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L’appello ai giovani:
«Non è più tempo dell’aperitivo,
rimanete a casa»

ANCONA - Il messaggio inviato da 5 consiglieri under 35 invita alla riduzione immediata dei contatti sociali, all'interruzione di ogni attività di gruppo, all’uscire di casa il meno possibile. «Il senso civico non è un gioco»

I cinque consiglieri under 35

 

Emergenza Coronavirus: i consiglieri comunali under 35 di Ancona lanciano un appello ai giovani affinché adottino un comportamento responsabile per contenere i contagi. «Uscite il meno possibile», il sunto della nota sottoscritta da Francesco Rubini, Altra Idea di Città, Angelo Eliantonio, Fratelli d’Italia Michele Fanesi, e Federica Fiordelmondo del Pd, Marco Ausili, Movimento Nazionale Sovranità. «Di fronte alla gravissima emergenza causata dall’epidemia di Coronavirus – scrivono i consiglieri – è compito di ogni cittadino adottare ogni comportamento necessario per evitare una propagazione fulminea del virus che avrebbe conseguenze deflagranti per l’intero sistema sanitario nazionale. Sappiamo bene quanto violenta possa essere la malattia nei confronti delle fasce più deboli della popolazione, in particolare anziani e immunodepressi, ed i dati relativi alla necessità della terapia intensiva e quelli sulla mortalità ce lo dimostrano tragicamente. Sappiamo altrettanto bene che, senza drastiche misure di contenimento, un contagio di massa su scala nazionale non permetterebbe alla nostra sanità di curare in modo adeguato la popolazione con conseguenze gravissime in termini di vite umane, non solo rispetto ai contagiati dal virus, ma in generale per tutti gli utenti del SSN. Data la situazione non possiamo fare altro che assumerci tutti le nostre responsabilità a partire dalla riduzione immediata dei nostri contatti sociali, dall’interrompere ogni attività di gruppo, dall’uscire di casa il meno possibile. Non è più il tempo dell’aperitivo, della serata in discoteca, del calcetto, della palestra o del cinema in compagnia. Noi giovani, seppur meno a rischio di altri rispetto alle conseguenze dell’infezione da coronavirus, ma certamente non immuni, rischiamo di diventare il più grande incubatore della malattia. Abbiamo, dunque, una pesantissima responsabilità morale sulle spalle: preservare la salute pubblica difendendo le categorie più svantaggiate. Ai nostri coetanei chiediamo quindi responsabilità e contegno; gesti concreti quotidiani per evitare di diffondere il virus ai più deboli. Solo così questo brutto incubo potrà finire il prima possibile permettendo a tutti di tornare a svolgere una vita normale. Il senso civico – concludono – non è un gioco; continuare ad ignorare le disposizioni e frequentare i luoghi di ritrovo come se nulla fosse è come guidare ubriachi, non si è un pericolo solo per sé, ma soprattutto per gli altri. Il futuro dipende da noi».

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