Il tribunale di Ancona
introduce il dress code estivo:
stop a pantaloncini e ciabatte in aula

UNA CIRCOLARE congiunta di Procura e Presidenza stabilisce nuove regole per garantire decoro e rispetto negli uffici giudiziari

Il tribunale di Ancona

Con l’arrivo dell’estate e l’aumento delle temperature, il tribunale di Ancona ha deciso di correre ai ripari per preservare il decoro e la serietà delle proprie aule.
Da ieri, è in vigore una nuova disposizione che impone un dress code per l’ingresso degli utenti, vietando abbigliamenti considerati non idonei all’ambiente giudiziario.
La misura è stata ufficializzata tramite una circolare congiunta firmata dalla procuratrice capo Monica Garulli e dalla presidente del tribunale ordinario Edi Ragaglia. L’obiettivo è chiaro: evitare che l’eccessiva disinvoltura estiva si traduca in una mancanza di rispetto per l’istituzione e le attività che vi si svolgono.

Come riportato da un lancio dell’Ansa, «Per garantire il rispetto e il decoro degli uffici giudiziari – recita l’avviso affisso all’ingresso di Palazzo di Giustizia, in corso Mazzini – non è consentito l’accesso alle persone che si presentano con abbigliamento non adeguato, ad esempio pantaloncini, canottiere, abiti eccessivamente succinti, ciabatte. Il personale di vigilanza è incaricato di far rispettare questa disposizione».
La necessità di tale provvedimento è emersa, secondo quanto specificato nella circolare stessa, perché «con l’inizio della stagione estiva si è potuto constatare che l’abbigliamento usato dall’utenza che frequenta il tribunale è spesso inadeguato alle aule di giustizia. Ad esempio abiti succinti, pantaloncini, magliette trasparenti, infradito, non rispettosi dell’attività che ivi si svolge».

D’ora in poi, chiunque si presenterà al Palazzo di Giustizia con un abbigliamento non consono alle nuove regole, come pantaloncini corti, canottiere, ciabatte o abiti eccessivamente scollati o trasparenti, rischia di vedersi negato l’ingresso. Il personale di vigilanza è stato incaricato di far rispettare rigorosamente le direttive, garantendo che il decoro delle aule di giustizia sia mantenuto.

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