Il paese rimane senza bar, Elisa torna
e scommette sui luoghi d’infanzia

FABRIANO - «Qui meno di 100 abitanti, ma uniti si vince». Da Firenze a Castelletta, l'impresa della 39enne chef. «E riporterò anche il pane fresco». Poi a luglio riaprirà la trattoria

Elisa e il consigliere comunale Giacomo Guida

 

di Nicoletta Paciarotti

D’inverno non restano che venti abitanti. In agosto, quando le famiglie originarie rientrano per l’estate, arrivano forse a quattrocento. Ma per Elisa Migliarini, 39 anni, chef, il piccolo borgo di Castelletta, incastonato tra i monti, è sempre stato casa. Ed ha deciso di scommetterci il futuro.

«Sono nativa di Fabriano, ma i miei genitori e i miei nonni erano di qui. Da bambina ogni domenica venivamo a Castelletta, era un appuntamento fisso», racconta.

Sabato, proprio dove passava le domeniche con la famiglia, ha inaugurato il nuovo Bar di Elisa, il bar alimentare del paese che da un mese era chiuso e rischiava di restare sbarrato. «Il titolare precedente è andato in pensione. Mio padre mi ha proposto di prendere in gestione il locale. All’inizio ci ho pensato su, poi ho detto: perché no? ».

Il bar Elisa

Un ritorno che è anche una scommessa. Dopo sette anni passati a Firenze come chef in diversi ristoranti, Elisa cercava qualcosa di diverso. «Negli ultimi tempi ero stanca, volevo ritrovare un po’ di quiete, stare vicino alla famiglia e agli amici di vecchia data. E poi, quando te lo chiede un padre, non puoi dire di no».

Il fondo che ospita il bar è di proprietà della Comunanza Agraria di Castelletta, una realtà che si occupa della gestione dei beni collettivi e che negli anni ha fatto tanto per mantenere viva la comunità. «Quando i miei genitori tornarono nelle Marche, dopo il lavoro fuori, parliamo di quasi cinquant’anni fa, furono proprio loro – insieme ad altri – a impegnarsi per riaprire la cooperativa e rimettere in ordine le cose. Oggi voglio fare lo stesso. E grazie al loro aiuto ci sono riuscita».

Il Bar di Elisa non è solo bar: sarà un punto di riferimento per i residenti e i visitatori, con colazioni, panini, aperitivi e la vendita del pane fresco, che nel borgo mancava da anni.

A metà luglio, sopra il locale, la giovane chef riaprirà anche la trattoria. «Trattoria Sopra Minerva. Prende il nome dalla chiesa, uno dei luoghi simbolo di questo borgo», spiega.

Poi chiude: «Speriamo, tutti insieme, di ridare vita al paese».

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