pienamente adeguati ai bisogni della giurisdizione, idonei a garantire al personale dell’amministrazione giudiziaria uffici più confortevoli e- salubri, e all’utenza pubblica strutture sicure, moderne e funzionali.

Francesca Palma, avvocato del Foro di Fermo, consigliera del Consiglio nazionale forense per il distretto delle Marche

Tra le note dolenti che riguardano altri Uffici del distretto, sono state annoverate le criticità che affliggono il plesso giudiziario di Ascoli Piceno. Dal lontano 28 dicembre 2017, infatti, l’archivio seminterrato è inagibile a causa di inquinamento da amianto. Sono stati finora eseguiti per due volte i necessari tentativi di bonifica, ma essi non hanno sortito esito positivo; recentemente, la locale Conferenza permanente ha deliberato di procedere ad una scannerizzazione selezionata del materiale cartaceo ivi custodito, per poi procedere allo smaltimento diretto dello stesso e di quanto ancora custodito in archivio. Nel frattempo, i disagi per l’utenza sono destinati ad accrescersi, giacché da diversi anni non è più possibile per magistrati, parti processuali e personale amministrativo la consultazione dei fascicoli processuali conservati in archivio.

La vera piaga restano i reati di stalking, aggressioni e maltrattamenti. I femminicidi passati da sette a nove nelle statistiche giudiziarie tra 2023 e 2024 (10 nell’anno solare 2024) sebbene non sia mancata un’intensa attività di contrasto di Procure e forze dell’ordine. Toccato anche il problema del sovraffollamento carcerario. Anche quest’anno, purtroppo, così come già avvenuto lo scorso anno, si deve riscontrare una deplorevole situazione di sovraffollamento dei detenuti nelle Carceri marchigiane, con il rischio collegato di pregiudicare i numerosi progetti di risocializzazione in corso di attuazione. Al 30 giugno 2024 i posti regolamentari complessivi negli Istituti penitenziari delle Marche erano 837; alla medesima data i detenuti presenti erano 913, il 9% in più rispetto alla capienza regolamentare, peraltro distribuiti in modo non omogeneo nelle carceri della Regione. Un dato indubbiamente allarmante, cui occorre dedicare, da parte delle Istituzioni e degli operatori, la dovuta attenzione.

Mari Letizia Mantovani, presidente giunta sezione Marche dell’Anm

Rappresenta invece una “eccellenza marchigiana”, per la notevole importanza ai fini dell’accrescimento dell’efficienza dei servizi funzionali alla giurisdizione, l’avvenuto rinnovo della Convenzione-quadro con la Regione Marche, gli Uffici giudiziari (Corte di Appello di Ancona, Procura Generale e Tribunale amministrativo regionale) e le Università marchigiane, già sperimentata negli anni scorsi con uno stanziamento di risorse finanziarie di Euro 1.200.000,00 afferenti il Por Marche del Fondo sociale europeo F.S.E, 2014/2020. La Giunta Regionale delle Marche ha infatti dato via libera al rifinanziamento della convenzione, stanziando risorse finanziarie con i fondi afferenti al Pr Marche Fse+ 2021/2027 pari ad  1.000.000  euro al fine di promuovere la realizzazione di n. 219 tirocini (73 tirocini alla volta, per tre semestri consecutivi), presso le Cancellerie e le segreterie degli Uffici giudiziari marchigiani, compreso il Tar -Marche, una indennità di stage-tirocinio mensile di Euro 700 lordi. Si è quindi proceduto ufficialmente al rinnovo della Convenzione, formalizzato pubblicamente il 23 novembre 2023 presso gli Uffici della Regione Marche.

Arturo Pardi, presidente Coa Pesaro

Alla data del 30 dicembre 2024 risultavano già iniziati 93 stage presso i vari uffici giudicanti e requirenti del Distretto. Non v’è dubbio che la prosecuzione di questo meritorio “progetto marchigiano”, finora uno dei pochi realizzati nel panorama nazionale, rappresenta un’altra tappa importante del percorso da tempo intrapreso di più ampia collaborazione con la componente accademica della Regione, nell’ambito di un circuito virtuoso che consentirà ancora alle Università di indirizzare i migliori studenti dei rispettivi atenei ai corsi teorici-pratici di formazione da svolgere, dopo la laurea, presso gli Uffici giudiziari della Regione, sia in funzione dell’accrescimento delle loro competenze, anche in vista dello sbocco lavorativo, sia nella prospettiva di poter concorrere a migliorare il funzionamento della giustizia nel territorio regionale.

(Redazione CA)

(foto/video Giusy Marinelli)

 

Magistrati del distretto con le coccarde sulle toghe e l Costituzione Italiana all’inaugurazione dell’Anno giudiziario nelle Marche

d sin. in prima fila, l’arcivescovo di Ancona-Osimo Angelo Spina, il sindaco di Ancona Daniele Silvetti, il presidente del Consiglio regionale Dino Latini e il governatore delle Marche Francesco Acquaroli

Luigi Catelli

Roberto Rossi

 

Il rientro dei magistrati quando ha preso la parola il procuratore generale della Repubblica Roberto Rossi

 

 

 

«Preoccupante anche nelle Marche l’aumento di reati legati allo stalking»

Sovraffollamento delle carceri: «Dove mancano gli spazi per la rieducazione, aumenta il disagio»

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