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Il ponte Baldini attende il collaudo:
i lavoratori stilano
la black list dei cavalcavia di Camerano

PROTESTA - Dopo la chiusura del ponte di via Sbrozzola, i dipendenti della ditta con accesso limitato dal ponte 166, hanno svolto sopralluoghi e disegnato una mappa delle criticità delle infrastrutture presenti sul territorio comunale. "Noi aspettiamo da 27 mesi le verifiche ed il collaudo per il nostro 'ponte dei desideri'. I finanziamenti Cipe ci sono ma la procedura si è bloccata dopo il crollo del ponte Morandi di Genova" raccontano amareggiati

Il ponte di via Sbrozzola

Il ponte sull’A14 che conduce alla ditta Baldini, interdetto ai mezzi pesanti

Non c’è solo il ponte di via Sbrozzola a soffrire per i segni del tempo a Camerano. A stilare un ‘bollettino medico’ con la mappa delle criticità nell’atlante dei ponti che punteggiano il territorio comunale ci hanno pensato i dipendenti della Ditta ‘Baldini Sandro’ . Questi lavoratori sono in prima linea dal 2017 per chiedere la messa in sicurezza del cavalcavia sulla A 14, che conduce alla loro azienda. Un ponte gemello al 167, crollato durante i lavori di manutenzione due anni fa, costato la vita ai coniugi Diomede e riaperto nel 2018. Dopo la chiusura recente del ponte di via Sbrozzola in attesa delle verifiche statiche, i dipendenti della ‘Baldini’ che aspettano di risolvere la questione del’ loro’ ponte, il 166 (ribattezzato ‘Ponte dei Desideri’), si sono presi la briga di svolgere diversi sopralluoghi. Sul manufatto 166 come il 164 (quello che conduce al depuratore della Multiservizi) da 27 mesi vige ancora il divieto di transito ai mezzi superiore alle 12 tonnellate. Un limite che crea disagio al transito dei mezzi pesanti diretti alla diverse attività economiche.

La Regione Marche ha reperito risorse con i fondi Cipe per sistemare entrambi ma dopo il crollo del ponte Morandi di Genova, tutto l’iter si è bloccato e con le verifiche, il ponte Baldini  attende ancora il collaudo. “Sono mesi che aspettiamo l’ultima firma decisiva. Ultimamente il nostro ponte ha subito un ‘lifting’ perchè hanno cambiato i guardrail. Tutto qui, però. Noi lavoratori siamo stanchi, sono stati 27 mesi di niente, solo promesse, la vita però è fatta di ‘fatti’, al momento i fatti sono a zero – si sfoga Simone Paoletti, a nome di tutti gli altri dipendenti della Baldini- Quotidianamente affrontiamo l’attività lavorativa in maniera indecorosa rispetto a due anni fa. Prima eravamo una ‘macchina da guerra’ e affrontavamo il lavoro a muso duro e con il sorriso sulle labbra, ora non è più così. Dobbiamo solo ringraziare il nostro titolare Sandro se non ci ha mai fatto mancare niente. Ma noi siamo uomini e abbiamo una dignità”.

Tra i ponti da monitorare inseriti, senza creare allarmismi, dai lavoratori della Baldini nella black list risaltano anche il ponte autostradale 165, di collegamento dalla nuova rotatoria della strada provinciale Direttissima del Conero sino ad Osimo Stazione. L’infrastruttura viene definita “in buona salute” ma con i nuovi guardrail che hanno ristretto la carreggiata senza possibilità o parvenza di marciapiede. Il ponte autostradale 163, che collega la strada provinciale Direttissima del Conero sino ad una delle zone commerciali e produttive, è invece considerato forse il più importante del territorio. Ma qui “due autocarri non possono transitare contemporaneamente e privi di marciapiede. – sottolineano-  Inoltre le barriere del ponte sono fissate con materiali molto tecnologici: fil di ferro e una fascia in stoffa, ma i cerotti quanto durano? È più di un anno che abbiamo denunciato la cosa e ancora è tutto così, aspettiamo che la barriera cada sopra a qualche veicolo che transita in autostrada?”. Fanalino di coda il ponte via San Faustina sul fiume Aspio. “Un ponte di ‘campagna’ molto importante – scrivono i lavoratori della Baldini – perché utilizzato per il transito dei mezzi pesanti per accedere alle residenze del posto, ai numerosi terreni e al depuratore intercomunale posti tra questo ponte e il ponte autostradale 164. i mezzi pesanti transitano in via Faustina che in parte occupa il corso del fiume, speriamo che in caso di piena non subisca danni”.

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