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Incidente in raffineria, corteo dei cittadini
e sciopero dei lavoratori
L’Api: «Caso risolto»

FALCONARA - Per il 27 aprile è stato indetto uno sciopero degli operai dell'Api, mentre per il giorno dopo è prevista una manifestazione popolare organizzata dai comitati Ondaverde e Mal'aria. Intanto in una nota ufficiale la raffineria dichiara superato il problema senza danni per sicurezza, salute ed ambiente

I controlli di giovedì alla raffineria

 

Una due giorni di fuoco. È quanto si appresta a vivere Falconara la prossima settimana. Per il 27 aprile è previsto uno sciopero dei dipendenti dell’Api, mentre per il giorno successivo una manifestazione da parte dei cittadini. Intanto la raffineria in una nota ufficiale dichiara chiuso e risolto il caso.

Il corteo è stato deciso ieri, durante l’assemblea pubblica tenutasi all’ex cinema Sport di Falconara. Il raggruppamento dei manifestanti si terrà a partire dalle 15,  con punto di ritrovo in Piazza Mazzini. «La manifestazione − fa sapere il comitato Mal’aria, promotore dell’evento − avrà come filo conduttore la sicurezza: la sicurezza di chi lavora dentro, la sicurezza di chi abita, vive e lavora fuori dal petrolchimico. Per la riuscita della manifestazione, è importante il contributo di tutti, attraverso passaparola e partecipazione. L’intera città deve essere rappresentata: genitori, figli, nonni, commercianti, lavoratori, medici e pediatri, associazioni sportive e culturali. Tutti dobbiamo marciare insieme per pretendere la tutela della nostra vita. Avremo molti contenuti da portare all’attenzione dei media e degli organi preposti ai controlli. Cogliamo inoltre l’occasione per esprimere solidarietà ai lavoratori dell’Api di Falconara e apprezzamento per la decisione assunta di procedere con lo sciopero del 27/4, in favore della sicurezza. Ci auguriamo che la data del 28 Aprile possa vedere la nostra comunità e non solo, tutta, unita, presente insieme, per una richiesta forte di attenzione e verità».

Intanto la raffineria, in un comunicato ufficiale, dichiara completamente risolto il problema e sostiene che mai, anche nei giorni dell’emergenza, vi siano stati pericoli per i cittadini, i lavoratori e l’ambiente.

LE SPIEGAZIONI DELLA RAFFINERIA.«Il petrolio fuoriuscito dal serbatoio è stato definitivamente eliminato dal tetto martedì 17 alle 20.50. Successivamente si è proceduto alla pulizia del tetto del serbatoio dai residui. L’emergenza è ora da considerarsi del tutto risolta», si legge nella nota. Nessuna conseguenza preoccupante. Continua la nota: «Gli enti preposti alla tutela ambientale e sanitaria hanno monitorato strettamente la qualità dell’aria durante tutti la durata dell’episodio, confermando che non c’è stato rischio per la sicurezza, per l’ambiente e per la salute. Nessun lavoratore è stato esposto a rischi rilevanti prima, durante o dopo la soluzione dell’episodio. Nessun limite di emissioni potenzialmente dannose per l’ambiente è stato superato: i valori di benzene registrati dalle centraline Arpam sono sempre stati ampiamente al di sotto delle soglie previste dalla normativa e dai valori riconosciuti come potenzialmente pericolosi per la salute umana. Le concentrazioni medie giornaliere registrate sono nettamente inferiori al riferimento qualitativo di esposizione acuta.
Non sono mai stati toccati livelli di concentrazione di inquinanti tali da pregiudicare la salute dei concittadini di Falconara, come certificato anche dalla relazione dell’ultimo Tavolo Tecnico (giovedì 19 aprile, alle 18,30) composto da Prefettura di Ancona, protezione civile, Comune di Falconara, Arpam, Asur e vigili del fuoco». Caso chiuso, dunque, per l’Api che aggiunge: «Gli enti preposti continueranno a monitorare la situazione in stretta collaborazione con il personale di raffineria. La Raffineria darà puntuale informazione di ogni possibile evoluzione della vicenda».

Nella nota, la raffineria sottolinea anche le azioni messe in atto per risolvere il problema. «La Raffineria è intervenuta immediatamente con le migliori tecnologie disponibili per contenere le emissioni odorigene e rimuovere il petrolio dal tetto del serbatoio. Sono state usate speciali pompe a membrana antideflagranti per il recupero degli idrocarburi (anche misti ad acqua); è stato effettuato il monitoraggio in continuo della presenza di eventuali gas infiammabili e di sostanze tossiche tramite gas detectors portatili; è stato precauzionalmente applicato schiumogeno antincendio biodegradabile e atossico; infine si è proceduto alla pulizia definitiva del tetto tramite idrogetti ad alta pressione».

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