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Prepara 90 olive all’ascolana
mentre si opera al cervello

ANCONA - Una 60enne, residente al confine tra Marche e Abruzzo, è stata operata da sveglia con la tecnica "Awake surgery". L'intervento è stato coordinato dal dottor Trignani: «La paziente è diventata parte attiva del suo percorso di cura, non oggetto della medicina»

L’operazione a Torrette

di Federica Serfilippi

Ha confezionato in un’ora 90 olive all’ascolana una donna di 60 anni, abruzzese, ma residente al confine con le Marche, mentre veniva sottoposta ad un intervento al cervello per rimuovere un tumore nell’area deputata al controllo ed organizzazione del linguaggio e dei movimenti complessi della parte destra del corpo, nell’Azienda Ospedali Riuniti di Ancona. Un’operazione durata circa 2 ore e mezza e finita nel migliore dei modi. Grande il dispiegamento di forze, sotto l’egida del dottor Roberto Trignani, responsabile di Neurochirurgia: 11 persone tra neurochirurghi, neuroanestesisti, infermieri, psicologi e tecnici. Ebbene quello che è accaduto nell’Azienda Ospedali Riuniti di Ancona desta forse ancora più curiosità: una donna di 60 anni, infatti, ha confezionato 90 olive all’ascolana in un’ora, proprio mentre si sottoponeva a un intervento di questo tipo. La donna ha dunque superato la prova preparando la bontà culinaria regina del Piceno. In passato c’è chi ha fatto di tutto, dal guardare la tv al suonare uno strumento musicale. Le olive, però, mancavano nella lista. “Awake surgery” è una tecnica che consente di operare al cervello un paziente sveglio. Difficile da realizzare ma fondamentale al fine di preservare alcune capacità di chi finisce sotto ferri.

Il dottor Trignani

«Abbiamo agito sul trend di adattare la chirugia alle attitudini dei pazienti, quelle particolarità che possono essere utili per fornire informazioni al team operante durante l’intervento. In questa maniera -e sta qui soprattutto la modernità – il paziente diventa protagonista del suo percorso di cura e non più oggetto della medicina» ha detto il dottor Trignani che ha diretto l’intervento.  La 60enne, ottima cuoca, ha preparato 90 olive ascolane in un’ora. «E mentre le faceva – continua il dottore – parlava con noi in sala operatoria. Siamo intervenuti nell’area del lobo frontale sinistro, parte deputata al linguaggio e al controllo dei movimenti della parte destra del corpo. La sua particolare attitudine è stata scelta in fase di preparazione, in sede di intervista». Bisognava cercare qualcosa legato alla manualità. Ovviamente, se il tumore si fosse sviluppato in un’altra area, sarebbe stata individuata un’altra attitudine volta a far esplorare in sede di intervento gli impulsi neurologici. A ottobre per esempio, il dottor Trignani ha operato un paziente con un tumore nell’area occipitale del cervello. In quel caso, per monitorare la funzione della vista, era stata accesa una tv in sala operatoria. Per il ‘caso’ delle olive, il team chirurgico, oltre che da Trignani, era composto dal dottor Stefano Vecchioni. L’equipe di neuroanestesia era coordinata da Pietro Martorano. In sala era presente anche la psicologa Silvia Bonifazi e il tecnico di neurofisiologia Vasco Durazzi. A fare da collante, la squadra degli infermieri.

(Servizio aggiornato alle 20,50)

 

 

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