‘Sanità, nelle Marche è ancora un diritto per tutti?’ Se n’è parlato ieri al Grand Hotel Passetto di Ancona. Nella Sala Rossini l’incontro pubblico è stato promosso dal Coordinamento Regione Marche di Pensiero Popolare Italiano, movimento che nasce dalla volontà di portare un forte cambiamento nell’atteggiamento dei cittadini verso la politica, dando vita ad un movimento che sia percepito in modo positivo e propositivo. Il movimento non ha ancora deciso con quale coalizione schierarsi per le prossime Regionali. Proprio per fornire risposte concrete ai cittadini, all’interno del movimento sono stati coinvolti dei professionisti competenti e di esperienza, che si sono messi a disposizione per affrontare e risolvere i numerosi problemi della nostra società.
L’incontro, moderato dal giornalista Maurizio Socci si è aperto con il saluto dell’assessore ai Servizi Sociali e al Welfare Manuela Caucci che ha ringraziato per l’invito ed ha espresso apprezzamento per un evento che tratta un tema di grande attualità, la sanità nelle Marche. L’evento di ieri ha rappresentato il secondo di una serie di incontri con la cittadinanza che il dottor Antonio Colletta, coordinatore Marche di Ppi vuole organizzare per avere l’opportunità di ascoltare i suoi concittadini, di raccogliere le loro istanze e di presentare i punti salienti del programma politico di Pensiero Popolare Italiano. «Se nel primo incontro di maggio si è parlato di Famiglia e della proposta di legge Fondazione Famiglia presentata da Ppi, in questo secondo appuntamento si è voluto toccare un tema delicato e al tempo stesso urgente, la Sanità» ricorda una nota di Pensiero Popolare Italiano.
Nel suo intervento il dr. Antonio Colletta, medico di famiglia da molti anni, ha sottolineato un aspetto interessante della relazione medico-paziente.« Ci troviamo di fronte ad una generale insoddisfazione dei cittadini nei confronti del sistema sanitario nazionale e regionale. – ha detto – Proprio noi medici di famiglia siamo i primi ad interfacciarci con i pazienti, ma manca ancora un’informazione approfondita sul ruolo dei medici di famiglia e su come siamo organizzati e questo gap causa spesso delle incomprensioni, favorendo la scelta del paziente di ricorrere al Pronto Soccorso anche per banali sintomi. Molti pazienti infatti non sanno che l’80% dei medici di famiglia è organizzato in ambulatori di gruppo, per cui nell’ambulatorio, in assenza del proprio medico, troverebbero sempre un medico a disposizione, anche se a chiedere un consiglio non è un suo paziente».
Tanti i temi toccati nel corso dell’incontro, come l’aumento dei dati relativi alla rinuncia alle cure determinata da problemi economici, la crescente mobilità sanitaria che vede molti pazienti marchigiani rivolgersi a strutture in Emilia Romagna e in Lombardia a causa dei tempi spesso troppo lunghi di prenotazione di una visita nella Regione Marche, il dato sull’invecchiamento della popolazione marchigiana che sicuramente pone un problema a livello di organizzazione e di efficienza del sistema sanitario regionale, ma che deve essere visto anche come un’opportunità da cogliere da parte delle amministrazioni perché un allungamento del tempo di vita delle persone è anche indice di un luogo in cui si vive bene.
Nel suo intervento il dottor Palombi ha approfondito diversi aspetti della sanità marchigiana ed in particolare, a proposito della mobilità passiva nelle Marche.« Per ridurre il fenomeno della mobilità passiva (marchigiani che non trovano le proprie cure necessarie qui e vanno in altre regioni) bisogna intervenire con investimenti mirati all’eccellenza, – ha fatto osservare – che saranno ripagati dal risparmio conseguente (ogni volta che un marchigiano va in Lombardia a curarsi, le Marche pagano la Lombardia) e che possono essere attivati grazie a vari strumenti nazionali e comunitari. Inoltre questo consentirà alla sanità marchigiana di superare brillantemente la sfida del federalismo fiscale perché attualmente il bilancio della sanità marchigiana è sostenuto per le spese correnti dallo Stato, cosa che non sarà più possibile con il federalismo fiscale. Abbiamo un piano chiaro e preciso per questo».
Fabio Desideri, segretario nazionale di Pensiero Popolare Italiano, si è espresso in modo chiaro proprio sul tema della rinuncia alle cure ed ha sottolineato come il peso della spesa sanitaria continui a gravare in modo crescente sulle famiglie italiane, fino a diventare – per molte – un ostacolo insormontabile che impedisce l’accesso alle cure. Dai dati comunicati dal presidente dell’Ania, Giovanni Liverani, si deduce che ogni famiglia italiana sostiene in media circa 1.800 euro l’anno di spesa sanitaria privata, corrispondenti a circa 150 euro al mese “out of pocket”, ovvero spese pagate direttamente, senza alcun rimborso. A fronte di una popolazione di oltre 26 milioni di nuclei familiari, l’ammontare complessivo di questa spesa è quindi enorme e, soprattutto, non equamente sostenibile. E’ una condizione socialmente inaccettabile, che aggrava le disuguaglianze e porta le fasce più fragili a rinunciare alle cure essenziali.
«Non possiamo più ignorare – ha dichiarato Desideri – che l’accesso alla salute stia tornando ad essere un privilegio, piuttosto che un diritto universale come sancito dalla nostra Costituzione”. In un momento storico in cui l’inflazione, la stagnazione dei salari e la precarietà economica mettono a dura prova le famiglie, l’aumento della spesa sanitaria a carico delle famiglie rappresenta una frattura profonda nel tessuto sociale. Come ha ribadito Desideri,«è tempo di scelte politiche coraggiose: servono investimenti strutturali nella sanità pubblica, non slogan. La salute non può più aspettare». L’evento ha visto una grandissima partecipazione da parte della cittadinanza e questo è un segnale importante che fa sperare in un prossimo futuro in cui Pensiero Popolare Italiano possa essere il movimento di quei cittadini che vogliono cambiare la società e renderla più vicina ai propri bisogni.
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