«Mentre a livello mondiale la tendenza è di ridurre l’utilizzo di materie fossili e riconvertire aree inquinate/industrializzate, a Falconara, che è uno degli oltre 40 Sin (Siti di interesse nazionale, ndr) d’Italia, si pensa di spendere soldi privati e pubblici, per un totale di 400.000 euro in tre anni, soltanto per monitorare le esalazioni, la cui molestia e potenziale pericolosità per la salute da anni è stata fatta emergere e denunciata dai soli cittadini». I comitati Onda Verde e Mal’Aria puntano il dito contro il ‘Progetto ambiente Falconara’, frutto di un accordo tra Comune ed Arpam. «Quel denaro – proseguono i comitati – deve essere speso per la manutenzione degli impianti, per controlli efficaci ed a sorpresa, oltre che per avviare un percorso verso una riconversione profonda e sostenibile delle industrie impattanti presenti su questo territorio e quelli limitrofi. Il ‘progetto ambiente’ voluto dal sindaco Signorini, peraltro senza alcun confronto preventivo né recepimento delle richieste da noi avanzate in molti contesti istituzionali, non porterà a nulla di tutto questo». Onda Verde e Mal’Aria ricordano poi che «fra le molte altre cose, avevamo chiesto al sindaco di sostenere convintamente la nostra richiesta presso la Prefettura di un coinvolgimento del ministero dell’Ambiente e della Salute, perché sappiamo da molto tempo che la Regione, in questi anni, è stata inconcludente. Servirebbe maggiore coraggio, invece non solo si preferisce la linea del ‘non disturbare’, ma si fa addirittura apparire che tutto cambi mentre quasi nulla sta in realtà cambiando. L’attuale ‘progetto ambiente’ – concludono – è fuorviante rispetto agli obiettivi necessari».
Monitoraggio delle esalazioni, c’è l’accordo tra Comune e Arpam
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