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Tragedia di Corinaldo, la sicurezza privata:
«Settore lasciato all’improvvisazione
Servono regole chiare»

L'INTERVENTO - «Quanta gente dovrà ancora morire prima che le autorità mettano mano alle norme accogliendo i nostri suggerimenti?». Il presidente dell'Associazione italiana sicurezza sussidiaria commenta la tragedia della Lanterna Azzurra e chiede un confronto con il ministro Salvini per una migliore regolamentazione del settore

Il presidente dell’Associazione italiana sicurezza sussidiaria, Franco Cecconi

 

«Ancona come Torino, la tragedia di Corinaldo provoca dolore e suscita sdegno, serve regolamentare il settore con norme chiare ed efficaci che favoriscano la professionalizzazione degli operatori di sicurezza». Così l’Associazione italiana sicurezza sussidiaria per voce del suo presidente, Franco Cecconi, interviene sulla tragedia della Lanterna Azzurra di Corinaldo. «Serve un maggiore coordinamento sul territorio per impedire le attività abusive ed illegali. La tragedia di Ancona − prosegue la nota − in cui sei giovani vite sono state spezzate ed oltre 100 ragazzi sono rimasti feriti, riporta nuovamente sotto i riflettori le nostre considerazioni fino ad ora inascoltate circa l’inadeguatezza delle norme vigenti.
I luoghi del divertimento considerati i modificati scenari sociali e le nuove minacce necessitano di professionisti della sicurezza e di leggi adeguate. Servono nuove norme per la sicurezza privata italiana, e per farle occorre il dialogo
con il ministero dell’Interno e i rappresentanti del settore della sicurezza disarmata. Nei prossimi giorni − conclude il presidente Cecconi, chiederemo un incontro con il ministro Matteo Salvini, per portare alla sua conoscenza le proposte per migliorare un settore che non può essere lasciato all’improvvisazione o a norme farraginose e contraddittorie.
Quanta gente dovrà ancora morire prima che le autorità mettano mano alle norme accogliendo i nostri suggerimenti?».



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