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Sanità, sindacati in piazza:
«problemi urgenti nelle Marche»

PROTESTA – Il corteo, promosso da Cgil, Cisl e Uil, si svolgerà sabato, in concomitanza con la mobilitazione nazionale sul tema della salute e dei servizi sanitari, e percorrerà la città partendo dal parcheggio degli Archi fino a raggiungere piazza del Papa

I segretari regionali delle sigle confederali delle Marche, Fioretti (Uil), Barbaresi (Cgil) e Rossi (Cisl) (foto d’archivio)

 

«Salute, diritti, lavoro e sviluppo. Le Marche che vogliamo». È questo lo slogan della manifestazione regionale promossa per sabato da Cgil, Cisl Uil per sostenere le proposte sindacali nel confronto con la giunta regionale e per richiamare l’attenzione dei cittadini «sulle tante criticità della nostra sanità».
La mobilitazione – che si inserisce nell’ambito di quella nazionale per rilanciare il Servizio Sanitario pubblico e universale e definire, con governo e regioni, un nuovo patto per la salute – avrà inizio alle ore 9:30, con concentramento al piazzale parcheggio Archi e si concluderà a piazza del Plebiscito.
«Sul fronte regionale – sottolineano i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil Daniela Barbaresi, Sauro Rossi e Graziano Fioretti – i problemi sono tanti e urgenti e riguardano i tempi di attesa, i Pronto soccorso e la rete dell’emergenza-urgenza, ma anche i servizi territoriali, l’integrazione socio-sanitaria e la prevenzione. E poi, la rete ospedaliera e le Case della salute. Infine, la questione della mobilità passiva e degli organici insufficienti. Su tutto questo – puntualizzano le sigle – ancora, neanche il Piano Sanitario Regionale ha dato risposte adeguate».
Le richieste dei sindacati alla Regione e al Governo sono chiare: «sul fronte del personale sono necessarie politiche di valorizzazione degli operatori e servono investimenti consistenti per completare i piani di assunzione. È necessario – proseguono i sindacati – un rafforzamento della sanità sul territorio con la riorganizzazione delle cure primarie e con un progetto condiviso di dislocazione e operatività delle Case della Salute. Vanno inoltre potenziate le strutture residenziali e l’assistenza domiciliare».
Tra le altre critiche mosse dalle sigle all’operato regionale sulla sanità, le insufficienti «risorse destinate alla prevenzione, a partire da quella sui luoghi di lavoro, con una particolare attenzione ai cantieri post sisma. Occorre rendere capillare la rete dell’emergenza-urgenza e definire un piano efficace per ridurre i tempi di attesa. Ma anche maggiore attenzione per la medicina di genere e la piena applicazione della Legge 194». Problema cardine resta poi quello della «progressiva privatizzazione della sanità e garantire l’esercizio da parte del pubblico di una forte funzione di committenza e di controllo sia dei servizi che del rispetto delle condizioni contrattuali. Peraltro – concludono –, è inaccettabile che i lavoratori della sanità privata abbiano il Ccnl scaduto da 13 anni»

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